Il Nuovo 18 giugno 2001

Genova, tutti contro tutti

A un mese dal G8, amministratori locali e organizzatori si accusano a vicenda. Il sindaco non ci sta a considerare la città inadatta per il vertice; Berlusconi insiste, "scelta infelice".

di Paola Setti

GENOVA - È polemica a Genova sul G8. Fra amministrazioni locali, con la Regione di centro destra ad avanzare dubbi sulla sicurezza del vertice a Genova e il Comune di centro sinistra a difesa della città. Fra Comune e Struttura di missione, l’organizzazione allestita dal Governo Amato per gestire la preparazione del summit al posto del Comune, con il sindaco Giuseppe Pericu che accusa ritardi nella gestione governativa e sottolinea che, in questo caso, la sua amministrazione non ha alcuna responsabilità. E ancora fra il sindaco e il presidente del consiglio Silvio Berlusconi.

Pericu proprio non ci sta a considerare insicura e inadatta la sua città per l’ospitalità del vertice. E alle insistenze del premier, che continua a definire quella del capoluogo ligure a ospitare i G8 a luglio «scelta infelice», risponde sempre più piccato: gli apprezzamenti di Berlusconi? «Illogici, perché la conformazione di Genova non c’entra con il problema sicurezza, tant’è vero che ci sono stati problemi e incidenti anche a Quebec City, Davos, Praga».

La possibilità di annullare il vertice, come auspicato dal leader di Rifondazione Comunista Fausto Bertinotti? Sarebbe una sconfitta politica: «Gli otto Paesi più industrializzati hanno una responsabilità di fronte al mondo, non possono far vedere che hanno paura a riunirsi a causa dei manifestanti che si scazzottano in strada». Alla fine, è scontro. Pericu annuncia che, se davvero la sorte del G8 deve essere cambiare natura e venire organizzato lontano dai centri abitati, lui non avrebbe alcun problema. Certo ne sarebbe «profondamente dispiaciuto» ma, dopo la tragedia di Göteborg che ha contato un morto, ammette: «Vista la situazione, per i genovesi sarebbe meglio». Ma non cede sul fronte della sua città, che per lui è «pronta ad accogliere il summit in sicurezza».

Di altro avviso il presidente della Regione Sandro Biasotti. Il quale ribadisce di condividere le preoccupazioni di Berlusconi e auspica che il nuovo Governo e il ministro degli Interni Claudio Scajola riescano, in questi 30 giorni, a mettere la città in sicurezza. Sulla stessa lunghezza d’onda il sottosegretario al ministero degli Affari Regionali, il ligure Alberto Gagliardi, che commenta: «Noi a suo tempo avevamo denunciato i pericoli e siamo stati assaliti: adesso lo dicono tutti che la situazione è incandescente e preoccupante. Noi avevamo voluto dire alle istituzioni locali che non dovevano favorire l'accoglienza degli antiG8, perché purtroppo, come dimostrano le cronache, non sono nonviolenti». E precisa di non essere  d'accordo con il sindaco nel ritenere che Genova sia città più sorvegliabile di altre: «Se è vero che i disordini possono accadere in tutte le città, è anche vero che Genova è particolarmente indifendibile rispetto ad altre».

In merito alle polemiche con la struttura di missione, Gagliardi avverte: «Vorrei fosse chiaro a chi allude quando dice che se avessero lasciato l'organizzazione agli enti locali sarebbe tutto pronto, che chi ha organizzato è stato il governo di centro sinistra, amico del sindaco e della maggioranza che guida il Comune». E nella polemica entra anche il Genoa Social Forum, che chiede che il vertice G8 di luglio a Genova sia cancellato. Dopo gli scontri e le notizie sulle gravi condizioni di uno dei dimostranti, il Gsf chiede, tramite il portavoce Vittorio Agnoletto la cancellazione del G8 «da qualunque città del pianeta».  «Crediamo - spiega Agnoletto - che la società civile di tutto il mondo non possa accettare il rischio che siano uccise delle persone per difendere una riunione dove otto potenti passano gran parte del tempo a discutere come produrre nuove armi e strumenti di offesa come lo scudo spaziale». Intanto, da oggi è ufficiale: il porto sarà chiuso per quattro giorni, dal 18 al 22 luglio, i negozi del centro abbasseranno le saracinesche, ma le organizzazioni di categoria non hanno ancora espresso una posizione ufficiale, buona parte della città sarà off limits. Sempre che il summit non venga spostato o annullato.