Corriere della sera 9 agosto 2001
IL NUOVO FILONE DEI PM

Tute nere, controlli sul Gsf

Verifiche sulle e-mail per accertare eventuali legami. Sarà sentito Agnoletto

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
GENOVA - Le indagini della Procura si sono spostate sulla posta elettronica per accertare se esistono tracce di contatti tra i Black Bloc e alcune associazioni di antiglobal. Se non addirittura il Genoa Social Forum. Così si scava nei server, nelle memorie dei computer, nei file di posta elettronica e nei floppy disk. Si vuole scoprire se effettivamente ci sono stati scambi di informazioni e rapporti diretti con le Tute nere, come hanno sempre sostenuto le forze dell’ordine.


E-MAIL - Per il momento i magistrati di Genova, che hanno intenzione di sentire come testimone il portavoce del Gsf Vittorio Agnoletto e che hanno affidato la verifica informatica alla polizia postale, parlano di «accertamenti complementari» all’inchiesta. Quindi di un nuovo segmento d’indagine, che non ha richiesto l’apertura di uno specifico fascicolo. Però si rovista tra le e-mail. E la denuncia di un rapporto tra Black Bloc e Gsf, di un concorso tra più persone per commettere vandalismi e violenze, si sposta dal piano politico a quello giudiziario. «E’ un’indagine d’approfondimento, che va fatta con calma e che richiede tempo», sottolineano i pubblici ministeri. Lasciando intendere che i primi risultati non arriveranno prima di un mese e mezzo. Risultati che potrebbero anche confermare, o meno, se i sabotaggi da parte degli hacker contro il G8 di Genova, ai danni dei siti di ministeri e camere di commercio, sono ricollegabili ad alcune associazioni di antiglobal.


PERQUISIZIONE - Nel frattempo la procura continua a indagare sulla perquisizione nella sala stampa del Genoa Social Forum alla Diaz. Quella di sabato 21 luglio, in concomitanza con l’irruzione notturna nel vicino centro di accoglienza di via Cesare Battisti. E’ stato infatti confermato che non esisterebbero autorizzazioni e neppure verbali sul materiale sequestrato e danneggiato. Il che fa ritenere che si tratti di una perquisizione arbitraria. «Illegale», come viene rilevato nella denuncia del Gsf. Ma non solo. «Si potrebbero anche ipotizzare i reati di danneggiamento e di furto», spiegano gli avvocati del movimento anti G8. Si dovrà poi appurare se esisteva un filtro, una sorveglianza per l’accesso e l’uso dei computer, messi a disposizione nel centro stampa della Diaz. O se i video erano a disposizione di tutti, quindi anche di esponenti del Black Bloc.


ARRESTATI - L’intera mattinata di ieri è stata dedicata all’udienza del Tribunale del riesame sulla richiesta di scarcerazione di 14 persone. Tutti tedeschi. Dieci, di cui sette ragazze, erano stati arrestati in camper ad Uscio, sulle colline genovesi. Tre erano stati bloccati a bordo di una roulotte in sosta nel quartiere di Albaro. E infine Achim Nathrath, 31 anni, lo studente universitario, di Monaco, l’ultimo ancora in carcere tra i giovani arrestati nella notte del blitz. Era stato trovato in possesso di una tanica di gasolio («per confezionare molotov», secondo l’accusa). Per tutti e 14 il Tribunale si è riservato di decidere e già oggi si dovrebbe sapere il responso. Sono state invece rese note le motivazioni dell’ordinanza di martedì nei confronti dei due ragazzi torinesi: Andrea Costellato, 18 anni, ha ottenuto gli arresti domiciliari «per gravi indizi di colpevolezza», mentre il siriano di nazionalità italiana, Mohamed Tabbach, 45 anni, è stato scarcerato per mancanza di indizi.


TEATRANTI - E’ prevista per lunedì prossimo l’udienza del Tribunale del riesame per il gruppo dei teatranti austriaci. Sedici tra uomini e donne, arrestati alcuni giorni dopo gli scontri del G8 a Recco, assieme ad altre nove persone, tutti sospettati di essere Tute nere. In loro difesa hanno rivolto ieri un appello anche il premio Nobel Dario Fo e la moglie Franca Rame.
Davide Gorni