La Stampa
Domenica 29 Luglio 2001
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«Siamo entrati, lanciavano zaini
ovunque»
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«Lì studiavano gli attentati che hanno
devastato la città»
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IL 22 luglio, alle ore 3», nellufficio «trattazione atti presso il VI Reparto
Mobile della Polizia di Genova, noi sottoscritti Ufficiali e Agenti di Polizia
Giudiziaria, al Servizio Centrale Operativo di Roma, alle Squadre Mobili di Roma, Napoli,
Genova, La Spezia e Nuoro , diamo atto che all1,30 circa, in via Cesare Battisti
nellistituto scolastico Diaz al termine di una perquisizione domiciliare, abbiamo
proceduto allarresto» delle 93 persone in elenco perché «responsabili di
associazione per delinquere finalizzata alla devastazione ed al saccheggio nonché, in
concorso tra loro, di detenzione abusiva di arma da guerra (bombe molotov). Si è resa
necessaria ladozione della misura pre-cautelare (il fermo n. d. r.) per i fatti di
seguito elencati». «Alle 22,30 circa un contingente della Polizia» mentre transitava
«in via Cesare Battisti, davanti alla scuola Diaz, veniva fatto oggetto di un violento
lancio di oggetti contundenti da parte di numerose persone, verosimilmente appartenenti
alle cosiddette "Tute Nere"», attuando «un tentativo di aggressione» agli
egenti «Alla luce dei gravissimi disordini che il 20 e 21 luglio» cerano stati in
centro città, «e determinati dalla condotta eversiva delle cosiddette "Tute
Nere", responsabili di gravissimi episodi di devastazione e saccheggio e di atti di
violenza verso le Forze dellOrdine», gli agenti «erano costretto ad allontanarsi
immediatamente dal luogo, anche per far convergere sul posto contingenti di rinforzo.
Esemplificative sono le drammatiche immagini che le tv» di tutto il mondo «hanno mandato
in onda e che hanno consentito di percepire nei termini adeguati le difficoltà incontrate
dalle Forze dellOrdine nel contenere la violenza dei citati manifestanti sia contro
le persone che verso i beni materiali. Nel dettaglio, le riprese tv hanno evidenziato i
ripetuti e violenti lanci di molotov che hanno causato incendi in diversi punti della
città coinvolgendo autoveicoli, esercizi commerciali ed arredi urbani».
Ciò premesso «e in considerazione della concreta possibilità che la scuola Diaz fosse
rifugio delle frange estreme delle "Tute Nere"» veniva organizzato «un
adeguato programma dintervento finalizzato 1) alla ricerca di armi o materiale»
esplosivo «che in quel luogo poteva essere occultato, 2) allidentificazione dei
responsabili dellaggressione che poco prima aveva coinvolto gli agenti di Polizia,
3) allidentificazione dei responsabili dei gravissimi disordini citati. Appena
giunti sul luogo, gli agenti notavano un gruppo di giovani che alla loro vista» ed
eravamo «chiaramente riconoscibili dalluniforme o per le casacche», con lobbiettivo
«di compromettere lo svolgimento delloperazione di polizia giudiziaria»,
chiudevano la scuola dallinterno «impedendo che gli agenti vi potesse entrare».
In questo modo - scrive chi ha redatto il verbale - i ragazzi hanno avuto «il tempo
necessario per occultare armi e per organizzare unattiva resistenza». Gli agenti,
«dopo aver forzato il cancello dingresso utilizzando un furgone» ed essere entrani
delledificio «subivano un fittissimo lancio di oggetti di ogni genere». Tutto
questo «rafforzava il profondo convincimento che effettivamente nella scuola i giovani
manifestanti» avessero « armi di ogni genere. Pertanto appena riusciti a forzare il
portone dingresso, veniva effettuata una perquisizione ai sensi dellarticolo
41 del Testo Unico di Pubblica Sicurezza. I giovani presenti allinterno, resisi
conto» dellarrivo della polizia «cercavano di resistere ulteriormente: prima
ingaggiando colluttazioni con gli agenti, poi disperdendosi per i vari piani delledificio,
anche per poter tendere inaspettatamente ogni sorta dagguato».
