Manifesto 4 luglio 2001

CYBERCRIME
A Genova, G8 transatlantici e pirati online
UMBERTO RAPETTO

Considerato che una parte del summit genovese si terrà a bordo di transatlantici e che nel gioco della battaglia navale si utilizzano coordinate alfanumeriche per indicare il punto da colpire, ci auguriamo che a dichiarare "G8" nessuno debba replicare: "Affondato".
La preoccupazione di incidenti - tipica di ogni evento di grande richiamo mediatico - è giustificata dalla recente recrudescenza del terrorismo e dalla capacità delle organizzazioni criminali di sfruttare le tecnologie più sofisticate. In un simile scenario - mentre tutti pensano che il pericolo si annidi tra il popolo di Seattle o nei ranghi dei Centri Sociali - chi ha una minima visione strategica si è accorto che alcuni obiettivi di rilievo sono stati aggrediti con successo dai soliti pirati informatici. La visione critica degli episodi in questione permette di constatare la vulnerabilità delle risorse informative istituzionali e induce a non sottovalutare la minaccia hi-tech.
In questi giorni gli hacker hanno colpito www.minindustria.it, un server dell'Enea, una mezza dozzina di siti delle Camere di Commercio. Considerata la natura economico-imprenditoriale dei bersagli il pensiero è rapidamente corso al G8 nonostante i messaggi depositati fossero estranei al contesto della protesta anti-globalizzazione. Gli incidenti telematici non hanno creato danni significativi. E' andata bene. Qualcuno - nella fattispecie l'Authority per l'Informatica e le fiamme gialle del Gat - si è accorto di quel che stava accadendo e ha stoppato l'incursione arrivando brutalmente a "staccare la spina", forse l'unico sistema che permette di troncare le mani a chi le ha pericolosamente allungate...
Passata la paura di veder scorrazzare i pirati informatici all'interno del tessuto connettivo nazionale, viene da pensare che qualcuno (e certo più d'uno) è capace di saltare le barricate logiche che proteggono le risorse online. Se lo stuntman virtuale è un ragazzino, se l'incursore scarabocchia il sito scrivendo che strapperebbe a morsi le mutande della fidanzata che vive lontana, poco importa. Ma se - invece - si riflette sull'interesse di mafia e terrorismo di reclutare "smanettoni" brillanti, certi "coup de théâtre" non possono lasciarci indifferenti.
La pericolosità dei teen-ager, ridotta quando riferita a performance goliardiche, si incrementa in maniera vertiginosa quando c'è il rischio che qualche giovincello squattrinato cada nella tentazione di guadagnare tanto e subito mettendo a frutto le proprie capacità alla tastiera. I "cacciatori di teste" del crimine organizzato sanno chi arruolare, conoscono bene il margine tra l'etica più ortodossa dei baby-idealisti e l'allettamento economico cui è difficile resistere, sanno perfettamente quale efficacia può avere un attacco cyber anche ad un semplice sito di informazione istituzionale, hanno il controllo della situazione relativa agli specialisti per ogni singola esigenza. Dall'altra parte del mercato di quello che sarà il più redditizio lavoro interinale, chi cerca un padrone - e non si lascia incupire dai relativi obiettivi "aziendali" - sa che il "defacement" è un'ottima ribalta per calamitare l'attenzione di qualsivoglia potenziale committente.
Nelle esercitazioni militari si adoperano proiettili a carica ridotta, si spara su bersagli immobili, si utilizzano simulatori che sembrano videogame. Se si dovesse partire per la guerra, e speriamo che non debba accadere mai, si apprezzerà l'addestramento effettuato sorridendo della stupidità di certe situazioni didattiche. In quest'ottica si fa fatica a dar ragione a PuntoInformatico.it che - riferendosi all'incursione su "minindustria.it" - ha parlato di bufala e falso allarme.
Se ci sarà casino in Rete, a farlo non saranno certo quelli sui cui siti o forum si è espresso esplicito dissenso e palese protesta nei confronti della globalizzazione