La Repubblica 29 giugno 2001
G8, dialogo senza accordo
I contestatori dai ministri. "Garantito il diritto di corteo"
ANAIS GINORI
ROMA - Non c'è ancora accordo ma un dialogo è stato avviato. E' durato quasi due ore il
primo faccia a faccia tra il governo e i leader del "popolo di Seattle" sul G8.
«Le posizioni sono ancora lontane. Parliamo due linguaggi totalmente diversi» dice
uscendo dalla riunione Vittorio Agnoletto, portavoce del Genoa Social Forum, la
federazione dei gruppi antagonisti al vertice di Genova. Lo stesso Agnoletto però
precisa: «Ci sono state due vittorie: la garanzia di poter manifestare per le strade di
Genova e la smentita di un utilizzo dell'esercito in città».
Su tutto il resto c'è ancora da discutere. Manca un accordo sulla zona gialla (area di
sicurezza tra città e zona del vertice), sull'accoglienza dei manifestanti, sull'accesso
alla città tramite strade e stazioni, e sull'apertura delle frontiere. Posizioni ancora
distanti, dunque. La logistica del controvertice, che si svolgerà in concomitanza con
quello ufficiale tra il 20 e il 22 luglio, rimane in alto mare. «Mancano poche settimane
e ancora non ci sono certezze» dice il Genoa Social Forum. Ma il governo ritiene già un
successo aver portato a un tavolo di discussione gli antagonisti. Così, ieri pomeriggio,
pochi minuti dopo la dichiarazione di "incomunicabilità" di Agnoletto, il
ministro degli Esteri, Renato Ruggiero, affrontava i giornalisti con sorrisi e commenti
ottimistici sul futuro del G8: «E' stato un incontro utile».
Da abile diplomatico, Ruggiero si è presentato a questa prima riunione, attesa dai
contestatori come una sorta di resa dei conti, con un documento di apertura al movimento.
Un'ulteriore conferma della linea morbida lanciata da Berlusconi all'indomani degli
scontri di Goteborg, durante il vertice europeo del 15 giugno. «Sarà un G8 aperto a ogni
contributo e dedicato ai temi della povertà e dello sviluppo» ha detto Ruggiero
presentando una lista di leader dei paesi in via di sviluppo invitati al summit. Tra i
nomi: Thabo Mbeki, presidente del Sudafrica, Olusegun Obasanjo, presidente della
Repubblica del Nigeria e presidente di turno del G77, Sheik Hasina, primo ministro del
Bangladesh. Ruggiero ha anche ricordato che al G8 si parlerà della lotta all'Aids con il
segretario dell'Onu Kofi Annan. Inoltre, il ministro ha proposto al Genoa Social Forum di
portare al summit degli otto leader un documento comune con le loro richieste.
«La situazione dei problemi del mondo di oggi sono di natura e dimensione molte volte
inaccettabili» è stato il commento di Ruggiero. L'ex direttore del Wto ha annunciato
anche un'altra mossa a sorpresa, che ha spiazzato i contestatori: su questi problemi ci
sarà a Roma un vertice preliminare al G8. All'incontro organizzato con il presidente
della Repubblica Ciampi, parteciperanno nove personalità di «indiscussa autorità
morale», tra cui Nelson Mandela, Rigoberta Menchù, Amartya Sen.
Agnoletto e gli altri sei rappresentanti della contestazione non hanno accettato nessuna
di queste due proposte: «Sulla lotta alla globalizzazione abbiamo organizzato un global
forum con oltre 100 ospiti stranieri» ha detto Fabio Lucchesi della Rete Lilliput. E' il
global forum che dovrebbe iniziare a Genova dal 15 luglio, sempre che venga garantito uno
spazio. Agnoletto ha invece insistito sulle garanzie a manifestare il dissenso. «Voi
volete una globalizzazione del mercato, noi dei diritti» è stata la battuta del
portavoce del Gsf. E quindi rimangono aperti i punti per cui i contestatori erano arrivati
alla Farnesina: disponibilità dello spazio a Genova per il global forum, abolizione della
zona gialla, piena mobilità dei manifestanti. Il ministro Claudio Scajola, presente
all'incontro con il capo della polizia Gianni De Gennaro, è stato possibilista: «La zona
gialla si può rivedere - ha spiegato - e l'accesso alla città sarà garantito ai
manifestanti così come per l'accoglienza abbiamo reso disponibili numerosi spazi a
Levante». Sulla richiesta di disarmo della polizia, Scajola è stato invece categorico:
«I nostri agenti devono garantire la sicurezza dei capi di Stato e di tutti cittadini e
non possono essere disarmati».
L'accordo sugli aspetti logistici della protesta rimane da trovare. Domani mattina, De
Gennaro incontrerà di nuovo i rappresentanti del Genoa Social Forum alla prefettura di
Genova. Sarà lui a enunciare le condizioni del governo per la manifestazione del 21
luglio e per l'accoglienza e la mobilità degli oltre 100mila manifestanti che stanno
arrivano nel capoluogo ligure. Agnoletto ha dato un ultimatum per ottenere delle risposte:
«Domani sarà l'ultimo appuntamento possibile per concordare una linea comune. Dopo
andremo avanti da soli». |