La Stampa
Sabato 30 Giugno 2001
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Berlusconi preoccupato: cè molto da
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Sopralluogo a Genova. «I nostri ospiti ci
giudicheranno»
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Ugo Magri
inviato a GENOVA «Cè molto da fare», sospira Silvio Berlusconi al termine del
sopralluogo genovese. Ha appena visitato il Palazzo Ducale, la Stazione marittima, i
Magazzini del cotone. Ha ispezionato la Prefettura e il Palazzo del principe. E
salito sul motoscafo per un colpo docchio dal mare. Insomma, unidea di come
procedono i preparativi del G8 il premier se lè fatta. Però lunico commento
concesso in pubblico è quel «molto da fare», che sottintende un mezzo disastro, lavori
arretrati o lasciati colpevolmente a metà.
Alcune cose gli sono piaciute. Innanzitutto Genova, che ha trovato «bellissima»
(concetto non a caso ribadito dai due ministri accompagnatori, Claudio Scajola e Pietro
Lunardi). Poi ha gradito i restauri del Palazzo Ducale, dove si riuniranno gli otto Grandi
per i loro vertici. Ha pure apprezzato la Stazione marittima, nonostante landirivieni
di operai ed elettricisti. E qui finiscono le note liete.
Quelle negative si sono colte appena il capo del governo sè affacciato da un
balcone del Palazzo Ducale, e ha guardato giù in piazza. «Si presenta male», è stato
il suo commento, «è tutta soffocata e piena di cartelloni pubblicitari» (accanto a lui
Umberto Vattani, commissario ad hoc per il G8, prendeva buona nota). Uscendo dal portone
principale, Berlusconi ha additato al sindaco Pericu un edificio in disordine: «Là ci
vorrebbe una bella mano di pittura». «Ma quello è un edificio storico...», ha
debolmente protestato il sindaco, mentre il premier già puntava lindice su un altro
stabile in fondo alla piazza: «Guardi lassù, tutte quelle antenne a vista: non ci fanno
certo una bella figura, veda di farle togliere».
In tre ore di «check up», calcola il portavoce e sottosegretario Paolo Bonaiuti, «avrà
dato quaranta o cinquanta suggerimenti operativi». Pericu ha confidato poi che Berlusconi
presta unattenzione quasi maniacale allarredo. Lo pretende funzionale,
pratico, ma pure corrispondente allidea berlusconiana del bello quale si evince
dalle sue lussuose dimore, concepite a mo di corti rinascimentali: «Fiori, mi
raccomando, voglio tanti fiori e tante piante ovunque per rendere più gradevole lambiente
del summit. E poi mettete buone luci, sennò le fotografie dei protagonisti vengono
smorte. E le tende per le finestre, e le carte da parati, e i mobili, e i quadri...». E
in gioco, ha spiegato più e più volte il Cavaliere a chi gli stava intorno, limmagine
internazionale dellItalia: «Da come ci presenteremo tra venti giorni, i nostri
ospiti giudicheranno il paese che siamo».
Il più sotto pressione è Vattani. Un mese fa ha ricevuto dal premier lincarico di
fare miracoli. Lui ci sta mettendo tutto limpegno. «Quel brutto silos in fondo al
porto sparirà», ha promesso ieri, «e così pure le chiatte». Berlusconi (scettico):
«Siamo proprio sicuri?». Vattani: «Copriremo tutto con un tendone». Berlusconi:
«Allora fate anche togliere le impalcature a quel palazzo fatiscente laggiù. Sono un
pugno nellocchio». Vattani: «Vero, ma non si sa bene chi sia il proprietario...».
Berlusconi: «Beh, trovate un modo. E poi, in questo piano della Stazione marittima
mancano ancora i pavimenti. Siamo in ritardo». Vattani: «Non si preoccupi, presidente,
li sistemeremo con un parquet di rovere».Tra una decina di giorni, il Cavaliere tornerà
a Genova per rifare daccapo il giro e controllare personalmente che tutti i suoi precetti
siano stati applicati. A cominciare dalla mega-sala stampa per i giornalisti, di cui
Berlusconi non è per nulla contento. Ha obiettato su sfondi e scenografie, luci e
ribalte, un po coreografo e un po impresario. Pietro Lunardi, ministro per le
grandi opere, appariva invece ben più soddisfatto: «Genova ha ricevuto un lifting
straordinario, i nostri tecnici sono stati bravissimi. Pensate che certe autorizzazioni ai
lavori sono arrivate appena due mesi fa...». A sentire Berlusconi, cè da
rimboccarsi di corsa le maniche; secondo Lunardi, invece, «meglio di così non potevamo
affrontare lemergenza. Per risolvere problemi, come il traffico, ci vorrebbero anni.
Limportante è finire i lavori in tempo. Mi basterebbe unora prima che cominci
il G8».
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