Manifesto 8 luglio 2001

I santi fischi dei papaboys
Tremila scout, suore e missionari si incontrano a Genova per discutere di povertà e debito estero. Contestano il segretario generale della Farnesina Vattani e applaudono il cardinale Tettamanzi. "No alla globalizzazione che aumenta le disuguaglianze", dice l'arcivescovo. Presentato il "manifesto ai leader del G8"
MIMMO DE CILLIS * - GENOVA

Applausi a Tettamanzi, bordate di fischi a Vattani. Il popolo dei giovani cattolici, riunito ieri al teatro Carlo Felice di Genova per un forum in preparazione al G8, perde le staffe quando il segretario generale della Farnesina elogia la globalizzazione perché "ha permesso all'Italia di entrare nel novero delle grandi potenze mondiali". Eppure l'assemblea non era delle più scomposte: circa tremila giovani di oltre 60 associazioni cattoliche, convenute a Genova su iniziativa della Cei, per fare sentire la propria voce e presentare il "Manifesto ai leader del G8". Un manifesto sui temi del "popolo di Seattle" (povertà, debito, ambiente), benedetto dal cardinale Dionigi Tettamanzi, da consegnare proprio nelle mani di Umberto Vattani, responsabile dell'organizzazione del G8 di Genova. Ma l'intervento del segretario generale ha fatto perdere la pazienza alle "sentinelle del mattino", felice definizione di papa Wojtyla per quei giovani che, dopo la Giornata mondiale della gioventù, proseguono il loro impegno in organizzazioni come Azione Cattolica, Acli, Comunità di Sant'Egidio, Rinnovamento nello spirito, Focolarini, Focsiv, Gioventù francescana e diverse congregazioni missionarie.
I presenti non hanno gradito il giudizio di Vattani sui paesi poveri che non sono riusciti a crescere, ha detto il segretario, "perché non hanno ancora i mezzi per farlo". Un salvataggio in corner Vattani l'ha tentato auspicando una riforma dell'Onu in senso democratico e una partecipazione delle Organizzazioni non governative come osservatori permanenti all'Ecosoc, l'agenzia Onu che si occupa dei problemi di economia sociale. Ma il tentativo è valso a poco, e c'è voluto l'intervento del moderatore per richiamare l'assemblea all'ascolto. Vattani ha poi ribadito, in conferenza stampa, che sulla remissione del debito estero ai paesi poveri il governo italiano è intenzionato "ad andare avanti al 100%", e ha annunciato l'impegno del governo su due temi nuovi: potenziare il ruolo della donna nella risoluzione dei conflitti e quello delle imprese private per uno sviluppo economico e sociale sostenibile.
"Vattani dimentica che il ministro Ruggiero non è d'accordo con l'applicazione della Tobin tax", ha risposto con prontezza Sergio Marelli del Focsiv, organizzazione di volontari che opera in tutto il mondo. E lo stesso Riccardo Moro, economista, portavoce del forum cattolico, gli ha ricordato la "violenta arroganza culturale" che in passato ha caratterizzato le politiche liberiste dei paesi occidentali e degli operatori internazionali, adoratori del dio mercato, capace da sé di fornire ricchezza a tutti.
Parole di replica altrettanto ferma sono venute dal cardinale Dionigi Tettamanzi, vero deus ex machina di questo incontro, arcivescovo della città ospitante, vicino al "popolo di Seattle", voce coraggiosa e isolata di una gerarchia ecclesiale che non guarda con favore alla mobilitazione della società civile e dei cattolici contro il G8.
Tettamanzi ha ribadito il secco "no" alla globalizzazione attuale, che acuisce squilibri e devianze, considerando i poveri soggetti passivi. Il cardinale ha sottolineato il ruolo determinante del volontariato e dell'impegno in politica dei giovani, richiamando la stagione culturale del '68, feconda di impeto e passione. Da quella stagione, che fu preceduta dalla Populorum Progressio di Paolo VI (1967) si può attingere la coscientizzazione diffusa della società civile e la dilatazione degli orizzonti: "Il divario fra popoli ricchi e poveri deve interessare tutti", ha detto Tettamanzi. "Ci sono oggi 400 miliardari che detengono quasi la metà di tutta la ricchezza che, nel disegno di dio e per le esigenze comuni di giustizia, dovrebbe essere redistribuita a sei miliardi di persone nel mondo".
Dopo la mattinata dedicata alla riflessione, l'assemblea cattolica si è frammentata nel pomeriggio in commissioni di studio su temi specifici quali povertà e debito, commercio internazionale, conflitti e ruolo delle istituzioni internazionali, ambiente.
Il messaggio di speranza e solidarietà lanciato dai giovani cattolici ha assunto anche una forma musicale, con un concerto della Hope Music (il gruppo musicale di Torvergata 2000) e altri cantautori cristiani. In serata, una grande marcia per la pace e una preghiera conclusiva.

* Lettera 22