Tombini chiusi, obitorio aperto
Ultime novità dalla Genova che si prepara al
G8
AUGUSTO BOSCHI - GENOVA
" Belìn, roba da matti. Speriamo solo che non piova". Il
dipendente dall'Amiu scuote la testa e poi riprende il suo lavoro: abbassa la maschera con
il vetro azzurrato e avvicina il cannello da saldatore al tombino. Un punto qui, un punto
là e il gioco è fatto. Siamo nella "zona rossa", zona di massima sicurezza,
fortezza nella quale si incontreranno gli 8 Grandi e che si prepara all'assedio, chiudendo
ogni varco, anche quelli del sottosuolo, non si sa mai. Ecco perché una direttiva segreta
della prefettura ha stabilito che i tombini del centro storico vengano saldati. A qualcuno
potrebbe venire in mente di usare il vasto reticolo sotterraneo di fognature per
intrufolarsi là dove non deve, che so, un esercito di Jean Varjean che sbucano
all'improvviso alle spalle dei 10mila poliziotti sorprendendo gli incursori della marina e
i parà del Col Moschin. Ovviamente si spera che nel frattempo non piova, perché quando
piove l'acqua scende dalle colline e si riversa a valle e l'esperienza dice che con i
tombini chiusi il pericolo di allagamento per le zone più basse del centro storico è
altissimo.
Intanto chi lavora negli uffici delle aziende con sede nell'area interdetta vive nel
panico. Paola lavora in un'agenzia di assicurazioni di via Ceccardi, piena zona rossa, a
cento metri da Palazzo Ducale: "La Digos dice che basta telefonare ai numeri indicati
ma non è vero, bisogna andare in questura e fare la trafila per avere il permesso di
accesso. Mi chiedo però che senso ha che io venga ufficio se i clienti non possono
entrare?" La chiusura della zona comincerà il 18 luglio, mercoledì: "Cosa
succede se un nostro assicurato ha un incidente in quei giorni?". "Io l'ho
detto, a quelli della Digos - ci racconta il titolare di un locale che offre musica dal
vivo in via XX settembre - mi hanno chiesto i dati dei miei dipendenti per la concessione
dei pass. E che mi serve di avere i dipendenti al completo in un locale che sarà deserto?
E con i musicisti, come la metto? Mica sono dipendenti miei". Giriamo le domande.
"Visto che l'intenzione dei manifestanti era di andare a toccare la zona rossa - ci
spiega un funzionario della questura - abbiamo creato una zona gialla di protezione. Così
gli incidenti avverranno lì". Ma, cartina alla mano, il divieto di manifestare si
estende per tutto il centro storico, dalla Lanterna alla Fiera del Mare, e arriva a
toccare la circonvallazione a monte. E poi non è che aumentando i divieti e mettendo
così tanti ostacoli alla libertà di manifestare si finisce per esasperare gli animi? Su
questo non c'è risposta e si torna al vecchio argomento, la "zona rossa" e i
suoi abitanti: "Stiamo pensando a tutto, vagliamo ogni possibilità". In che
senso, scusi? "Nel senso che se uno ha una perdita dal rubinetto mica gli si può
permettere di chiamare il suo idraulico di fiducia". No? E allora? "E allora con
le associazioni di categoria stiamo preparando delle squadre di pronto intervento per ogni
esigenza: idraulici, falegnami, meccanici e altro che avranno l'autorizzazione e potranno
effettuare i lavori su chiamata".
La tabaccheria del signor Piero Coronella, 71 anni, è fuori dalle zone calde ma si trova
in corso Europa, proprio di fronte alla sede ligure della Rai: "Secondo me
fanno bene a manifestare perché non si può continuare a trattare la terra come questi
signori hanno fatto finora. Detto questo ho paura che la Rai possa diventare un
obiettivo", dice mentre due operai stanno montando una saracinesca nuova a prova di casseurs.
"Io vorrei tenere aperto anche durante i giorni del vertice, ma tutto dipende da come
si metteranno le cose. Ci prepariamo".
Si preparano anche gli ospedali cittadini e quelli di provincia, con ferie sospese nei
reparti "caldi" (dal pronto soccorso alla cardiologia), infermieri e barellieri
raddoppiati al Galliera, dove saranno allestite, nei giorni di massima allerta (dal 16 al
24 luglio) ben nove sale operatorie contro le normali due. Non solo. Il piano prefettizio
per l'emergenza sanitaria impone anche all'ospedale San Martino di allestire entro 20
giorni un obitorio di almeno 500 metri quadri per la "sistemazione delle salme in
caso di catastrofe".
Ma la catastrofe c'è già. Le circa 6500 vetture che normalmente trovano parcheggio
all'interno della "zona rossa" saranno sfrattate. Il Comune vuole allestire dei
grandi parcheggi nelle zone periferiche, con il risultato che chi ha la sventura di
abitare nella zona rossa sarà costretto a lasciare l'auto a diversi chilometri da casa e
a prendere l'autobus. Ma quale, visto che il servizio Amt nell'area off-limits sarà
sospeso, salvo che per un bus navetta il cui percorso non è stato ancora deciso?