La Repubblica 8 agosto 2001

Casarini chiama Cofferati
"Opprimono il dissenso"

Il leader delle Tute bianche chiede al sindacato di schierarsi

ANAIS GINORI


ROMA - Non occorre essere una Cassandra per prevedere un autunno di proteste e scontri in piazza. Basta sentire cosa ha in mente Luca Casarini, guardare la sua lunga agenda di contestazione. «Non daremo tregua al governo - annuncia il leader padovano delle Tute bianche -. Il movimento si batterà contro il riarmo che Berlusconi vuole organizzare assieme alla Nato, contro la privatizzazione della sanità, per la difesa del contratto degli operai e per il diritto alla scuola». Casarini lancia anche un appello: «Nessuno deve tirarsi indietro: Berlusconi vuole colpire un diritto fondamentale, quello di manifestare liberamente il dissenso».
Un dissenso sempre più violento. A Napoli, il portavoce dei noglobal Francesco Caruso non esclude di armarsi contro la Nato.
«Francesco ha detto soltanto che non dobbiamo farci trovare impreparati rispetto a livello di violenza delle forze dell'ordine».
Ha detto anche: "Per fermarci dovranno sparare".
«E' chiaro a tutti che dopo Genova il livello dello scontro è cambiato. Noi continueremo comunque a rifiutare la logica militare».
Attaccando la polizia, non alimentate anche voi la violenza?
«Ma se tutto il mondo si è scandalizzato per quello che è successo a Genova! Anche il Wall Street Journal, considerato come il bollettino del capitalismo, ha usato toni durissimi contro la repressione della polizia italiana».
Però potreste rifiutarvi di fare le barricate.
«No, la verità è che dobbiamo sottrarci alla forbice in cui ci hanno messo: tra rinunciare a cambiare il mondo ed essere in pochi e militarizzati, dobbiamo cercare una terza scelta».
Sarà una scelta nonviolenta?
«Di fronte al rischio di essere ammazzati rivendichiamo il diritto alla protezione».
Le minacce a De Gennaro potrebbe venire da gruppi noglobal.
«Mi sembra una conclusione fatta apposta per criminalizzare il movimento. E questo mi convince ancora di più che il governo ha pianificato una strategia politica».
Quale sarebbe?
«Faccio io una domanda: perché vogliono annullare il vertice Fao, che noi consideriamo giusto e legittimo, mentre difendono la riunione dei guerrafondai della Nato che è fatta apposta per farci arrabbiare?».
Perché?
«D'ora in poi Berlusconi utilizzerà la presunta violenza del movimento per vietare alcune riunioni piuttosto che altre, secondo la sua convenienza, e con la stessa scusa comincerà a limitare le manifestazioni degli studenti, quelle dei lavoratori».
Non sta esagerando nella dietrologia?
«Dopo Genova, l'equazione del governo è: chi scende in piazza non può garantire per tutti, i gruppi violenti ci sono, non siamo in grado di gestirli, manifestare è pericoloso, quindi meglio non scendere in piazza».
La soluzione?
«Una mobilitazione più massiccia. Faccio appello a tutti, ai sindacati, a Cofferati: decidete da che parte stare, non potete più chiamarvi fuori. Presto anche i vostri diritti saranno minacciati».