Corriere della sera 27 giugno 2001
IL PROGETTO
Manu Chao, i soldi del concerto per un centro dei
contestatori
- DAL NOSTRO INVIATO
GENOVA - E sul palco irrompe don Gallo, il prete dei poveri: «Sono qui a rappresentare il
Genoa Social Forum, approfittando di questo concerto...». Sciarpa rossa al vento, per
qualche minuto il «contestatore in nome di Dio» ruba la scena a Manu Chao, il
«clandestino». Così, il grande evento musicale di Genova si trasforma in un piccolo
comizio anti-G8. Complice la star internazionale, entusiasti i 15 mila giovani che ieri
sera hanno affollato lex area industriale di Campi.
Quello di don Gallo è qualcosa di molto più concreto di un proclama. Lui va al sodo:
«Visto che la città non ha ancora provveduto ad un minimo di accoglienza, abbiamo
pensato di essere i primi ad organizzare un punto di ristoro. Manu Chao è entusiasta
della proposta». In parole povere significa che parte dei 350 milioni ricavati dal
concerto, serviranno per realizzare il progetto «prima accoglienza». Il don continua il
discorso, rivolgendosi ai signori della Terra e alle migliaia di manifestanti che verranno
a Genova, per dire che «la Terra è di tutti, credenti e no». Poi, il grido: «Faccio
appello ai genovesi di essere presenti durante il G8, al sindaco, al presidente della
Regione. Il cardinale mi ha detto che ci sarà. In democrazia, non cè zona rossa,
gialla, verde... A voi giovani dico grazie, tirate su la testa. E hasta la victoria,
siempre ».
Sventola ancora la sciarpa, mentre un boato di urla e di applausi benedice luscita
del sacerdote. Adesso la scena è tutta per Manu Chao. Il prete dei diseredati e dei
contestatori, perennemente con il mezzo toscano tra le labbra, ha preso unautentica
cotta per il «clandestino», e, ancor prima di salire sul palco, al suo fianco, a
proclamare il sodalizio nel segno della contestazione, racconta come lha conosciuto,
che cosa si sono detti durante la cena di lunedì alla trattoria «La Lanterna», gestita
dai suoi ragazzi della comunità di San Benedetto al Porto.
«Dunque, da qualcuno vengo a sapere che questo Manu Chao è praticamente dei nostri,
difende la causa dei poveri del mondo - spiega don Gallo -. Bella notizia. Poi, un paio di
settimane fa, mentre lui era in tournée a Parigi, il suo manager di Genova mi
chiama e mi fa capire che Manu è disponibile a darci una mano per lanti-G8». Detto
e fatto, lappuntamento tra i due viene fissato per lunedì 25 giugno, vigilia del
concerto di Campi, Festival Goa Boa. Nellattesa, il prete pensa a una soluzione
utile; qualche cosa da realizzare con la preziosa «offerta» della star internazionale,
che ha deciso di donargli parte dellincasso.
Ed ecco che gli salta in testa lidea di metter su un Centro di prima accoglienza per
i contestatori al verde. Il nome viene di getto: Bar Clandestino. Don Gallo è gasatissimo
e appena si trova di fronte il generoso fratello, non si trattiene: « Belìn ,
Manu, qui bisogna fare qualcosa... Ci hanno blindato in casa, zona rossa, coprifuoco,
poliziotti dappertutto, pare il tempo di guerra». E giù a illustrare nei dettagli il suo
piano: un ampio spazio dove piantare laccampamento. Qualcuno dei collaboratori
suggerisce: ci si potrebbe sistemare al parco di Peralto, zona Righi; oppure a Prà, nel
Ponente. «Limportante - fa il don - è far arrivare tonnellate di panini imbottiti,
acqua, bibite. Senza dimenticare le saponette». Chiusi gli accordi, tutti a cena alla
«Lanterna». Manu Chao mangia di buon appetito: pasta al pesto (« buena, muy buena »),
pesce, crostata. Con una sorpresa: 40 candeline da spegnere, come gli anni compiuti il 21
giugno. Il meglio della simpatia Manu lo esibisce con Antonello, il chitarrista della
trattoria. Il duetto improvvisato, subìto diventa un coro.
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Marisa
Fumagalli |
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