Venerdì 22 Giugno 2001
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«Trattare? Ormai è troppo tardi»
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Le Tute Bianche: il Viminale vuole solo
emarginarci
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inviato a GENOVA
SCETTICISMO, diffidenza. Il ministro dellInterno Claudio Scajola annuncia che, la
prossima settimana, incontrerà i rappresentanti degli Anti G8, ma loro, gli uomini in
rivolta ancora coltivano il dubbio. Di più. Vittorio Agnoletto, portavoce del Genoa
Social Forum ha, addirittura, una sinistra certezza: «Mancano tre settimane allevento
e siamo ormai fuori tempo massimo: non sappiamo ancora niente della Cittadella, non è
stato ancora chiarito se e quando verrà abolita la famigerata zona gialla che, in
realtà, è solo una trappola. Il Viminale che adesso, via agenzia, afferma che ci
riceverà, sa una cosa: i tempi non sono indipendenti rispetto allesito delle
cose».
«Potrebbe essere lennesimo giro dun valzer di promesse fatte e mancate che
dura da settimane» sinfervora Matteo Jade delle Tute Bianche -. E, poi, che cosa
significa parlare di "spazi di servizio, aree e strutture attrezzate per laccoglienza
dei cittadini"? Noi siamo informati che cè un piano per allontanarci da Genova
nei giorni del vertice: vogliono emarginarci, spedirci a protestare a Nervi, toglierci
visibilità. Se questo è, come crediamo, anche lintenzione del governo, meglio che
il Viminale se la scordi subito. Noi sappiamo quali sono le aree che ci interessano per
ospitare le decine di migliaia di fratelli che arriveranno ed organizzare il nostro
Contro-vertice: se non vorranno darcele ce le prenderemo». Unombra di sospetto
anche da parte di Massimiliano Morettini, segretario regionale dellArci: «Agli
annunci dati attraverso i giornali credo poco: se davvero Scajola vuole incontrarci che lo
faccia e smetta di dirlo un giorno sì e laltro pure. Il nostro numero di telefono
lo conosce».
Sono perplessità che una giornata «persa in un mare di parole» Tra Comune e Provincia
da parte dei portavoce della protesta amplificano: «Siamo stufi di incontri interlocutori
che, poi, non sono altro che fallimenti». Il primo di questi appuntamenti con il nulla si
è svolto a Palazzo Tursi alla presenza del vicesindaco Claudio Montale. Avrebbe dovuto
stabilire «spazi e soluzioni per laccoglienza» del Popolo della protesta. Si è
arenato in una serie di «vedremo», e «sono problemi di Roma» che fanno dire a Chiara
Capini a nome degli Anti G8: «Dora in poi non riconosciamo più lAmministrazione
come interlocutore in grado di dare risposte». E Gianni Ferretti, di Rifondazione
Comunista, allontanandosi dal tavolo, sibila rabbia: «Oggi il Comune ha dimostrato che
non è neppure padrone in casa propria e che persino per concederci una sua scuola o una
sua palestra in città deve chiedere il permesso al governo».
Lincontro che doveva garantire «le grandi aperture promesse a Roma dal governo» sè
bloccato a metà strada. Proprio come lascensore di Palazzo Ducale, quello che
dovrà portare Bush e gli altri Sette Grandi nei saloni del Doge e che, ieri mattina, ha
avuto alcuni imprevisti stop tra piano e piano. «Il problema va ben oltre le legittime
richieste del Genoa Social Forum - rincara la dose Morettini -: deve preoccupare lintera
città che ha amministratori dimezzati. Questa impasse significa che Genova intera è,
sinora, classificabile come "zona gialla": non si può far nulla in nessun
luogo».
Nè il vicesindaco nè gli assessori Valter Seggi (prc) e Luca Borzani (ds) hanno voluto
rivelare i punti cruciali della mappa realizzata dal Comune nelle scorse settimane e nella
quale sono evidenziati gli spazi che potrebbero essere concessi ai 100 mila contestatori:
tutto sub judice da parte del ministero degli Interni. Si sussurra che le aree
disponibili, negata in partenza la zona attorno a Marassi per la vicinanza del carcere,
sarebbero quattro: lo stadio Carlini, il complesso sportivo di Villa Gentile e il grande
ex ospedale psichiatrico di Quarto. Ma Montaldo e i suoi collaboratori si limitano a
dichiarare solo nome cognome e numero di matricola: «Nessuno parli di esautoramento del
Comune: il punto è che, qui, siamo di fronte ad un evento che porta in primo piano il
governo e le sue decisioni». Domanda: ma voi non vi siete assunti la responsabilità di
garantire laccoglienza? «Certo, e la rispetteremo. Nellambito duna
visione dassieme che solo lesecutivo può avere. Un esempio: noi stabiliamo di
assegnare come alloggio al Genoa Social Forum un complesso scolastico. Ma se, poi, il
ministero dellinterno prevede che a 100 metri da quelledificio deve essere
ospitati militari, la nostra decisione viene annullata per motivi di sicurezza». Tutti
dicono che il tempo stringe: lei, Montaldo, che, come del resto la presidente della
Provincia Marta Vincenzi, ha predisposto questo piano "istruttorio" daccoglienza,
che termine ultimo dà per poterlo realizzare? Il vicesindaco, che a quellora ancora
non conosceva la decisione del governo davviare gli incontri la prossima settimana,
scorre il calendario delle perplessità: «Il 29 o il 30 giugno sarebbe davvero troppo
tardi».
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