La Repubblica 26 giugno 2001 "Documento congiunto sui temi del G8" Ruggiero apre, ma il Genoa Social Forum conferma il no Dal governo linea morbida col popolo di Seattle: sabato il confronto. Oggi da Berlusconi Scajola e il ministro degli Esteri LIANA MILELLA ROMA - Ufficialmente lo decideranno e la comunicheranno stamattina, ma ufficiosamente la data è già stata fissata: sabato prossimo, l'ultimo di giugno, il Global social forum otterrà il tanto agognato «incontro politico» con il governo. Da una parte ci saranno i rappresentanti delle ormai 700 associazioni che fanno parte del Gsf e, dall'altra, il ministro dell'Interno Claudio Scajola. Stamattina, per pianificare la "strategia della distensione" in vista del vertice internazionale di Genova , s'incontreranno a palazzo Chigi il premier Silvio Berlusconi, il ministero degli Esteri Renato Ruggero e ovviamente Scajola. Che ieri sera, dalle 20,30 in poi, si è chiuso nella sua stanza al primo piano del Viminale con il capo della polizia Gianni De Gennaro, reduce da Genova. Un faccia a faccia che è durato a lungo e che dovrebbe aver fornito a Scajola le "carte" utili e le valutazioni tecniche necessarie per la riunione di oggi. La "strategia della distensione", pensata sin dall'insediamento del governo Berlusconi per evitare che il G8 di Genova si trasformi in un campo di battaglia, è fatta di molte mosse da giocare su una scacchiera difficile, in cui - come ha dimostrato l'incontro genovese tra De Gennaro e il Gsf - ci sono anche ispessite diffidenze, pregiudizi, principi da difendere da entrambe le parti. Ma ieri è stato il titolare della Farnesina a usare un linguaggio inequivoco e che rivela una forte voglia di «pacificazione». Ha dichiarato il ministro durante una visita in Lussemburgo: «Saremo pazienti fino al limite estremo». Una battuta che, pronunciata dall'ex direttore generale del Wto, suona come un segnale politico di notevole rilievo. Ai contestatori che scenderanno in piazza al grido di "Berlusconi come Tambroni" (il capo del governo contestato negli anni Sessanta proprio a Genova) , il Cavaliere risponde con un'offerta di pace o quantomeno di non guerra per tutti coloro che vorranno manifestare pacificamente. E infatti il ministro Ruggero non si è limitato a quella battuta, ma è andato molto al di là. Ha proposto due cose che potrebbero piacere al movimento antagonista. Innanzitutto l'istituzione di un apposito fondo, su cui ottenere il via durante il G8, per far abbassare i prezzi delle medicine antiAids; quindi un documento comune Gsfgoverno da sottoporre ai Paesi del G8. In più, Ruggero insiste sulla questione che i temi discusi a Genova non sarebbero "contro" il movimento. E guarda alle riunione del 13 luglio dei ministri InterniGiustizia della Ue come a un'occasione per insistere sul dialogo, proponendo che si vedano anche quelli degli Esteri. . Ma il Gsf rifiuta il dialogo "politico" e pone una precisa condizione: abolire la zona gialla, cioè l'area a ridosso di quella rossa supervietata. Dopo una lunga riunione in cui sono state valutate le dichiarazioni del ministro degli Esteri, il Gsf ha insistito soprattutto sulla necessità di tenere l'incontro al più presto. Ma alcuni esponenti - per esempio Peppe De Cristofaro dei Giovani comunisti - ha replicato: «Non ci interessa parlare di politica con Ruggero. Con il governo vogliamo discutere gli spazi democratici da ottenere Genova». E i portavoce della rete Lilliput bollano come «strumentali» aperture che arrivano a meno di un mese dal G8. Ufficialmente, il Gsf pone a Berlusconi tre condizioni: libertà di manifestare, libertà di circolare, libertà di essere accolti a Genova. «Significa che noi vogliamo frontiere e stazioni aperte, treni garantiti, strutture per i manifestanti in una logica lontana dalla ghettizzazione». Ha buon dire il governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio insistendo sulla necessità di un maggiore dialogo, perché «è nel dialogo, negli incontri per la ricerca di soluzioni adeguate ai singoli problemi la chiave per affrontare i rischi connessi con la globalizzazione». Dall'altra parte c'è un movimento che chiede libertà piena per manifestare tutto il dissenso contro i grandi della terra. In una parola, chiede piena e ampia libertà di movimento. Ma tutto questo, come ha spiegato a "Repubblica" il vicecapo della polizia Ansoino Andreassi, si scontra con la presenza dei "black block", l'ala dura della galassia antagonista che, secondo la polizia, il Gsf potrebbe contribuire a isolare. Ma anche su questo la replica è stata un secco no: «Non potete chiederci di fare un lavoro che non spetta a noi». |