Corriere della sera  1 luglio 2001
«Genova non è più una città blindata»

Sì ai cortei, De Gennaro abolisce la zona gialla. Soddisfatti i contestatori. Ma l’ala estrema non ci sta

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
GENOVA - «Abbiamo conseguito un risultato importante, siamo moderatamente soddisfatti. Genova non sarà una città blindata. Potremo manifestare e l’accoglienza sarà assicurata», annuncia Vittorio Agnoletto. Microfoni, telecamere, cronisti assiepati nel cortile di Palazzo Spinola. Fumata bianca, dopo 6 ore di serrato confronto tra i 13 rappresentanti dei «ribelli istituzionali» anti-G8, guidati dal medico milanese, e il capo della Polizia, Gianni De Gennaro, affiancato dal prefetto Antonio di Giovine e dal questore Francesco Colucci.
Incontro cordiale, quello di ieri: botta, risposta, break di metà pomeriggio, bibite e tramezzini; mentre il capoluogo ligure, oppresso dal caldo, ha vissuto qualche momento di tensione. I militanti di Forza Nuova, per rievocare «i gravi fatti di piazza del ’60» (rossi contro missini, caduta del governo Tambroni), dopo il divieto di manifestare per motivi di ordine pubblico, si sono asserragliati in una pizzeria del quartiere residenziale di Albaro. Dal centro, un corteo di autonomi minacciava la spedizione punitiva contro i fascisti. Forze dell’ordine schierate e ripensamenti in extremis hanno evitato il contatto.
Ma torniamo alla mezza vittoria ottenuta dagli anti-G8. «Purtroppo, restano ancora in piedi questioni gravi; limitazioni su cui non siamo d’accordo», puntualizza il portavoce del Genoa Social Forum. Il giudizio politico: «Dopo la latitanza dell’esecutivo di centro-sinistra, il ritardo di quello di centro-destra, il governo di Berlusconi è diventato finalmente un interlocutore. Che pare credibile». Quindi, Agnoletto spiega i termini del compromesso.
I punti del contendere erano sostanzialmente tre: frontiere aperte per poter raggiungere Genova e manifestare; accoglienza ampia e dignitosa, abolizione della zona gialla (vincolata al divieto di dibattiti, volantinaggi, manifestazioni). Le risposte di De Gennaro? Accesso libero alla città attraverso le autostrade, dai caselli di Levante; treni in arrivo e partenza dalla stazione Brignole. Chiusa invece la Centrale di Porta Principe, e un paio di ingressi autostradali da Ponente. Nessun blocco ai confini, ma le forze dell’ordine potranno controllare i documenti d’identità. Viene concessa una vasta area di accoglienza, ancora a Levante, nel quartiere di Marassi (escluso lo stadio), con fruizione di complessi sportivi, palestre, scuole.
Spazio-concerti sulle alture della città. Abolita la zona gialla, escluso il Ponente, che resta rigorosamente off limits. I cortei? «Li farete - assicura il capo della Polizia -. Ma tratterete con il questore le linee dei percorsi».
Agnoletto, dunque, se ne va abbastanza contento. Eppure non è ancora chiaro «chi ha messo nel sacco chi». Dall’ala più dura del Genoa Social Forum, infatti, arrivano segnali di guerra. L’ entourage di Luca Casarini, leader delle Tute Bianche, fa sapere che il giudizio sul risultato dell’incontro è assolutamente negativo. E che le «elargizioni» di De Gennaro altro non sono che «restrizioni al libero diritto di manifestare». Una bluff , insomma. Fine dei discorsi, la partita si giocherà in piazza. Le Tute Bianche intendono rilanciare «l’azzeramento del G8» e promettono, per i prossimi giorni, un documento durissimo contro il governo. Che ne sarà allora della moderata soddisfazione di Agnoletto? Il rischio di spaccatura tra falchi e colombe è più che una previsione.
Marisa Fumagalli