Manifesto 15 giugno 2001

A Göteborg tutti contro George Bush
Proteste e scontri, e oggi si svolgerà il corteo più grande. Sul clima, i leader europei alla larga dal presidente Usa
FRANCESCO PATERNO' - INVIATO A GOTEBORG

Gabbie di acciaio circondano l'immensa Svenska Massan, dove questa mattina i capi di stato e di governo dell'Unione terranno il Consiglio europeo. Poliziotti in tuta e passamontagna neri, attrezzati di scudi, caschi e manganelli, osservano nervosamente la piazza antistante, qualcuno di loro ha già menato le mani poco più in là contro gruppi di giovani che ieri contestavano la presenza di George W. Bush, "ma oggi potrebbe essere molto peggio".
Il presidente americano è volato a Göteborg dopo la riunione della Nato a Bruxelles per incontrare i vertici della Ue, portandosi appresso il peggior bagaglio possibile: il no americano al protocollo di Kyoto che pone limiti alle industrie planetarie nelle emissioni di anidride carbonica - no ribadito qui a Göteborg - un progetto di riarmo centrato su un nuovo sistema antimissile e il plauso all'ultima condanna a morte eseguita negli Stati uniti, lì dove ha visto che "il bene ha prevalso sul male". Tre temi brucianti e male accolti dai capi di stato e di governo dell'Ue; vera e propria benzina sul fuoco per chi ha deciso di portare in strada il proprio dissenso.
Sono tantissimi i no a Bush, il "Toxic Texan", nella pacifica Göteborg che, insieme al resto della Svezia, non conosce tensioni di piazza da almeno un decennio. Si calcola che esponenti di Greenpeace, di movimenti anti-globalizzazione, di gruppi anarchici e insomma di quel variegato mondo che va sotto il nome ormai abusato di "popolo di Seattle", potrebbero essere in almeno 25mila.
Ieri mattina, l'arrivo di Bush è stato salutato con l'evacuazione da parte della polizia di una scuola, una delle tante concesse dal governo svedese ai movimenti nel tentativo di disinnescare la tensione. Il premier svedese Goran Persson, presidente di turno della Ue, aveva incontrato mercoledì sera, in un dibattito pubblico durato due ore, alcuni dirigenti di Attac, la maggiore organizzazione anti-globalizzazione, per tentare di capirsi. L'irruzione degli agenti nella scuola, giustificata dal sospetto che lì dentro si stavano preparando atti di guerriglia, ha provocato alcuni scontri. Due auto della polizia sono state distrutte, contro circa 500 manifestanti è intervenuta la polizia a cavallo, c'è stato qualche lancio di sassi e bottiglie da una parte, di candelotti lacrimogeni dall'altra. Sulla scuola, prima concessa e poi negata, sventolava ieri sera una bandiera rossa e nera, quella degli anarchici.
Per la città si sono svolte anche manifestazioni pacifiche con migliaia di persone, mentre in serata si segnalavano, a circa cinquecento metri dalla blindatissima Svenska Massan, ancora piccolli tafferugli, sorvegliati dall'alto da due elicotteri della polizia in volo ininterrotto fin dal mattino.
Bush, protetto da severe misure di sicurezza, ha avuto un vertice con Persson e Romano Prodi, presidente della Commissione europea. L'incontro ha lasciato intatta la distanza che oggi separa l'America dall'Europa sul tema cruciale del rispetto dell'ambiente. "Non siamo d'accordo sul protocollo di Kyoto", ha ribadito Bush, pur promettendo che una delegazione americana si recherà alla conferenza sui cambiamenti climatici di Bonn, fissata per la settimana prossima. E se Prodi ha voluto buttare acqua sul fuoco, affermando che "il dialogo continua", Persson non è stato affatto contento, lui che guida un paese che forse non sarà il cuore dell'Europa ma è certo uno dei più ferventi "cuori ambientalisti" del vecchio continente.
Persson porterà oggi il tema dello sviluppo sostenibile e l'impegno per Kyoto al centro del vertice Ue, da cui ci si attende una dichiarazione finale, "Bush o non Bush", come ha chiesto Greenpeace. Usa e Ue hanno poi concordato il rilancio in autunno del negoziato mondiale sui commercio, a due anni dal fallimento di Seattle.
Il presidente americano infine ha visto a cena i capi di governo della Ue. Fonti diplomatiche italiane hanno fatto sapere che il tema principale di discussione sarebbe stato la Macedonia. La nuova crisi balcanica atterrisce, a tavola è un argomento indigesto; ma la cena, l'ultima con a Bush che oggi riparte, sarebbe stata l'occasione per valutare tutti insieme l'esito della missione del segretario generale della Nato, George Robertson, che ieri ha trascorso tutta la giornata a Skopje per capire quali margini di trattativa ci siano ancora tra governo macedone e separatisti albanesi.
Americani ed europei insistono ufficialmente su "soluzioni politiche, non militari" e hanno respinto al mittente la richiesta di intervento da parte del presidente macedone Boris Trajkovski. Ma se la situazione fosse alla frutta, per dirla con una facile battuta, apparirebbe sempre più inverosimile una Nato che sta a guardare seduta sull'ultimo baratro balcanico.