Corriere della sera 6 giugno 2001
Piano
sicurezza del G8, Amato contro il Polo
Il premier: si guardino
dallo scaricarmi colpe. Il Cavaliere: chiamati a gestire scelte infelici
- ROMA - La riunione tra i massimi rappresentanti degli otto Paesi più sviluppati del
mondo è ancora lontana, ma il palleggio sulle responsabilità per quanto potrebbe andare
storto a Genova tra il 20 e il 22 luglio è già cominciato. Un certo clima mite in vista
del passaggio delle consegne tra Giuliano Amato e Silvio Berlusconi si è incrinato nella
giornata di ieri, quando entrambi hanno dato mostra di temere di poter essere chiamati a
rispondere di smagliature nellorganizzazione che dovrà garantire sicurezza ed
efficienza sia a ospiti come George W. Bush e Vladimir Putin sia alla migrazione
temporanea dei circa duemila funzionari, cinquemila gornalisti e forse centomila
manifestanti previsti in città per il G8. «Si guardino bene dallo scaricare i problemi
su di me», ha dichiarato in mattinata il presidente del Consiglio uscente riferendosi
alla maggioranza che ha vinto le elezioni del 13 maggio. «Comunque vadano le cose, non ci
saranno meriti o demeriti del governo della Casa delle Libertà, chiamata a gestire la
scelta infelice di altri», sarebbe stata nel pomeriggio, secondo lagenzia Agi ,
la reazione del prossimo presidente del Consiglio durante lassemblea dei deputati di
Forza Italia. Un addebito al centro-sinistra, perché fu il governo di Massimo DAlema
a decidere che la sede del vertice doveva essere Genova. «Sono molto preoccupato per il
G8», ha detto Berlusconi, sottolineando la difficoltà di controllare «241 accessi»
alla zona riservata ai lavori, interdetta al pubblico e senza escludere provocazioni
«alla testa e in coda» ai cortei.
Singolare contesa, quella tra persone che si conoscono da decenni e negli anni Ottanta
erano legatissime. Nel sostenere che il piano per assicurare tranquillità a tutti «è
molto robusto», per lanciare il suo avviso Amato se lè presa con il berlusconiano
Franco Frattini, oggi di Forza Italia e suo collaboratore quando al governo cerano i
socialisti. A Frattini, che sta cercando di aprire un negoziato con i gruppi pronti a
manifestare, Amato ha attribuito di avergli rimproverato di non dialogare con le
organizzazioni non governative (Ong), interessate al vertice che riguarderà
globalizzazione e lotta alla povertà.
«Temo che ci sia dietro un intento politico, e lo devo trattare con durezza questo
intento: forse quello, prevedendo possibili difficoltà nellincontro di Genova, di
scaricare la colpa sul governo precedente. Ecco, se ne guardi bene», ha dichiarato il
capo del governo uscente alla fine di una riunione con le Ong. «Perché se ci saranno
problemi io non li imputerò al governo Berlusconi. Perché potrà capitare che ci siano
problemi dei quali il governo in carica non avrà la responsabilità. Ma si guardino
bene», ha continuato Amato.
Sul dirigente in ascesa di Forza Italia, altre parole sottilmente feroci: «E un mio
allievo, Frattini. Mi dispiace perché lho sempre considerato un bravo ragazzo, ma
nel fare politica usa evidentemente argomenti modesti, cosa che quando era mio consigliere
giuridico non capitava». Il commento dellex allievo è arrivato più tardi. «Non
avevo in particolare criticato la mancanza di dialogo con le Ong, bensì il ritardo nella
risposta alle associazioni politiche sociali e, in generale, del Genoa global forum »,
ha affermato Frattini. «Per quando riferitomi da Lilliput, non avevano e non hanno avuto
risposta alle domande di spazi per cortei e manifestazioni», ha aggiunto.
La delegazione ricevuta da Amato raccoglieva 18 organizzazioni della Genoa non
governamental initiative , da «Sdebitarsi» allIstituto affari internazionali
che ha subito di recente un attentato brigatista. Il Genoa social forum del quale
parla Frattini raggruppa 522 sigle: ha ribadito il carattere «non violento» delle
proteste confermando allo stesso tempo di voler isolare la «zona rossa» del G8 «con laccerchiamento
dei corpi», una catena umana. Nel ribadire che le Ong avranno spazi per dimostrazioni e
discussione, Amato ha spiegato che quello chiesto era suscettibile di infiltrazioni. Se
gli spazi li avessimo già concessi noi, è stata la sua tesi, avremmo fatto «un pessimo
servizio al governo Berlusconi» che dovrà trattare. «Possiamo augurarci che situazioni
difficili non ci siano, ma non escludere», ha fatto presente. Berlusconi, più diretto:
«In mezzo a tanti che vogliono compostamente manifestare le loro opinioni, qualche
provocatore ci sarà senzaltro e, se si scatenano gli scontri, finisce che anche
qualcuno dei pacifici finisce per arrabbiarsi...».
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Maurizio
Caprara |
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