Corriere della sera 26 giugno 2001
G8 di
Genova, lultimatum dei contestatori
«Quattro giorni per
trovare lintesa». Ma laccordo è lontano. Biasotti: «Non cè da stare
tranquilli»
- ROMA - Si fa sempre più difficile la strada per arrivare a un accordo tra governo e
contestatori del G8. Le posizioni restano distanti. Mentre Viminale e Farnesina rilanciano
la possibilità di dialogo con lobiettivo di un compromesso, il Global Social Forum
detta condizioni definite «irrinunciabili»: abolizione della zona gialla , piano
per laccoglienza, poliziotti in piazza disarmati e indicazioni precise sullo
svolgimento delle manifestazioni. Questa mattina i ministri dellInterno Claudio
Scajola e degli Esteri Renato Ruggiero faranno il punto della situazione con il presidente
Silvio Berlusconi. Entro la fine della settimana dovrebbero incontrare i rappresentanti
del Gsf. «Il limite massimo - avverte il portavoce Vittorio Agnoletto - è il 30 giugno.
Se entro quella data non ci sarà lincontro politico vorrà dire che il governo non
ha alcun interesse a trattare. Basta con i bluff di Scajola: se è in grado, scopra le sue
carte». Dal ministero dellInterno si ribadisce la volontà di arrivare a una
mediazione, ma la possibilità di accogliere tutte le pretese viene già ritenuta
impossibile. Tramonta lipotesi di concedere una cittadella al popolo di Seattle .
E sembra difficile anche che si decida di lasciare aperte le frontiere. Da parte sua la
questura di Genova esclude di poter abolire larea gialla, mentre cè
disponibilità a un restringimento.
LACCOGLIENZA - I contestatori avevano chiesto di poter disporre di strutture
sia nella zona di Levante, sia in quella di Ponente e di avere accesso anche allarea
di Marassi. Da ieri mattina è al lavoro un gruppo di funzionari degli enti locali che in
sinergia con la questura individuerà i luoghi dove sistemare i manifestanti. Per il
momento sembra ci sia la disponibilità per larea verde dellex manicomio di
Quarto, otto scuole di Levante, due campi sportivi, oltre a giardini e zone attrezzate con
servizi igienici. Escluso invece che si possa concedere la parte intorno allo stadio
perché troppo vicina al cuore del vertice e al carcere. «Ufficialmente - dichiara
Massimo Morettini del Gsf - non ci è stato comunicato nulla. Quando avremo lelenco
lo valuteremo».
I CORTEI - «Non riconosciamo la zona gialla e ne chiediamo labolizione
perché servirà soltanto a favorire gli incidenti e gli scontri. Si tratta infatti di unarea
aperta dove però è vietato manifestare». E questa la posizione dei contestatori,
ma i responsabili dellordine pubblico non sembrano disposti a cedere. «Si può
arrivare ad un compromesso con un restringimento dei confini - sottolineano in questura -,
ma la cancellazione è esclusa». Confronto difficile anche sul percorso dei cortei che
secondo il piano già varato potranno arrivare al massimo sul lungomare. Una soluzione che
non soddisfa affatto i manifestanti. «Andremo oltre - avvertono - e riusciremo a varcare
anche la zona rossa ». «Agli agenti - aggiunge il leader delle Tute Bianche Luca
Casarini - chiediamo di disobbedire agli ordini ed evitare lo scontro. Non si facciano
convincere da chi chiede di usare il pugno di ferro».
I TRENI - Durante lincontro che il capo della polizia Gianni De Gennaro ha
avuto con il sindaco Giuseppe Pericu e con i presidenti di Provincia e Regione si è
valutata la possibilità di andare incontro alle richieste dei contestatori tenendo aperte
le due stazioni di Principe e Brignole, ma limitando laccesso a uno o due treni al
giorno. Gli spostamenti dalle stazioni più lontane verrebbero garantiti istituendo un
servizio di pullman navetta. Per i rappresentanti del Gsf non basta. «Si prevede larrivo
di almeno 100.000 persone - dicono -, pensare di caricarli sugli autobus sembra davvero
ridicolo».
LE FRONTIERE - Il governo sta pensando di sospendere il trattato di Schengen
ripristinando il controllo dei documenti al confine di Ventimiglia. Unipotesi che il
popolo di Seattle contesta. «La circolazione - dichiara Agnoletto - deve restare
libera, non sarà accettata alcuna limitazione. E inutile che giustifichino questa
misura con i pericoli che arrivano dai terroristi. Ci sono altri modi per contrastare il
loro ingresso e quello di chiudere la frontiera non è certamente il più idoneo».
IL PIANO SANITARIO - Oltre allassistenza sanitaria per i partecipanti al
vertice, il presidente Sandro Biasotti ha dichiarato ieri che la Regione varerà un piano
anche per i manifestanti. I problemi da risolvere sono ancora tanti e Biasotti non lo
nasconde: «Almeno per il momento non cè da star tranquilli, né per i cittadini e
per i commercianti del Levante genovese né per gli stessi manifestanti pacifici anti G8
che sono a rischio di infiltrazione di gruppi violenti decisi a forzare i blocchi, come
dimostrano le inquietanti manifestazioni di questi giorni in città».
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Fiorenza
Sarzanini |
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