Corriere della sera 8 luglio 2001
I
cattolici: più giustizia per il Sud del mondo
Il cardinale Tettamanzi
guida gli anti G8: giovani impegnatevi in politica. Fischi a Vattani
- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
GENOVA - Il cardinale comincia quasi con un adagio. Ma poi la voce si impenna e tiene lassemblea
in sospeso: «Non è solo questione di solidarietà, ma di giustizia per i poveri perché
quando un bambino africano viene colpito dallAids vale più delluniverso». E
il discorso si fa requisitoria: «È giusto fare pressione sui Grandi della Terra, è
opportuno parlare di questi temi alla vigilia del G8 e fare un secondo passo, quello della
politica». E ancora: «Dobbiamo considerare la funzione sociale della proprietà
privata». Ora le parole di Dionigi Tettamanzi sono pronunciate ad alta voce, scandite
perché tutti capiscano che si fa sul serio. Sì, perché al teatro Carlo Felice le
associazioni e i missionari raccolti attorno allarcivescovo di Genova ne hanno tutta
lintenzione. Radunano il popolo dei cattolici riempiendo il teatro: duemila persone.
E giù in piazza la sera, per la marcia e la veglia di preghiera, sono quasi cinquemila.
Parlano di temi scomodi come paradisi fiscali e lotta al commercio delle armi e portano
avanti un dialogo, a tratti conflittuale, con il segretario generale della Farnesina
Umberto Vattani, nella sua veste di «ambasciatore» del governo. In platea ascoltano
attenti il leader dei Popolari Pierluigi Castagnetti, Guidi Bodrato, Mario Segni, Giovanni
Bianchi e Silvia Costa, politici darea.
I cattolici «antiglobalizzazione», chiamati a raccolta a Genova, invadono con le loro
diverse «anime» il centro della città dove fra due settimane arriveranno i Grandi della
Terra e dicono la loro. Ma soprattutto colpisce la determinazione del cardinale
Tettamanzi, la sintesi che pronuncia per chiudere i lavori del mattino quando parla dellimportanza
del volontariato e anche della «partecipazione coraggiosa alla vita politica». Perché,
dato che si parla di temi come riduzione del debito dei Paesi poveri e accesso alle cure
per i malati di Aids, impegna la Chiesa contro gli «effetti perversi» della
globalizzazione.
Non a caso Tettamanzi comincia il suo discorso sottolineando che cè «un filo
rosso» fra Tor Vergata e Genova, tra il maxi-raduno del Giubileo e questo. E il «filo»
si chiama Giovanni Paolo II: i suoi discorsi, pronunciati ai giovani in quelloccasione,
scorrono in un video, le sue parole sono applaudite a più riprese. È la Chiesa intera
che prende posizione insieme alle oltre 50 sigle che hanno siglato il manifesto dei
cattolici. Avverte Mario Giro, della Comunità di SantEgidio: «Non è vero che lAfrica
è rassegnata, che lAmerica Latina è inerte. I poveri parlano, hanno cose da dire.
Se le loro voci non saranno ascoltate faremo noi da megafono». Denuncia Luigi Bobba,
presidente delle Acli: «Diciamolo chiaro: questa globalizzazione senza regole è il nuovo
nome del colonialismo». E si alternano sul palco voci del Sud del mondo. Monica dellEcuador,
ricorda come il 45% del reddito del suo Paese sia speso per restituire il debito. E
Filomeno, della Guinea Bissau, che si rivolge alla platea così: «Non abbiamo avuto lo
stesso passato noi e voi, ma avremo rigorosamente lo stesso avvenire».
A un certo punto arriva anche il portavoce del Genoa Social Forum Vittorio Agnoletto e
confessa: «Tra noi e loro non cè differenza di contenuti, ma solo sfumature di
giudizio sul G8. Sono credente e condivido molte cose ascoltate. Invito tutti a
partecipare alla manifestazione del 21 luglio». Ma cè anche il rappresentante
delle istituzioni, Umberto Vattani. Il segretario generale della Farnesina sostiene che il
G8 ha avuto l«effetto positivo» di aprire il discorso su tanti temi e fa lelenco
dei «lati buoni» della globalizzazione. A metà discorso viene fischiato, ma continua,
convinto di essere stato frainteso. E alla fine si ferma a lungo con gli organizzatori del
raduno per spiegarsi. Più tardi gira la voce di un possibile compromesso con i
«no-global» cattolici: il dialogo con il governo in cambio di un incontro con i
«Grandi». Ma tutti smentiscono. Il manifesto dei cattolici viene consegnato nelle mani
di Vattani perché arrivi in quelle di chi governa i Paesi del G8, dai quali si attendono
risposte. Ma non potrà essere condiviso del tutto da Silvio Berlusconi: contiene anche
quella Tobin tax (imposta sulle transazioni finanziarie) che il centrodestra ha voluto
mettere da parte laltro giorno in Parlamento, daccordo con parte dellopposizione.
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Roberto
Zuccolini |
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