Corriere della sera

 
Minacce di morte per il capo della polizia

Documento firmato Br, ma secondo i carabinieri forse proviene dall’area anti-global. Tre proiettili per Marini

ROMA - Minacce di morte a poliziotti e carabinieri impegnati in prima fila nella guerriglia durante il G8. Proiettili in una busta indirizzata all’ex segretario del Ppi, Franco Marini. Non c’è ancora un vero e proprio allarme tra gli esperti dell’antiterrorismo ma il loro livello d’attenzione è salito ulteriormente ieri, dopo il ritrovamento a Roma di un’ottantina di fogli firmati dalle Brigate rosse-Partito Comunista Combattente: i documenti, scritti a mano con un grosso pennarello, sono pieni di errori grossolani e contengono farneticanti «avvertimenti», primo fra tutti quello per il capo della polizia Gianni De Gennaro: «Sei morto». Gli analisti ritengono improbabile che gli autori dei volantini appartengano al gruppo terroristico che ha rivendicato l’uccisione di Massimo D’Antona, l’ex consulente dell’allora ministro del Lavoro Antonio Bassolino. Sospettano, piuttosto, che provengano dalla galassia di gruppi anarchici che gravitano attorno ai centri sociali e che sono vicini alle posizioni più dure dei No Global. E avvertono: «Il clima di tensione che si sta creando in questo momento nel Paese è preoccupante».

LE MINACCE DI MORTE - Gli esperti dell’ intelligence invitano a non sottovalutare i ripetuti segnali di questi ultimi giorni. Dopo aver esaminato attentamente il contenuto del documento firmato Br-Pcc (sulla prima pagina appare la stella a cinque punte) ritrovato da un passante vicino a un cestino dei rifiuti nella stazione ferroviaria dell’ospedale «Gemelli» di Roma, gli ufficiali del Ros sottolineano che difficilmente è attribuibile alle Brigate rosse. Sia perché i terroristi non hanno mai utilizzato questa forma di scrittura, sia perché sono troppi i riferimenti clamorosamente inesatti. La stessa valutazione arriva dai funzionari di polizia della Digos. Ma nessuno degli investigatori nasconde di avere timori: «Portare l’attacco al cuore dello Stato», è lo slogan che riporta indietro nel tempo, alla fase calda degli attentati terroristici, che appare nei documenti rinvenuti ieri. E poi le altre minacce: «Carlo Gentili vive nelle lotte proletarie (il ragazzo colpito a morte da un carabiniere a Genova si chiama Carlo Giuliani, ndr.)», «Il tribunale del popolo condanna a morte... (segue il cognome del ministro dell’Interno Claudio Scajola e di tutti i dirigenti e funzionari di polizia citati sui giornali per gli incidenti di Genova con un altro errore, quello relativo al capo dello Sco Francesco Gratteri)», «Cavaliere Nicola sei morto (è il Questore di Torino, uno tra i più quotati in vista di un giro di incarichi di primo piano che potrebbe avvenire nelle prossime ore)», «Carabinieri nei secoli assassini».


I PROIETTILI PER MARINI - La busta sospetta indirizzata all’ex segretario del Ppi è stata intercettata ieri mattina nell’ufficio postale romano di via Marsala nel quale, dopo il recente invio dei plichi esplosivi, è stata creata un’apposita struttura che controlla tutte le missive destinate a personalità. Un impiegato ha dato l’allarme e sono stati avvertiti gli artificieri: all’interno della busta c’erano tre proiettili (due Smith & Wesson e un calibro 38 special), due foto del portone d’ingresso del palazzo di Roma in cui abita Marini e una lettera di minacce: «Farai la stessa fine di D’Antona, hai tradito gli ideali dei lavoratori...». Il riferimento è al delitto del maggio ’99 rivendicato dalle Brigate rosse. Ma anche in questo caso gli investigatori sono scettici: la lettera è stata spedita dalla Capitale una quindicina di giorni fa e gli agenti della Digos stanno cercando di stabilire da quale ufficio postale sia stata smistata verso quello di via Marsala. A Lugo di Romagna, poi, ignoti hanno dato fuoco a una sede di An provocando gravi danni. Finora nessuno ha rivendicato l’attentato.
Flavio Haver