Corriere della sera 8 agosto 2001
L’INTERVISTA / Guido Papalia, il pm del caso Dozier. «Tecniche da anarchici»

«Questi non sono i metodi dei veri brigatisti»

ROMA - Volantini con la stella a cinque punte, buste esplosive, messaggi con pallottole, in un clima avvelenato dal dopo G8. Guido Papalia, procuratore di Verona, che fu pm nel processo contro i brigatisti responsabili del sequestro del generale Dozier, non crede che dietro questi episodi ci siano le nuove Br. «Chi abbraccia la lotta armata - spiega il procuratore - fa una scelta fredda, ragionata. Non partecipa alle manifestazioni, né manda lettere esplosive qua e là. Non può rischiare di rendersi visibile. Ha un obiettivo preciso e lo persegue». E chi spedisce pallottole?
«Chi vuole fare atti di violenza ma non ha una strategia. E comunque non vuole costituire il partito comunista combattente. Sono i cosiddetti anarchici-insurrezionalisti».
Ritiene preoccupante questo clima?
«Il G8 ha creato tensione e il convincimento in alcuni di aver subito un'ingiustizia. Come del resto accade sempre quando in una manifestazione si inseriscono dei violenti, causando la reazione della polizia, che fatalmente coinvolge anche alcuni che non c’entrano nulla. Questo è pericoloso. Perché la scontentezza e il vittimismo può provocare soprattutto nei giovanissimi la voglia di fare il salto di qualità».
Dal pacifismo alla lotta armata è un bel salto.
«Non tanto se si viene convinti che con le manifestazioni pacifiche non si ottiene nulla. E le nuove Br, in cerca di proseliti, in questo possono avere un ruolo».
Virginia Piccolillo