La Stampa
Venerdì 6 Luglio 2001

Social forum
Al comizio dei metalmeccanici
Roberto Giovannini
ROMA A Piazza Duomo, sul palco del comizio per lo sciopero dei metalmeccanici ci sarà anche lui, Vittorio Agnoletto, il portavoce del Genoa Social Forum. Prenderà la parola, e inviterà i lavoratori organizzati nei grandi sindacati a partecipare attivamente alle battaglie contro gli effetti perversi della globalizzazione. Ma si rassicuri chi a destra - sicuramente esagerando - già vede una preoccupante alleanza tra la masse operaie «rosse» e i movimenti del popolo di Seattle: l’alleanza (su cui scommette Bertinotti) per ora non c’è, se non in una forma molto simbolica e tenue. La Fiom-Cgil è l’unica organizzazione sindacale ad avere aderito al vasto cartello di associazioni che anima il Genoa Social Forum. Ma si tratta di una adesione politica, dicono alla Fiom, non nascondendo un certo imbarazzo. E la presenza di Agnoletto in piazza a Milano, il suo intervento dal palco ufficiale: «Il nostro è uno sciopero contro Federmeccanica - replicano dal sindacato - dopodiché accettiamo di buon grado che venga espressa solidarietà alla nostra lotta per il contratto».
Il lavoro di Agnoletto è quello di medico, proprio in una fabbrica metalmeccanica. All’appuntamento a Piazza Duomo lui guarda con fiducia, e spiega che «l’attenzione al sindacato è importante: del resto, il sindacato è stato parte integrante del movimento a Seattle come a Porto Alegre. Certo - spiega - a volte ci sono spinte protezionistiche, chiusure nei confronti dei problemi delle realtà più deboli. Ma io sono convinto che sia necessaria una alleanza storica tra i lavoratori dei paesi ricchi e i poveri». Uno dei fenomeni contro cui dovrebbe battersi questa alleanza è la delocalizzazione produttiva, «che non porta sviluppo ma semina povertà». Nel mirino, gli impianti delle grandi multinazionali ma anche le aziende che costruiscono fabbriche nel Mezzogiorno d’Italia, «dove le condizioni dei lavoratori sono peggiori di quelle dei lavoratori del Nord». Concetti che Agnoletto è andato a ripetere davanti ai cancelli dell’Alfa di Arese (probabilmente destando scarsi entusiasmi in casa Fiom).
Insomma, un rapporto non facile tra «vecchi» e «nuovi» movimenti. Sentiremo la reazione dei metalmeccanici in piazza. Che però quasi certamente appoggeranno la campagna del Gsf per «la globalizzazione dei diritti» di chi lavora. Diritti che anche nel «ricco Nord del mondo» sembrano svanire gradualmente.