Corriere della sera 24 giugno 2001
IL
POETA LIGURE
Sanguineti: una chiusura da vecchio capitalismo
- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
GENOVA - Falchi e colombe, anche tra gli industriali. «Mi sembra interessante, questa
discordanza sul tema caldo della globalizzazione. Ci vedo uno spiraglio, una possibilità
di dibattito - dice il poeta Edoardo Sanguineti, una delle voci più autorevoli della
letteratura italiana - . Mi auguro davvero che i giovani imprenditori abbiano una
sensibilità che le vecchie strutture non avevano. Come, del resto, dimostrano le parole
di chiusura del presidente di Confindustria, DAmato».
Veramente, DAmato è poco più che quarantenne...
Sorride, lintellettuale genovese, e risponde: «Non è questione di età anagrafica,
ma di mentalità, di formazione».
In che senso?
«Mi riferisco alla lungimiranza di chi entra nel mondo economico e ne assume le
responsabilità nel momento in cui la globalizzazione è un processo in atto. Credo che
sia il caso di Edoardo Garrone. Al contrario, chi si è formato alla tradizionale scuola
industriale, pre-globalizzazione e agli albori del fenomeno, tende a ritenere che le
vecchie strategie economiche siano ancora paganti. Forse, DAmato è tra questi».
Un diverso approccio culturale.
«Mi spiego. Se la grande finanza dominante è in grado di spostare in tempo reale i
capitali da Hong Kong, Singapore, Oslo, evidentemente non si può ragionare in termini di
crisi localizzabili... E poi, in nome del profitto non si può lasciare andare alla deriva
un continente. Per esempio, quello africano devastato dallAids. Ecco perché io
sostengo che anche letà e la cultura dellimpresa possono determinare un
diverso atteggiamento nei confronti delleconomia globale e del mercato».
Secondo lei, al di là delle sue speranze, quale sarà la linea vincente?
«Temo che prevalga il vecchio. Anche perché può contare in Italia sullappoggio di
un governo dichiaratamente neoliberista che, omogeneo alla Confindustria, insegue modelli
di capitalismo arcaici. Alla Bush, per intenderci. Il presidente degli Stati Uniti,
infatti, lo dimostra anteponendo, ad esempio, il profitto alle esigenze dellambiente».
Il G8 a Genova, tra qualche settimana. A questo proposito, il giovane Garrone si
dichiara favorevole a unapertura di credito nei confronti del popolo di Seattle. Al
contrario, DAmato è tassativo: con la piazza non si scende a patti.
«Va da sé che sono daccordo con il primo. Del resto, anche uomini di governo come
il ministro Ruggiero sono fautori del dialogo con in contestatori. Ma, mi chiedo, in quali
termini può avvenire questo dialogo? Quale può essere il punto dincontro? Il mio
timore è che le due parti parlino lingue troppo diverse».
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Marisa
Fumagalli |
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