Manifesto 5 giugno 2001

Tre domande al governo
Genova, contestatori uniti contro il G8 di luglio. Rientra la polemica con Bertinotti
Chiuderete le frontiere europee e le linee ferroviarie italiane? Ci darete l'autorizzazione a manifestare contro il G8? A Genova avremo spazi per dibattiti e accoglienza? A un governo che vorrebbe "trattare", il "Genoa social forum" risponde con tre domande precise. Poste già mesi fa e che a tutt'oggi ancora non hanno ricevuto risposta. Nessuna divisione, nel movimento, tra "buoni" e "cattivi"
ANGELO MASTRANDREA

Nessuna trattativa con il neogoverno Berlusconi, ma tre semplici domande da rivolgere al prossimo premier: se le frontiere italiane resteranno aperte per permettere l'ingresso ai manifestanti provenienti dall'estero; se l'accesso alla città di Genova sarà consentito ai dimostranti in arrivo da ogni parte d'Italia; se verranno concessi gli spazi e le autorizzazioni per cortei e iniziative anti-G8. Dopo due giorni di affollata assemblea, il Genoa social forum (il cartello composto da oltre 300 organizzazioni che sta preparando il controvertice di luglio) si è ritrovato compatto nel definire quelle che saranno le modalità delle manifestazioni tra il 15 e il 22 luglio. Una unitarietà che negli ultimi giorni era stata intaccata prima dalla "dichiarazione di guerra" (dal forte impatto mediatico) delle Tute bianche del nord-est, poi dalle richieste a mezzo stampa da parte del centrodestra di portare i "buoni" attorno a un tavolo per definire i limiti della protesta. Una iniziativa, cominciata con un'intervista rilasciata al Foglio dal presidente della commissione di controllo sui servizi segreti Franco Frattini e proseguita con una lettera sullo stesso quotidiano di Carlo Panella e la successiva risposta del segretario del Prc Fausto Bertinotti, che si diceva possibilista all'apertura di una trattativa. Comunque, alla fine il Genoa social forum ha voluto evitare qualsiasi polemica con il Prc, che dal suo canto si era affrettato a smentire la pretesa di egemonizzare il movimento anti-G8, accusa rivoltagli dalla portavoce dei Verdi Grazia Francescato.
Comunque, il risultato della due giorni di affollato dibattito (molto più pacato di come era stato prospettato) sarà riassunto oggi in un comunicato unitario con le domande da rivolgere al nuovo governo e il merito delle specifiche mobilitazioni, che rispetteranno la diversità delle posizioni in campo. In poche parole, azioni dirette non violente, rispettose della città e delle persone (cittadini e poliziotti) ma anche la possibilità di violare la cosiddetta "zona rossa", dove saranno riuniti gli otto grandi, e di compiere azioni di disobbedienza civile. Per quanto riguarda il tavolo di trattativa proposto dal centrodestra, la risposta a Vittorio Agnoletto, per il Genoa social forum: "Noi chiediamo da mesi un tavolo di confronto, anche perché Comune e Provincia si stanno mostrando molto più disponibili. Ma a tutt'oggi non abbiamo ricevuto alcun invito". E' probabile che nei prossimi giorni una delegazione degli anti-G8 venga inviata a incontrare il Governo per porgli le domande di cui sopra. "Non chiediamo solo una risposta su questi punti - continua Agnoletto - ma anche che la libertà di accesso venga concretamente garantita, con trasporti adeguati e assicurazioni sulle strutture disponibili per accogliere le migliaia di persone che arriveranno a Genova". "E' la seconda fase di avvio della vita del Genoa social forum", conclude Agnoletto, sottolineando come le divisioni e le polemiche siano state soprattutto un prodotto mediatico.
In effetti, il risultato di ieri pone un punto fermo rispetto alla distinzione tra "buoni" e "cattivi", che era poi quello che chiedeva il centrodestra, e sulle diversità presenti nel movimento quanto a obiettivi e modalità della protesta. Diversità che, secondo Paolo del centro sociale Zapata di Genova, "ne costituiscono un elemento fondante e di arricchimento, piuttosto che di divisione". Anche Rifondazione comunista, escludendo ogni trattativa separata con il nuovo governo, si riconosce nelle decisioni del Genoa social forum. Una posizione che smorza le critiche della sinistra interna, secondo la quale in caso contrario "il Prc avrebbe - come afferma Marco Ferrando - fatto da spalla a Berlusconi, con esiti devastanti, perché il risultato sarebbe stato quello di garantire stabilità politica al nuovo governo e avrebbe determinato una rottura verticale del movimento, con l'isolamento dei 'cattivi'". Anche il centro sociale Corto circuito di Roma, tirato in ballo dalla stampa contro Bertinotti, difende invece il segretario del Prc, riconoscendogli "l'autorevolezza di promuovere una discussione ampia sulla libertà di manifestare e sul diritto sacrosanto di contestare i potenti della Terra". Il responsabile esteri del Prc, Ramon Mantovani, polemizza invece duramente con la Francescato: "Capiamo bene come sia difficile per chi ha immancabilmente votato a favore del Fondo monetario e della Banca mondiale partecipare alle manifestazioni che li contestano frontalmente; capiamo bene come sia difficile votare per la guerra, per l'aumento delle spese militari, per tutte le missioni militari Nato e poi partecipare alle manifestazioni pacifiste; capiamo bene come sia difficile proclamarsi ambientalisti e poi partecipare a governi che decidono varianti di valico, alta velocità, ponti sugli stretti e politiche energetiche disastrose. Capiamo davvero, al punto che non abbiamo mai proposto di erigere steccati e di dichiarare fuori dal movimento antiglobalizzazione chi ha partecipato a un governo che ha fatto dell'integrazione dell'Italia nella globalizzazione la bussola di ogni politica estera e interna".
Intanto, questa mattina a Palazzo Chigi il premier uscente Giuliano Amato incontra i rappresentanti di alcune Ong, che consegneranno un lavoro fatto da quattro centri studi (Iai, Ipalmo, Cespi e Icesp) per portare al vertice alcune campagne della società civile. Ovviamente, si tratta di un lavoro solo consultivo. Tra le Ong che parteciperanno all'incontro, anche alcune che stanno nel Genoa social forum, dall'Arci a Sdebitarsi, alla Campagna per la riforma della Banca mondiale.