La Stampa
Casini: i vertici internazionali non lacerino i poli
Mercoledì 8 Agosto 2001

Il governo chiede l’aiuto dell’opposizione: rinuncino alle manifestazioni
Mario Sensini
I SUMMIT TRA LE POLEMICHE ROMA «Il vertice della Fao a Roma e quello della Nato a Napoli non possono costituire elementi di lacerazione e di polemica tra le forze politiche». E’ il presidente della Camera, Pierferdinando Casini, a lanciare l’appello perché calino i toni dell’arroventato dibattito politico che si è impadronito, sulla scia delle polemiche post G8, anche del summit contro la fame del mondo e della riunione informale dei ministri della Difesa della Nato. «C’è un interesse nazionale da difendere tutti insieme, una dignità dell’Italia cui nessuno può ritenersi indifferente, indipendentemente dall’appartenenza alla maggioranza o all’opposizione» ha sottolineato Casini, giocando la carta della «continuità istituzionale»: «I problemi non vanno affrontati diversamente da come lo si sarebbe fatto in caso di un diverso esito elettorale».
L’intervento del presidente della Camera è giunto alla fine dell’ennesima giornata segnata da polemiche infuocate. «Mi auguro che nelle prossime ore - ha detto Casini - si possa ritrovare quel minimo comune denominatore che unisce tutti coloro che vogliono salvaguardare lo Stato e le istituzioni democratiche, senza accettare ricatti e senza fornire ai violenti l’alibi ingiustificabile di una permanente discordia politica». Fino a quel momento sia la maggioranza che l’opposizione erano rimaste ancorate alle rispettive posizioni. Il governo e la Casa delle Libertà intenzionate a spostare il vertice Fao di novembre e a confermare quello di Napoli della Nato a fine settembre, l’opposizione a fare esattamente il contrario, celebrare Roma e spostare Napoli.
Un primo tentativo di ricomposizione, per la verità, era stato condotto dal ministro dei rapporto con il Parlamento, Carlo Giovanardi, già nel corso della mattinata. «Se cambia il clima, se nascono elementi nuovi e viene meno questo atteggiamento di perenne sfida del centro-sinistra - aveva detto Giovanardi a Radio Anch’io - potremmo riprendere in considerazione l’idea di non spostare da Roma il vertice della Fao. Ma - aveva subito chiarito - vogliamo garanzie di ferro sul non uso della piazza, vogliamo che Violante e Veltroni prendano con decisione le distanze dagli Agnoletto e dai Casarini, vogliamo che tutta l’opposizione non pensi di ripetere la strategia di Genova: fare di tutto per buttare la croce sul governo». «Se vuole il governo ci contatti, sa quali sono i canali» era stata l’immediata replica del capogruppo Ds alla Camera, Luciano Violante, aprendo uno spiraglio al dialogo.
Per il momento nessuna decisione ufficiale è stata presa sui due vertici. Di entrambi, delle opportunità e dei rischi che comportano, il governo si occuperà collegialmente domani nel Consiglio dei Ministri. Potrebbe esserci una decisione sulla Nato, più difficilmente sul World Food Summit della Fao, per il quale sono state avviate complesse e non rapidissime consultazioni diplomatiche. Anche per questo la maggioranza continua a fare pressing sul centro sinistra. «La responsabilità di decidere se l’assemblea della Fao a Roma si possa tenere o no - ha detto il ministro delle Politiche comunitarie, Rocco Buttiglione - è in buona misura dell’opposizione. Quando c’è la certezza che gruppi di guerriglia urbana tenteranno di farle degenerare, esistono le condizioni per vietare ogni manifestazione». Diverso, secondo Buttiglione, il caso della Nato. «Una cosa è che di nostra iniziativa noi decidiamo di spostare un appuntamento internazionale, altro è che adesso sia un gruppo di facinorosi a decidere quali appuntamenti si possano tenere in Italia e quali no». Mentre il vice ministro delle Attività Produttive, Adolfo Urso, taccia di «ostruzionismo» la sinistra e la invita a scegliere se stare «con o contro la Nato», la Lega Nord va giù pesante con le accuse. «A volere il vertice Fao a Roma sono coloro - ha detto il vice presidente del Senato, Roberto Calderoli - che per anni hanno permesso la nascita dei gruppi violenti responsabili delle azioni teppistiche e terroristiche di Genova». «Il vertice Fao deve essere fatto a Roma perché l’Italia è un paese che è in grado tranquillamente di organizzare un evento del genere» ha replicato Rutelli, che alla Nato non ha accennato. Ci ha pensato Marco Rizzo dei Comunisti Italiani: «Il vertice di Napoli è un sopruso antidemocratico».