Avvenire 5 giugno 2001 Tamburi di guerra dal fronte
antagonista: prevista l'invasione dell'area vietata alle manifestazioni
«Non rispetteremo la zona rossa»
Pino Ciociola
Roma Il Genoa social forum «non esclude, in segno di disobbedienza
civile, la violazione della cosiddetta "zona rossa"». E così - se davvero
accadrà - diventerebbero più che probabili gli scontri con le forze dell'ordine, che
presumibilmente (visto quanto successo a Seattle, ma anche soltanto nel marzo scorso a
Napoli) non andranno per il sottile.
Passo indietro. Riunione nazionale, ieri a Genova, del Gsf. Va avanti fino alle sei e
mezza di sera. E poi spiega Stefano Lenzi (del Wwf) - uno degli addetti stampa - che «è
stata raggiunta un'intesa fra le parti sulle modalità di manifestazione all'interno di
Genoa social forum». Intesa sancita su un documento che sarà presentato stamattina, col
quale «chiarirà il punto di vista del Gsf a proposito di violenza e disobbedienza». Ma
le prime anticipazioni sono eloquenti: «Non si esclude, in segno di disobbedienza civile,
la violazione della cosiddetta "zona rossa"».
In altre parole, i contestatori del G8 circonderanno e cercheranno di invadere
pacificamente l'area riservata alla svolgimento del summit e in cui già è chiaro che non
saranno ammesse manifestazioni. Un "assedio" cui prenderanno parte tutte le
anime del movimento antiglobalizzazione, organizzando un grande sit-in di accerchiamento.
Chi tenterà di entrare nell' area proibita lo farà «con metodi pacifici, evitando di
usare qualunque strumento offensivo». Le azioni saranno comunque improntate alla non
violenza.
Vittorio Agnoletto, portavoce nazionale de Gsf, spiega: «Vogliamo isolare i potenti del
mondo nella zona rossa con azioni molteplici di disobbedienza civile attraverso le parole
e i corpi. Ma tutte le associazioni che aderiscono al Gsf, tutte quante, sono d'accordo
che non dovrà esserci nessun atto violento nei confronti di uomini e donne, qualsiasi
vestito o divisa indossino, e che si dovrà mantenere il più totale rispetto verso la
città di Genova». Tutte le associazioni d'accordo: anche le "tute bianche" di
Casarini? «Tutte», risponde Agnoletto. Resta però ancora aperto un nodo, «l'unico, su
quali dovranno essere le forme di eventuali autodifese». Non è poco. Oggi comunque, dopo
la presentazione di quel documento, se ne saprà di più.
Alberto Zoratti poi, il responsabile del nodo ligure della Rete di Lilliput, conferma
un'altra notizia di Agnoletto: «Quello che tutti i membri del Gsf vogliono - dice - è
partecipare alle giornate del 20 e 21 luglio senza spaccature e senza forzature». Tanto
più che «il Gsf non può imporre nessuna forma di piazza e di pratica, ma può tentare
di contenerle in un contenitore non violento e pacifico».
Nel frattempo oggi il presidente del Consiglio uscente, Giuliano Amato, riceverà le
organizzazioni non governative «in vista del G8». E don Oreste Benzi, fondatore
dell'Associazione Papa Giovanni XXIII, fa sapere che «come Associazione a Genova ci
saremo con iniziative autonome, tra le quali la preghiera e la Via Crucis in piazza.
Aderiremo anche a iniziative unitarie con l'organismo cooordinatore, il Genoa Social
Forum, dissociandoci da eventuali azioni violente e non partecipando ad esse».
Ultima annotazione: il Prc tiene a precisare di non voler affatto egemonizzare il
movimento anti G8 e di riconoscersi nelle «decisioni che il Gsf prenderà». Lo ha
scritto il responsabile esteri, Ramon Mantovani, a tutte le organizzazioni del Forum in
risposta a quelli che ha definito i tentativi di «dividere il movimento per poterlo
criminalizzare meglio, riducendolo all'impotenza».
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Pino Ciociola
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