«Quanto segnalato trova conferma nellaccoltellamento al torace dellagente
Nucera Massimo, in forza al Nucleo Antisommossa del I Reparto Mobile di Roma, episodio che
non aveva ulteriori e drammatiche conseguenze solo grazie allutilizzo da parte dellagente
di un giubbotto protettivo. La resistenza» dei ragazzi era vinta «solo grazie alla
presenza di un nutrito contingente di poliziotti». Nel referto, a questo punto, si
racconta che «nelle concitate fasi dingresso e durante la colluttazione, i giovani
provvedevano intenzionalmente a lanciare verso ogni luogo i propri zaini, ciò,
evidentemente, per rendere impossibili le operazioni di attribuzione delle responsabilità
penali relative alleventuale rinvenimento di armi. La cui ricerca, resa ancor più
complessa proprio in considerazione dellatteggiamento di questi giovani, consentiva
di trovare e sequestrare, i seguenti oggetti: 2 bottiglie contenenti liquido infiammabile
e innesco, cosiddette «molotov»; 7 coltelli a serramanico, con manico in legno di varie
dimensioni; 10 coltelli, tipo svizzero, manico in plastica, di varie dimensioni; 1
coltello multiuso in acciaio; 1 coltello multiuso con manico in plastica nero; 2 coltelli
da cucina in acciaio; 1 coltello da cucina con manico in legno; 1 coltello da cucina con
manico in plastica nero; 1 paio di forbici da cucina; 1 set da tasca di chiavi esagonali e
cacciavite; 2 mazze da carpentiere con manici in legno; 1 piccone con manico in plastica
dura; 1 pala da carpentiere con manico in legno; 1 mezza bottiglia di plastica con chiodi;
1 tubo Innocenti ricurvo; 1 Kriptonite, con due chiavi; 3 mazze di ferro; 6 mazzette in
alluminio ricurve; 2 spuntoni di ferro; 5 bombolette di vernice spray; 2 thermos; 2 dadi
in alluminio; 1 scatolato in ferro; 1 lastra in porfido; 2 cinghie borchiate; 1 cinghia
metallica; 1 cinta in tela; 1 bracciale cuoio borchiato; 1 catena in ferro legata ad una
camera daria; 1 elastico di gomma; 4 contenitori per sostanze lacrimogene del tipo
usato dalla polizia; 1 capsula spray urticante usata; 1 manetta in ferro; 15 maschere
antigas; 8 maschere da sub; 13 occhialetti da piscina; 1 filtro maschera antigas; 3 caschi
da motociclista; 2 caschi da cantiere; 1 brandello di bandiera rossa; 1 parrucca color
castano; 1 rotolo di imballaggio; 5 passamontagna modello Mefisto; 1 cappello lana nero; 3
mascherine paraocchi da lavoro; 6 parastinchi di plastica uso sportivo; 4 ginocchiere di
tipo sportivo; 11 protezioni fisiche artigianali di plastica resistente; 1 paio di guanti
di lana nera; 2 minidisk di marca Sony; 6 rullini; 3 cassette audio; 1 floppy disk privo
di etichetta; 3 cellulari; 17 macchine fotografiche; 2 walkman; 1 agendina di colore rosso
e nero; una bustina trasparente contenente 14 pasticche di colore bianco; 4 capsule con
polvere marron e una capsula vuota; 1 bandiera rossa con effigie riportante pugno chiuso
di colore giallo; 1 striscione di 10 metri di lunghezza con sfondo nero ed effigie in
giallo con su scritto«you cant forbit it and you cant ignore it you try to
frighten but you will not stop it» seguita da una stella a cinque punte; 60 magliette
nere, alcune con scritte inneggianti alla resistenza, alla violenza e contro lo Stato; 15
pantaloni neri; 16 giacche nere; 17 giubbotti neri; 5 sciarpe nere; 4 cappelli neri; una
pettorina gialla con la scritta «giornalista»; unagenda blu con la cartina
topografica di Genova con riportate a penna indicazioni sulle zone della città
interessate ai cortei; vario materiale cartaceo e striscioni di cartone».
«A carico del cittadino tedesco Szabo Jonas, 24 anni, sono stati sequestrati 2 coltelli
multiuso; 1 coltello a serramanico e 8 fogli dattiloscritti in lingua inglese, numerati da
pagina 3 a pagina 11 e privi della pagina 10. Quanto sequestrato sostiene lipotesi
investigativa relativamente alla localizzazione del luogo destinato dai vertici dellorganizzazione
delle "Tute Nere" ad accogliere i militanti provenienti da tutta Europa per il
G8. Tale luogo era evidentemente indispensabile per il necessario supporto logistico e per
attuare lobbiettivo, attraverso devastazioni e saccheggi, attentati a impianti di
pubblica incolumità, detenzione ed uso di armi anche da guerra. La certa appartenenza dei
citati giovani allorganigramma delle "Tute Nere" è, peraltro, pienamente
confermata dal ritrovamento e dal sequestro di numerosissimi capi di abbigliamento proprio
di quel colore. Non sarebbe altrimenti spiegabile la presenza nella Diaz di numerosissimi
giovani di diversi paesi europei. Quanto accertato consente di stabilire che il sodalizio
in oggetto si sia palesemente interessato di reperire sia i mezzi per raggiungere il luogo
convenuto che le armi indispensabili per realizzare i delitti indicati».
«Il contenuto di un manoscritto trovato fra gli effetti personali di Szabo Jonas,
consente, inoltre di stabilire che egli è uno degli esponenti di maggior rilievo» delle
"Tute nere", perché il testo «descrive nei dettagli la preparazione di un
giubbotto speciale da usarsi in occasione di contatti con le forze dellordine» .
Questo «conferma la posizione di rilievo di Jonas nellorganizzazione, e dimostra
che la Diaz era il luogo destinato alla pianificazione strategica e al materiale
confezionamento degli strumenti destinati alloffesa delle forze dellordine.
«Dai fatti narrati» si intuisce «anche il programma criminoso dellorganizzazione»
che voleva compiere «una serie non determinata di delitti». Pare ovvio, anche, che
«ogni componente dellassociazione avesse la consapevolezza che il suo attegiamento
contribuiva in maniera determinante alla realizzazione delle comuni finalità». Nel corso
della perquisizione, sono stati feriti numerosi giovani presenti nella scuola, alcuni dei
quali ancora ricoverati in ospedale, e molti agenti di polizia...».
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