Corriere della sera 8 agosto 2001
La magistratura indaga sull’irruzione nella sala stampa del Genoa Social Forum. Alcuni agenti erano senza casco: forse possibile individuarli

«Quella perquisizione era illegale, ecco il filmato»

Mancava l’autorizzazione e non si trovano i verbali dell’azione. Sparito un video che avrebbe registrato le maniere forti dei poliziotti nel centro di accoglienza

DAI NOSTRI INVIATI
GENOVA - I magistrati indagano su una perquisizione illegale della polizia: tra i filmati esaminati in procura ce n’è anche uno su un’azione di cui non esistono i verbali. Risale alla sera di sabato 21 luglio quando, durante l’operazione nel centro di accoglienza del Genoa Social Forum, altri agenti in divisa e in borghese misero sottosopra il centro stampa dell’organizzazione anti G8.
Secondo i magistrati è illegale perché ieri è stato accertato che nessuno l’ha autorizzata e nessuno ha messo a verbale l’elenco del materiale sequestrato e danneggiato: dai computer ai dischetti con l’archivio del Gsf. Un video ha dimostrato che la stessa sera alcuni dirigenti romani inviati dal capo della polizia, Gianni De Gennaro, non indossavano il casco: significa che non c’era quel clima di tensione, con lancio di bottiglie e sassi, descritto nei rapporti della questura e durante gli interrogatori dei 13 funzionari sentiti come testimoni.
Un’altra registrazione, importantissima per le indagini, è scomparsa: uno dei 61 ragazzi feriti ha raccontato ai pm che stava filmando le manganellate sulle persone stese a terra, quando un poliziotto gli ha preso la telecamera. Anche di questo nastro non c’è traccia nelle relazioni sull’operazione. È invece arrivata la prima denuncia per botte e abusi sui fermati nel comando genovese dei carabinieri, dentro le mura di Forte San Giuliano.


MANI IN ALTO - Quel sabato venne perquisito anche il centro stampa del Gsf, allestito in una scuola di fronte al centro di accoglienza. Il video l’ha registrato uno degli ospiti del Gsf, tenendo probabilmente nascosta una piccola videocamera. Si vedono molti agenti, non tutti hanno il volto mascherato. I magistrati sperano di poterli identificare senza difficoltà. Un loro comandante, inviato a Genova da Nuoro per il G8, è già stato sentito come testimone. Ha raccontato che l’irruzione nel centro stampa era stata fatta per errore. Quando gli agenti se ne sono andati, per terra sono rimasti i danni. Computer sventrati, due hard-disk con l’archivio dell’organizzazione portati via, documenti strappati. Di tutto questo, ha accertato la procura, la polizia non ha presentato un solo verbale.
PROVE - La registrazione filmata dal ragazzo ferito potrebbe smascherare chi ha picchiato a sangue i ragazzi nel centro di accoglienza del Gsf. La cassetta è però scomparsa. La procura ha scoperto per caso che la Digos di Genova ha «acquisito e non sequestrato» alcuni video presi ai loro proprietari durante la perquisizione. Ma anche di queste acquisizioni non esistono verbali.


CARABINIERI - La prima denuncia di pestaggi contro i carabinieri nel Forte San Giuliano, sul lungomare di Genova, è stata presentata da Timothy Ormezzano, 26 anni. Venne arrestato dai militari mentre stava filmando le manifestazioni di venerdì e rilasciato il lunedì dal carcere di Pavia con gravi lesioni al volto, 18 punti di sutura e lividi su tutto il corpo. I giudici l’hanno liberato perché le accuse nei suoi confronti erano infondate. Gli avvocati del Gsf stanno raccogliendo altre denunce. Come quella di un ragazzo di 19 anni, arrestato mentre stava prelevando a un Bancomat. I giudici del Tribunale del riesame hanno invece scarcerato Mohamed Tabbach, 46 anni, siriano con cittadinanza italiana, e Andrea Rostellato, 18. Sono attivisti del centro sociale Askatasuna di Torino. Secondo l’accusa, erano loro i manifestanti filmati dalla polizia durante il corteo del sabato mentre distribuivano spranghe da un furgone. I giudici hanno deciso di tramutare in arresti domiciliari la detenzione di Rostellato. E di rimettere in libertà il siriano.
Fabrizio Gatti Davide Gorni