Corriere della sera 8 agosto 2001

ROMA - Nella sua relazione del 27 luglio, il comandante del ...

ROMA - Nella sua relazione del 27 luglio, il comandante del reparto mobile di Roma non si preoccupa di mettere nero su bianco i particolari sul gruppo di «personale inquadrato» vestito di nero che abbandona la scuola «Diaz» proprio nel momento in cui entrano gli agenti in divisa. E sabato 28, quando viene interrogato dal superispettore della polizia, Pippo Micalizio, il comandante Vincenzo Canterini si limita a riferire a voce quanto appreso dai suoi «capi nucleo» sul misterioso episodio. L’unica traccia documentale dei presunti poliziotti mascherati da Black Bloc rimane dunque solo nelle relazioni di servizio dei «capi nucleo» del reparto mobile di Roma che, però, non sono stati ascoltati da Micalizio perché di grado inferiore. Sono questi i passaggi chiave dell’inchiesta del Viminale sulla perquisizione della «Diaz» che permettono al sottosegretario Carlo Taormina di ravvisare una notizia di reato (omissione in atti d’ufficio) nei confronti di chi ha condotto l’indagine interna. Taormina, che in veste di avvocato aveva temporaneamente accettato di difendere Canterini, si è rivolto alla Procura di Genova e ora si dice molto dispiaciuto per le polemiche innescate dalla sua iniziativa: «Non parlo, non posso farlo per la carica istituzionale che ricopro». Ma gli ispettori della polizia confermano la correttezza dell’inchiesta interna: tant’è che la versione integrale della relazione di Canterini è stata consegnata al capo della polizia. Come mai, è la domanda che circola al Viminale, il comandante non ha inserito nel suo rapporto i particolari sui presunti poliziotti Black Bloc anche se riteneva di essere venuto a conoscenza di un particolare importante?