Domenica 10 Giugno 2001

Secondo il politico il pretesto sarebbe la poca sicurezza: annuncio a breve
«Vogliono togliere il G8 a Genova»
Un consigliere comunale Ds: è il piano della destra
Renato Rizzo
inviato a GENOVA Gli anarchici «padroni di niente e servi di nessuno» hanno compiuto ieri il loro «arrembaggio» al G8: una lunga marcia lungo le strade di quella che, a fine luglio, sarà la città proibita dove saranno ospitati e superprotetti i Grandi del pianeta. E’ stato l’evento che ha aperto la stagione della protesta, l’atto di ribellione poco più che simbolico nel quale i contestati erano convitati di pietra. Eppure questa sfilata nella quale la rabbia è stata solo urlata al vento senza mai deflagrare in violenza, secondo i sussurri agitati da qualcuno, potrebbe essere non solo il primo, ma anche l’ultimo momento della rivolta che dovrebbe portare in piazza a fine luglio 150 mila persone: «Nelle alte sfere del governo - confida Salvatore Ottavio Cosma, consigliere comunale ds e presidente della commissione speciale sul Vertice istituita dal Comune - c’é un disegno per scippare il G8 a Genova».
In quale modo si starebbe attuando questo progetto? Cosma spiega che «si sta creando un clima diffuso di paura che potrebbe far giudicare la città inadatta ad ospitare un summit di questa portata. E i segnali non mancano fin da ora». Si spiega meglio, il consigliere che fu tra i fedelissimi dell’ex sindaco Sansa e che in quell’amministrazione ricoprì anche il ruolo di assessore: «Come interpretare altrimenti la decisione, assunta soltanto pochi giorni fa, di trasferire a Roma l’incontro dei ministri degli Esteri dei G7 che doveva, invece, svolgersi a Portofino?».
Illazioni, che s’intrecciano e che, a Palazzo Tursi, sede del Comune, fanno addirittura commentare con qualche cinismo a qualcuno che gradisce l’anonimato: «In fondo un’eventualità del genere non sarebbe poi così drammatica. Genova ha ricevuto i miliardi per rifare strade e palazzi. Se poi il G8 dovesse finire altrove, pazienza». Ma quali sono le paure alle quali Cosma attingerebbe le proprie previsioni: sempre secondo i boatos di Palazzo Tursi non certo quelle del popolo di Seattle, per il quale basterebbe un adeguato «contenimento» da parte delle forze dell’ordine, ma i rischi connessi ad eventuali attentati terroristici compiuti, magari, da qualche kamikaze dell’integralismo islamico.
Intanto, ieri, prove generali di contestazione e, soprattutto, di antisommossa: a scortare i 700 anarchici circa 2000 agenti tra carabinieri e poliziotti che inalberavano i nuovi scudi di plexiglas, tondi e più maneggevoli. Controlli capillari e minuziosi anche «a monte» della manifestazione: stazioni ferroviarie e caselli autostradali sono stati pattugliati già tre ore prima dell’appuntamento dei «cavalieri del nulla» davanti al porto. Perquisito anche un pullman di anarchici in arrivo da Milano. Sono state sequestrate cinque aste metalliche «troppo grosse» per reggere semplici bandiere ed alcune gambe di tavoli. «Ma no, questi sono uomini e ragazzi che si battono contro ogni violenza - stigmatizza don Andrea Gallo, venuto a salutare il corteo «da buon genovese» - E’ gente che vive ideali di libertà ed ha accettato senza fiatare anche la vera provocazione di oggi. Quelle messa in campo dalle forze dell’ordine che hanno schierato migliaia di militari in assetto antiguerriglia di fronte a chi si ribella alle nefandezze della globalizzazione solo con la forza della propria testimonianza e dei propri slogan».