Manifesto 6 giugno 2001

Il Cavaliere nel vortice del G8
ANGELO MASTRANDREA

Che non tutto il "popolo di Seattle" sia composto da guerriglieri, sono d'accordo entrambi, il premier uscente Giuliano Amato e quello entrante Silvio Berlusconi. Al punto che il primo ne ha incontrato alcuni esponenti, ieri a Palazzo Chigi, assicurando il diritto di manifestare ma non a discutere, visto che la cittadella richiesta per il Public forum è considerata "non idonea". E il secondo vorrebbe un corteo senza capo né coda, perché "in mezzo ci sono i pacifisti veri". E' in questo modo che si prepara il passaggio di consegne tra il vecchio e il nuovo governo sul G8, e per il neopremier, che ieri ha mandato in avanscoperta a Genova il segretario generale della Farnesina Umberto Vattani, cominciano i problemi. Innanzitutto, la sicurezza: ci sono 241 varchi per la "zona rossa", troppi e difficili da controllare, dice all'assemblea dei deputati di Forza Italia un "preoccupato" Berlusconi. Poi la risposta alle richieste dei manifestanti, raggruppati nel Genoa social forum, che chiedono frontiere aperte, libertà d'accesso a Genova e permessi per spazi e accoglienza. Una risposta ha tentato di darla ieri Amato, sbagliando però destinatario: i rappresentanti delle Ong incontrate hanno poco a che vedere con gli organizzatori del controvertice, e comunque, sostengono gli anti-G8, il premier uscente è ormai fuori tempo massimo. Per cui la patata, bollente come il clima che si prospetta tra il 19 e il 22 luglio, è ora tutta nelle mani del nuovo governo.