LA TESTIMONIANZA
tratto dal Corriere della sera - marzo 2001

«Io, in fin di vita per il cibo biotech»

Il racconto di un oculista della Florida: crampi allo stomaco dopo aver mangiato tortillas

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE

NEW YORK - Soltanto a sentire le parole «Ogm» e «transgenico», Keith Finger
prova un brivido di terrore lungo la schiena. «Io ho rischiato di andare all’altro
mondo per colpa del mais biotech e sono vivo solo per miracolo», spiega al
Corriere il 56enne oculista della Florida, uno tra centinaia di americani che hanno fatto
causa a una società produttrice di mais modificato geneticamente, ufficialmente approvato
solo per uso animale ma accusato di aver provocato gravissime reazioni allergiche.

Dottor Finger, com’è successo?
«Ero stato invitato a casa di mia figlia. Venti minuti dopo la cena a base di tacos e tortillas
preparate con mais transgenico - un piatto cui sono abituato essendo mia moglie
nicaraguense - ho iniziato ad avere fortissimi crampi di stomaco e un prurito in tutto il
corpo, seguiti da una diarrea incontrollabile. Lingua e occhi mi si sono gonfiati
enormemente, ero pieno di enormi bolle rosse e non riuscivo più a respirare: i classici
sintomi dello shock anafilattico».

Come si è salvato?
«Per fortuna sono medico e ho potuto spedire mio genero in farmacia con una ricetta di
epinephrine, un’adrenalina che mi sono iniettato subito. Ho trangugiato anche una dose
massiccia dell’antiallergico. Ma ho impiegato 24 ore per riprendermi».

E dopo cosa ha fatto?
«Alcuni giorni dopo l’incidente, quando mi hanno spiegato cos’era il mais tansgenico, ho
scritto una lettera alla Food and drug administration che ha inviato un emissario del Center
for disease control di Atlanta a prelevarmi il sangue. "Non abbiamo ancora messo a punto
un test per individuare questo tipo di allergia", mise subito le mani avanti questo, "e non è
detto che ci riusciremo"».

E poi?
«Non ho sentito più niente per mesi. Poi, qualche settimana fa, l’Fda ha annunciato di avere
sviluppato un test ma siamo in molti a temere che sia stato messo a punto dagli scienziati
delle società biotech».

Perché quel test è tanto importante?
«Perché se dall’esame del sangue di gente come me scaturirà un esito positivo, la colossale
e assai profittevole industria americana del biotech rischia di andare in rovina. Ma non ci
spero. Oggi mi hanno detto di non farmi illusioni perché il test non è sicuro al 100% e
potrebbero esserci dei risultati falsi».

E’ pessimista?
«L’amministrazione Bush e prima quella del suo predecessore Bill Clinton hanno sempre
guardato con favore alla lobby di questo nuovo business. Così milioni di americani
mangiano senza saperlo questi prodotti Ogm, mai segnalati sulle etichette e finiscono al
pronto soccorso. O sono costretti, come me, a girare con la siringa di adrenalina per il
resto dei loro giorni».

Alessandra Farkas