La Repubblica 9 agsto 2001 Attori austriaci ancora in galera proteste a Vienna, Fo solidale Incidente diplomatico anche sull'arresto di una quacchera Usa il caso WANDA VALLI -------------------------------------------------------------------------------- Genova - E adesso aspettano lunedì, i 15 artisti di strada austriaci, gli uomini e le donne del "VolxTheatreKarawane, in carcere con l'accusa di far parte anche loro dei "Black bloc", i razziatori di Genova nei giorni del G8. Lunedì sarà il Tribunale del Riesame a decidere se possono riavere la libertà, insieme con gli altri dieci compagni di strada e aggregati al gruppo. Intanto continua la mobilitazione internazionale sul loro caso, che tocca gli Stati Uniti perché, con gli austriaci, in carcere è finita una studentessa quacchera di 22 anni. Dopo la protesta del presidente austriaco, Klestil, rivolta al nostro presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, e l'arrivo di deputati e europarlamentari, ieri, a palazzo di Giustizia, si è chiuso a colloquio con il procuratore aggiunto, Giancarlo Pellegrino, Christian Prosl, ambasciatore, capo del dipartimento del ministero degli Esteri che si occupa dei cittadini austriaci all'estero. Massima fiducia nella magistratura, è l'unico commento, con la conferma che l'Austria non intende abbandonare i giovani artisti di strada. Li ha difesi il premio Nobel, Dario Fo: «E' molto grave che restino in carcere, è stata fatta una gaffe. Quei ragazzi parlavano austriaco, non sono stati capiti, si è pensato che fossero pericolosi estremisti». La storia degli artisti di strada, si trasforma in un caso mondiale, perché, in mezzo a loro, nel carcere di Voghera, è finita una studentessa americana. Si chiama, Susan Thomas, ha 22 anni, è quacchera e pacifista. Dal New Jersey, i suoi genitori hanno spedito email alla comunità dei quaccheri perché si mobiliti, e non mancano le critiche al presidente Bush, che i genitori di Susan accusano di averli abbandonati. Lei, studentessa di Teologia all'Università della Pennsylvania, ha ottenuto una borsa di studio di sei mesi per l'Università dei Gesuiti di Parigi. Ha spiegato così, a chi l'ha interrogata, perché ha scelto di venire a Genova. «Sono una giornalista free lance. Nel centro stampa c'era un convoglio teatrale con le persone che cambiavano di continuo e che avrebbero viaggiato per tutta l'Europa, a quanto ho capito avrebbero avuto anche il sostegno del governo austriaco». Il gruppo dei teatranti austriaci viene fermato dai carabinieri, la notte di domenica 22, a Uscio sulle alture a levante di Genova. Il gip chiede a Susan come mai lei era su quel furgone, perché non aveva lasciato Genova prima. Susan: «Volevo continuare il mio lavoro, sono stata alla conferenza stampa del Genoa Social Forum la domenica mattina, poi non mi sono sentita bene. Ho pensato di andar via subito». Susan racconta che, mentre va alla stazione per prendere il treno, incontra il gruppo dei teatranti austriaci e si unisce a loro, «per fare più in fretta a lasciare la città». Conclude: «Volevo capire come si applicava la non violenza a una manifestazione, e ho preso contatti con la rete Lilliput. Seguivo cortei e manifestazioni, per gli artisti austriaci facevo un po' da traduttrice». |