Manifesto 8 giugno 2001

Città aperta o blindata? Sbarrata
VERSO GENOVA Sbarre di metallo alte due metri chiuderanno gli accessi alla "zona rossa" nei giorni del G8
ANGELO MASTRANDREA

Sono alte all'incirca due metri, lisce e scivolose per impedire qualsiasi scavalcamento. Si tratta delle barre metalliche con le quali saranno chiusi i varchi di accesso alla "zona rossa" di Genova e contro le quali cozzerà chiunque abbia intenzione di mettere piede nella zona vietata. La misura dovrebbe servire a liberare le forze dell'ordine dal compito di sbarrare la strada ai manifestanti e consentire loro di occuparsi solamente dell'ordine pubblico.
E così, la città di Genova si presenta sempre più blindata in vista del G8 di luglio. Con buona pace del sindaco Giuseppe Pericu, che ieri ha convocato una conferenza stampa per rassicurare il Genoa social forum sull'agibilità della città, ma soprattutto i genovesi, costretti a sopportare una lunga serie di disagi. Secondo Pericu, infatti, l'ordinanza del prefetto che chiude gran parte della città in una "zona rossa" e in un'altra "gialla" sarebbe modificabile. Il problema è che una eventuale deroga dovrà essere decisa dal governo e non da lui. Comunque, sul "coprifuoco" genovese il Prc ha annunciato un'interrogazione parlamentare. "Riteniamo che le ong, se manifesteranno pacificamente, debbano poterlo fare. Abbiamo chiesto al governo che sia garantita la sicurezza dentro e fuori la 'zona rossa' e che, se vi saranno delle teste calde, si provveda a raffreddarle", ha continuato. Poi, rivolto ai genovesi, li ha invitati a non preoccuparsi e a guardare agli aspetti positivi che il G8 ha portato alla città. Poi ha annunciato: "Chiederò che le autostrade da Voltri a Pegli vengano interdette al traffico pesante a partire da mercoledì 18 luglio e che la società autostrade accetti il transito gratuito all'ingresso dei caselli cittadini", per compensare i disagi causati dalla chiusura della sopraelevata. C'è poi il problema dei treni, che potrebbero essere bloccati alle porte della città, a Voltri, Nervi e Bolzaneto: "Siamo coscienti che occorre una limitazione del traffico ferroviario, ma deve essere contenuta". A garantire la blindatura della città ci saranno anche non più di duemila uomini delle forze armate: un migliaio dell'esercito (tra cui i parà della Folgore), il resto della Marina e dell'Aeronautica. Tutti con funzioni logistiche, di antiterrorismo e antisabotaggio, e non di ordine pubblico.
Nessuna notizia, invece, sul versante dell'accoglienza. Ieri mattina, alcuni esponenti del Genoa social forum hanno incontrato i rappresentanti della Provincia per la concessione di spazi per l'accoglienza. Ma la gran parte delle strutture è di proprietà comunale, e comunque le concessioni sono subordinate alla volontà del governo. L'ipotesi più plausibile è che la cittadella degli anti-G8 venga localizzata nella zona di Quarto, da dove dovrebbe partire il corteo del 21. Ma anche per le manifestazioni non c'è ancora alcuna autorizzazione. Per il corteo del 19, quello degli immigrati, gli organizzatori chiedono la partenza dalla zona di Principe, poi attraverso l'intera "zona rossa", da ponente a levante, l'arrivo a Marassi. "Per noi è simbolicamente importante l'attraversamento del centro storico, perché lì vive la gran parte degli immigrati", dice Paolo del centro sociale Zapata. Alle manifestazioni già previste si aggiunge il corteo organizzato per il 20 dai sindacati di base (Cub), che dovrebbe partire da Sampierdarena in direzione centro storico. Intanto Arci e Legambiente hanno lanciato un referendum autogestito per chiedere l'opinione della gente su diverse questioni, dagli ogm all'uranio impoverito. Mentre la riunione dei ministri degli esteri, prevista a Portofino il 18 e 19 luglio, è stata trasferita per motivi di sicurezza a Roma. Faccendo fallire la prevista sfilata di moda.