Manifesto 29 giugno 2001

Genova, l'esercito si ritira
"Una prima vittoria". Dopo l'incontro alla Farnesina tra i rappresentanti del Genoa Social Forum e il governo, dietrofront sull'invio dei soldati. Resta il nodo degli spazi a disposizione dei manifestanti

Poco meno di due ore, tanto è durato il colloquio alla Farnesina tra i rappresentanti del Genoa social forum e i ministri Renato Ruggiero e Claudio Scajola, rispettivamente titolari dei dicasteri degli esteri e dell'interno. Poco più di sei mesi, tanto era invece durata l'attesa, dopo il primo appello all'allora governo Amato e al ministro dell'interno Enzo Bianco. Alla fine, l'incontro c'è stato e, stando alle parole del portavoce del Gsf, Vittorio Agnoletto, si è trattato di "una vittoria", perché il governo ha dovuto riconoscere come interlocutore il movimento e in qualche modo scendere a patti. "Abbiamo detto a Ruggiero che lo riteniamo uno dei principali responsabili dei disastri della globalizzazione", ha detto Agnoletto uscendo dalla Farnesina. Poi ha continuato: "Gli abbiamo anche detto che il Wto non è una organizzazione democratica e lo abbiamo invitato a partecipare al nostro forum pubblico, dal 16 luglio a Genova. Come ex direttore del Wto".
Di confronto "utile" ha parlato anche Ruggiero, che da consumato diplomatico ha sottolineato come "per il primo giorno dei lavori del G8 è previsto un incontro con il segretario generale delle Nazioni unite Kofi Annan", e che i temi in agenda sono proprio quelli che stanno a cuore ai contestatori: dalla lotta alla povertà alla riduzione del debito alla lotta all'aids". Non solo. Il ministro degli esteri ha annunciato che il presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi riceverà a pranzo, il 20 luglio, il presidente nigeriano Olusegun Obasanjo, quello sudafricano Tabo Mbeki, del Mali Pumar Konarè e il primo ministro del Bangladesh Sheik Hasina. Ma sui contenuti del vertice il dialogo rimane difficile, mentre resta aperto sulle questioni più tecniche, vale a dire la concessione degli spazi per le iniziative e i cortei, e la gestione dell'accoglienza. A questo proposito per domani è previsto un incontro del Gsf con questore e prefetto di Genova, e con il capo della polizia De Gennaro.
Il ministro dell'interno Scajola ha invece sconfessato la linea dura di Gianfranco Fini. Se pure la polizia, secondo il ministro, non sarà disarmata, garantirà però l'ordine pubblico con gli strumenti in dotazione e non con le armi da fuoco come a Goteborg. Dunque, manganellate, lacrimogeni e idranti. Inoltre, il ministro ha garantito che l'esercito avrà il solo compito di proteggere porto e aeroporto, e non verrà utilizzato per compiti di ordine pubblico. Ma i problemi restano, a partire da domani, quando i neofascisti di Forza nuova dovrebbero scendere in piazza nonostante i divieti. E ad accoglierli troveranno la Genova antifascista.