tratto da Il Corriere della Sera venerdì 7 aprile 2000

Rifkin: «I signori dei geni futuri padroni del mondo»

ROMA — «I padroni dei geni governeranno il ventunesimo secolo. Se non si blocca la possibilità di brevettare la vita umana, per l’uomo si prospetta una nuova schiavitù». Jeremy Rifkin, economista e filosofo, presidente della Foundation on economic trend e autore del libro «Il secolo Bio-Tech», in un incontro organizzato ieri dai Verdi ha dipinto scenari impressionanti. Secondo lui la mappa del genoma umano «è il più grande risultato della scienza, ma, se ciascun gene venisse brevettato, in meno di 10 anni tutti e 100 mila i geni della razza umana avranno un proprietario».

«Stiamo assistendo alla nascita di una nuova era — ha ammonito Rifkin — con la fusione tra scienze biologiche e informatiche. Le risorse fondamentali non sono più carbone e petrolio, ma i geni, materie prime che servono a costruire fibre, alimenti, energie o prodotti farmaceutici».

Nell’ultimo anno, secondo l’economista, le società informatiche hanno iniziato a fondersi con le grandi multinazionali della chimica, come Monsanto e Novartis che fra qualche anno non si occuperanno più di chimica ma di genetica. La maggior parte dei geni si trovano nell’emisfero sud del mondo e le multinazionali si stanno dando da fare per ottenere i brevetti. Ma questi geni, osserva Rifkin, «non appartengono né al Brasile né alla Monsanto, esistevano prima degli Stati ed esisteranno anche dopo».

E ancora: «Noi abbiamo abolito la schiavitù ma rendere possibile la proprietà del gene dal concepimento alla nascita vuol dire introdurre una nuova schiavitù». Rifkin ha detto che farà causa contro l’Ufficio brevetti degli Stati Uniti che ha autorizzato la possibilità di brevettare i geni: «D’Alema è stato coraggioso ad annunciare che impugnerà la direttiva Ue sui brevetti, ma dobbiamo coinvolgere tutti i Paesi».