Manifesto 9 giugno 2001


Tombini chiusi, obitorio aperto

Ultime novità dalla Genova che si prepara al G8
AUGUSTO BOSCHI - GENOVA

" Belìn, roba da matti. Speriamo solo che non piova". Il dipendente dall'Amiu scuote la testa e poi riprende il suo lavoro: abbassa la maschera con il vetro azzurrato e avvicina il cannello da saldatore al tombino. Un punto qui, un punto là e il gioco è fatto. Siamo nella "zona rossa", zona di massima sicurezza, fortezza nella quale si incontreranno gli 8 Grandi e che si prepara all'assedio, chiudendo ogni varco, anche quelli del sottosuolo, non si sa mai. Ecco perché una direttiva segreta della prefettura ha stabilito che i tombini del centro storico vengano saldati. A qualcuno potrebbe venire in mente di usare il vasto reticolo sotterraneo di fognature per intrufolarsi là dove non deve, che so, un esercito di Jean Varjean che sbucano all'improvviso alle spalle dei 10mila poliziotti sorprendendo gli incursori della marina e i parà del Col Moschin. Ovviamente si spera che nel frattempo non piova, perché quando piove l'acqua scende dalle colline e si riversa a valle e l'esperienza dice che con i tombini chiusi il pericolo di allagamento per le zone più basse del centro storico è altissimo.
Intanto chi lavora negli uffici delle aziende con sede nell'area interdetta vive nel panico. Paola lavora in un'agenzia di assicurazioni di via Ceccardi, piena zona rossa, a cento metri da Palazzo Ducale: "La Digos dice che basta telefonare ai numeri indicati ma non è vero, bisogna andare in questura e fare la trafila per avere il permesso di accesso. Mi chiedo però che senso ha che io venga ufficio se i clienti non possono entrare?" La chiusura della zona comincerà il 18 luglio, mercoledì: "Cosa succede se un nostro assicurato ha un incidente in quei giorni?". "Io l'ho detto, a quelli della Digos - ci racconta il titolare di un locale che offre musica dal vivo in via XX settembre - mi hanno chiesto i dati dei miei dipendenti per la concessione dei pass. E che mi serve di avere i dipendenti al completo in un locale che sarà deserto? E con i musicisti, come la metto? Mica sono dipendenti miei". Giriamo le domande. "Visto che l'intenzione dei manifestanti era di andare a toccare la zona rossa - ci spiega un funzionario della questura - abbiamo creato una zona gialla di protezione. Così gli incidenti avverranno lì". Ma, cartina alla mano, il divieto di manifestare si estende per tutto il centro storico, dalla Lanterna alla Fiera del Mare, e arriva a toccare la circonvallazione a monte. E poi non è che aumentando i divieti e mettendo così tanti ostacoli alla libertà di manifestare si finisce per esasperare gli animi? Su questo non c'è risposta e si torna al vecchio argomento, la "zona rossa" e i suoi abitanti: "Stiamo pensando a tutto, vagliamo ogni possibilità". In che senso, scusi? "Nel senso che se uno ha una perdita dal rubinetto mica gli si può permettere di chiamare il suo idraulico di fiducia". No? E allora? "E allora con le associazioni di categoria stiamo preparando delle squadre di pronto intervento per ogni esigenza: idraulici, falegnami, meccanici e altro che avranno l'autorizzazione e potranno effettuare i lavori su chiamata".
La tabaccheria del signor Piero Coronella, 71 anni, è fuori dalle zone calde ma si trova in corso Europa, proprio di fronte alla sede ligure della Rai: "Secondo me fanno bene a manifestare perché non si può continuare a trattare la terra come questi signori hanno fatto finora. Detto questo ho paura che la Rai possa diventare un obiettivo", dice mentre due operai stanno montando una saracinesca nuova a prova di casseurs. "Io vorrei tenere aperto anche durante i giorni del vertice, ma tutto dipende da come si metteranno le cose. Ci prepariamo".
Si preparano anche gli ospedali cittadini e quelli di provincia, con ferie sospese nei reparti "caldi" (dal pronto soccorso alla cardiologia), infermieri e barellieri raddoppiati al Galliera, dove saranno allestite, nei giorni di massima allerta (dal 16 al 24 luglio) ben nove sale operatorie contro le normali due. Non solo. Il piano prefettizio per l'emergenza sanitaria impone anche all'ospedale San Martino di allestire entro 20 giorni un obitorio di almeno 500 metri quadri per la "sistemazione delle salme in caso di catastrofe".
Ma la catastrofe c'è già. Le circa 6500 vetture che normalmente trovano parcheggio all'interno della "zona rossa" saranno sfrattate. Il Comune vuole allestire dei grandi parcheggi nelle zone periferiche, con il risultato che chi ha la sventura di abitare nella zona rossa sarà costretto a lasciare l'auto a diversi chilometri da casa e a prendere l'autobus. Ma quale, visto che il servizio Amt nell'area off-limits sarà sospeso, salvo che per un bus navetta il cui percorso non è stato ancora deciso?