La Stampa
Lunedì 2 Luglio 2001

Pericu: pronta una task force per incanalare l’invasione
inviato a GENOVA
ANCHE, e forse soprattutto dopo gli scontri di ieri a Salisburgo, il G8 non gli piace. Ma, a chiare lettere, non lo confermerebbe neppure sotto tortura. Ma Giuseppe Pericu, sindaco di Genova, esprime con gli amici qualche dubbio sulla legittimità democratica d’un ristretto gruppo di persone che stabilisce le sorti dell’intero pianeta. Insomma: si dice che preferisca ricordare questa città come punto di partenza per Garibaldi, uomo di «grande sensibilità sociale», piuttosto che come approdo degli Otto. Eppure dal suo punto di vista d’amministratore, oggi, ha due buoni motivi di consolazione: intanto ha fatto Bingo ottenendo dallo Stato i finanziamenti per completare il lifting d’un centro storico invecchiato nel semiabbandono ed ora splendente come un gioiello; quindi ha incassato la scelta del Governo di alleggerire la blindatura prevista per i giorni del G8.
Sindaco, anche lei, come il portavoce del Genoa Social Forum, Vittorio Agnoletto, si definisce «moderatamente soddisfatto» per questa decisione?
«La strada imboccata mi sembra giusta e opportuna. E’ assolutamente corretto che chi intende manifestare abbia gli spazi per poterlo fare».
Un giudizio politico, ma anche una considerazione di pragmatica convenienza?
«Diciamo che sono state soddisfatte due esigenze. La prima è di carattere ideologico: consentire di esprimere il proprio "no", la seconda, contingente e concreta, riguarda gli evidenti vantaggi d’una protesta che risponde a regole. E’ una valutazione che va ben al di là di qualche metro in più o in meno di zona gialla o zona rossa. Personalmente sono convinto che i blocchi ermetici siano del tutto dannosi perchè creano forti contrapposizioni e possono far degenerare i comportamenti. Anche se la stragrande maggioranza di chi scenderà in piazza è composta da gente che si proclama pacifica. Si sa: pure le persone più miti possono diventare intolleranti se private dei loro diritti».
Durante la ribellione di Salisburgo la polizia ha messo in campo una nuova tattica: ha diviso la massa dei manifestanti in piccoli gruppi circondati da un numero preponderante di agenti. Quindi i "prigionieri" venivano perquisiti ad uno ad uno e portati via. Nella città austriaca erano presenti come spettatori interessati anche un centinaio di agenti italiani: le risulta che questo sistema potrebbe essere utilizzato anche per il G8?
«Posso solo dire una cosa: mi auguro che da noi la protesta non assuma toni aggressivi. Quanto alla gestione dell’ordine pubblico si tratta d’un impegno che sfugge alle mie competenze».
Torniamo a Genova città più aperta. Quanto pensa che abbiano influito le sue pressioni sulle scelte dell’esecutivo?
«Non so. Ma ripeto: nei vari colloqui con ministri, Prefetto e polizia ho sempre chiesto che fossero consentite manifestazioni in grado d’inserirsi senza eccessivi traumi nella vita dei cittadini».
Lei è il «padrone di casa»: quanto si sente più tranquillo oggi rispetto a ieri?
«Tranquillità...Non lasciamoci prendere da emozioni di superficie. Questi eventi, comunque organizzati e preparati, preoccupano: c’è una città in subbuglio, migliaia di persone che la percorrono, il pericolo è sempre in agguato».
Magari collegato all’arrivo di gruppi stranieri che non aderiscono neppure formalmente all’opzione non violenta del Genoa Social Forum?
«Potrei replicare volgendo in positivo il concetto: se il rischio arriva solo da questi sarà più facile affrontarlo».
Il Comune dovrà, ora, predisporre tutta la rete di servizi per questi ospiti di cui mezza Genova avrebbe probabilmente fatto volentieri a meno. Come vi organizzerete?
«Con la recente adunata nazionale di 300 mila alpini, un certo allenamento l’abbiamo. Siamo già a buon punto quanto alla definizione di impianti sportivi, scuole, palestre. Nelle prossime ore avvierò una serie di riunioni operative per valutare, con la task force guidata dal vicesindaco Montaldo, i particolari dell’accoglienza».
Romano Prodi, ha detto che se suo figlio gli chiedesse di scendere in strada per manifestare contro il G8 lui non avrebbe nulla da obiettare. Lei ha figli?
«Sì, però sono grandi e decidono da soli».
Ma se dovessero ugualmente sollecitare il suo parere?
«Gli riponderei come Prodi. Ci sono, all’interno del Genoa Social Forum, tante associazioni...».
E se le rivelassero:«Ci schieriamo con le Tute Bianche?».
Gli sfugge una risata: «Perchè no? Comunque, lasci stare: io non le ho detto niente».