La Repubblica 2 luglio 2001 Salisburgo,
prove di G8
il popolo di Seattle all'attacco Scontri con la polizia per
il World Economic Forum
L'ala dura del movimento antiglobalizzazione in piazza, numerosi arresti
ANDREA TARQUINI
BERLINO - Torna in piazza in Austria, in occasione del World Economic Forum di
Salisburgo, la protesta del movimento antiglobalizzazione. E in un pessimo auspicio per il
G8 a Genova, torna soprattutto come azione violenta. Centinaia di giovani dimostranti, in
buona parte incappucciati e vestiti con le tute nere simbolo dell'ala ultrà del
movimento, hanno affrontato più volte migliaia di poliziotti e gendarmi austriaci in
tenuta antisommossa per diverse ore, ieri pomeriggio. Decine di feriti, diversi fermi e
almeno un arresto sono il bilancio degli scontri.
«Rovesciamo il potere di banche e multinazionali», e anche «no al fascismo economico
mondiale», erano gli slogan dei dimostranti, insieme a «le strade sono nostre». Oltre
seicento giovani, a detta della polizia - duemila e passa secondo le organizzazioni che
hanno guidato la protesta - hanno sfilato in diversi punti del piccolo centro storico di
Salisburgo spingendosi fino ai cordoni di polizia che lo hanno isolato in una cinta
d'assedio. Poliziotti e gendarmi, che hanno ricevuto cinquemila uomini in rinforzo da
Vienna e da altri Laender del paese, proteggono la riunione del World economic forum
dedicata alle prospettive dell'allargamento a est dell'Unione europea, e che vede riuniti
nella città austriaca i presidenti di Austria, Lituania, Polonia, Romania, Ucraina,
Bulgaria, Croazia e Macedonia insieme a uomini politici, banchieri e uomini d'affari
dell'Europa occidentale.
«La maggior parte dei giovani si limita a far chiasso e a gridare slogan, a fare
volantinaggio e ad agitare finti scudi protettivi di polizia issati su lunghi bastoni, ma
ci sono anche molti ultrà che lanciano pietre», riferiscono le radio locali. I
manifestanti del "popolo di Seattle", affermano gli ufficiali di polizia e
gendarmeria, sembravano intenzionati non a rompere i cordoni delle forze dell'ordine ma
piuttosto a testarli in una strategia di continue azioni di disturbo. Quel che conta per
gli attivisti antiglobalizzazione, in questa loro prima sortita di rilievo dopo i
gravissimi scontri a margine del vertice europeo di Goteborg, in Svezia, è esser riusciti
a scendere in piazza nonostante le severissime misure di sicurezza. Il governo austriaco
infatti aveva addirittura reintrodotto i controlli al confine sospendendo per l'emergenza
gli accordi di Schengen sulle frontiere aperte nella Ue. Controlli d'identità ieri e
l'altro ieri sono stati massicci e sistematici su tutte le autostrade e sui treni in
transito e in arrivo a Salisburgo.
Su questo sfondo, e in vista del G8, cresce l'allarme dei responsabili dell'ordine
europei, soprattutto tedeschi. Alti dirigenti dell'Ufficio per la difesa della
Costituzione (il Sisde di Berlino) hanno detto al settimanale Focus di temere un ritorno
della lotta armata di estrema sinistra sull'onda della protesta antiglobalizzazione. |