La Stampa
Il Gsf: «Noi ambigui? Semmai siamo stati
traditi»
|
Giovedì 9 Agosto 2001
|
LA REPLICA DEGLI ACCUSATI: FERMARE I TEPPISTI TOCCAVA A VOI
|
GENOA Social Forum «evasivo e sfuggente» sulle presunte
inclinazioni violente dentro il movimento? Macché: lorganizzazione che ha raccolto
e coordinato le sigle della protesta rispedisce al mittente, il capo della polizia Gianni
De Gennaro, ogni «insinuazione». «De Gennaro e Andreassi hanno saputo ogni nostro passo
in anticipo: avevamo comunicato le tappe della manifestazioni sui migranti, i cortei del
21 e anche il programma della disobbedianze verso la zona rossa». E allora? «Allora
dovremmo dire che siamo stati traditi noi», si appassiona Raffaella Bolini, quarantanni,
responsabile internazionale delArci e membro che sè occupata della questione
sicurezza nel consiglio di portavoce del Forum. «Dovremmo dire che noi ci sentiamo
traditi e abbiamo limpressione che le carte in tavola siano cambiate».
Traditi da chi? «Non voglio accusare nessuno perché saranno magistratura e Parlamento ad
accertare le responsabilità. Però una cosa la constato: ci viene rimproverato di esser
stati poco chiari negli incontri con la questura prima del vertice di Genova, quando
proprio noi avevamo impostato il dialogo con le istituzioni sulla base di trasparenza
assoluta e distacco totale dalla violenza. Poi in piazza abbiamo dovuto prender atto, con
sorpresa, che i violenti erano liberi di scorrazzare senza che nessuno li fermasse, e
tantissime persone pacifiche venivano trattate come fossero devastatori». Su questo,
dice, ci sono filmati, verbali di interrogatori e denunce a sufficienza.
In una giornata in cui Vittorio Agnoletto fa di tutto per non esporsi personalmente,
delegando a parlare una delle figure più impegnate nel Gsf («Sa, il problema è far
capire che siamo un movimento senza un leader ma con tanti portavoce. Del resto Raffaella
è quella che nel Forum ha la delega sullordine pubblico, quindi è giusto che parli
lei»), tocca a questa giovane donna con la voce da ragazzina spiegare il misto di stupore
e delusione con cui, nelle stanze del Forum, sono state accolte le parole di De Gennaro
davanti al comitato dindagine parlamentare: «Sono esterrefatta. Io a questi
incontri con polizia e carabinieri precedenti al summit cero, e ho seguito da vicino
tutte le fasi del nostro rapporto». Un rapporto basato sulla reciproca fiducia: almeno
così credeva lei: «Noi abbiamo sempre pensato di avere davanti i rappresentanti della
polizia democratica di un paese democratico. Nessuna preclusione verso De Gennaro, nessuna
verso Andreassi. Anzi, personalmente De Gennaro mi ha sempre ispirato fiducia. Adesso
ascolto le sue parole e mi verrebbe voglia di parlargli per capire».
Cosa direbbe al prefetto dei prefetti? «Che capisco la sua necessità di difendersi anche
solo dal sospetto. Ma lo faccia senza attaccare noi, che siamo le vittime e non i
responsabili di quello che è successo. Semmai individui i colpevoli, o contribuisca, per
quanto può, a farlo».
De Gennaro ha detto che non solo il black bloc ha partecipato agli scontri. La Bolini
risponde che la violenza «istituzionale» è del tutto estranea al Gsf. «Poi se cè
qualche singolo appartenente al patto sottoscritto dal Forum che ha reagito alle cariche,
lo ha fatto andando oltre il nostro accordo. Non lo so, non lo posso escludere, ma su un
punto eravamo stati chiari con De Gennaro nellincontro in prefettura del primo
luglio: quando lui ci ha chiesto di tenere alla larga anche eventuali teppisti che sinfilavano
nei nostri cortei, gli abbiamo detto senza equivoci che isolare i violenti tocca a loro.
Noi non abbiamo assolutamente i mezzi per farlo».
Tra laltro, aggiunge subito, non è neanche un compito che possa essere svolto da
qualcun altro che non sia un uomo in divisa: «O vogliamo accettare il principo delle
ronde leghiste, delle polizie personali, di chi si fa il suo esercito in casa? Noi
crediamo che in democrazia questo compito sia affidato ai poliziotti».
|
|