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TRIPS : ARTICOLO 27 - MATERIA OGGETTO DI BREVETTABILITÀ
3.1
b)
I membri possono escludere dalla patentabilità :
piante ed animali diversi da microorganismi ed i processi essenzialmente biologici per la produzione di piante e animali diversi dai processi non-biologici e microbiologici. Tuttavia, i membri dovranno provvedere alla protezione di varietà di piante con brevetti o sistemi di protezione sui generis o attraverso una combinazione di essi. I provvedimenti di questo sub-paragrafo saranno rivisti dopo quattro anni dall'entrata in vigore dell' Accordo

 

Cosa significa TRIPS?

Introduzione a un accordo da un nome molto strano e un contenuto inquietante

Trips sta per Trade-Related Aspects of Intellectual Property Rights, cioè Aspetti riguardanti la proprietà Intellettuale legati al Commercio. E' uno degli accordi siglati al termine dell'Uruguay Round ed entrati in vigore il 1 gennaio 1995.

Gli Stati Uniti inserirono i diritti di proprietà intellettuale nell'agenda delle trattative dell'ultimo round del GATT perché la mancanza di una legislazione specifica in molti paesi del mondo si traduceva in un elevato numero di royalties (diritti), non pagate alle sue società.

Le società americane sostenevano che il resto del mondo aveva un debito con loro di 24 miliardi di dollari annui in diritti non pagati.

Ma se i paesi occidentali pagassero per aver accesso a quella biodiversità di cui i paesi poveri sono i maggiori possessori, la situazione sarebbe capovolta.

TRIPS copre sette settori dei diritti di proprietà intellettuale: copyrights, marchi registrati, indicazioni geografiche, disegni industriali, brevetti, carte topografiche e circuiti integrati, informazioni commerciali riservate.

Per queste sette aree, TRIPS definisce uno standard "minimo" di protezione, minimo ovviamente solo per i Paesi sviluppati, interessati a garantire i guadagni delle proprie società.

Questo testo tratta esclusivamente degli aspetti legati alla brevettabilita’ delle forme viventi, anche se l’accordo ha altri aspetti negativi che riguardano i medicinali e la cosiddetta sicurezza alimentare.

 

Chi sono i veri ladri?

Uno studio pubblicato anni fa dal Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite mostra che i veri pirati sono le socetà transnazionali, non i paesi in via di sviluppo.

Se fosse applicata una royalties pari al 2% sulle risorse biologiche nei paesi in via di sviluppo, i paesi sviluppati dovrebbero pagare loro 300 milioni di dollari solo per quanto riguarda le sementi e 5 miliardi di dollari per le piante medicinali.

 

Cosa dice il TRIPS riguardo alla brevettabilità delle forme viventi ?

L'accordo TRIPS è il primo trattato internazionale che legalizza - e obbliga - la patentabilità delle forme viventi.

Questo è un aspetto molto controverso, tant'è che mentre è stata prevista la revisione del TRIPS dopo cinque anni, per l'articolo che riguarda la materia vivente si è stabilita la revisione dopo quattro.

Il problema è che la maggior parte delle risorse di quella ricchezza che è la biodiversità sono ospitate nei paesi poveri. Ma i paesi ricchi hanno tecnologie sofisticate, come l'ingegneria genetica, per sviluppare nuovi prodotti da queste risorse. Questa è la motivazione del perché vogliono brevettare le forme viventi. Questo significa che una multinazionale come la Cargill o la Monsanto o la DuPont può prendere dei geni da una foresta in un paese come le Filippine, manipolarli nei propri laboratori e "registrare" quanto ottenuto.

Le Filippine dovranno poi pagare a queste società i diritti per utilizzare quanto prodotto con le proprie risorse genetiche !

La protezione dei diritti di proprietà intellettuale diviene perciò una forma di protezione degli investimenti e di guadagno per le società a danno dei paesi e dei popoli che si vedono rapinati di risorse naturali su cui è legittimo chiedersi se sia giusto che qualcuno possa metterci mano per poi averne l'esclusiva. A chi appartiene la natura ?

L'articolo 27.3(b) sembrerebbe aprire uno spiraglio permettendo ai paesi di escludere piante ed animali dalla patentabilità. Ciò sarebbe molto importante per i paesi in via di sviluppo, ma i paesi sviluppati non la pensano così e considerano il TRIPS come un primo passo.

 

Le scadenze del TRIPS

 

1 gennaio 1995: entrata in vigore

1 gennaio 1996: I paesi sviluppati devono implementare l'accordo

1999: l'articolo 27.3(b) sotto revisione nel TRIPS Council

1 gennaio 2000: i paesi in via di sviluppo devono implementare l'accordo

anno 2000: revisione dell'intero Accordo

1 gennaio 2006: i Paesi meno sviluppati devono implementare l'accordo

 

Inoltre, l'accordo presenta molte lacune e una formulazione poco chiara.

Chiede, ad esempio, a tutti i paesi di brevettare micro-organismi. Ma anch'essi sono forme di vita. Non è neppure chiaro come il TRIPS distingua fra piante e animali che non devono essere patentati e i microorganismi che devono esserlo. Non è chiaro neppure perché processi biologici essenziali siano esentati, al contrario di quelli microbiologici e di quelli non-biologici. Dopotutto un processo microbiologico è un processo biologico.

 

Varietà di piante

 Gli agricoltori non piantano il riso, ma specifiche varietà di riso che si adattano al suolo, al clima e alle risorse idriche disponibili.

In tutto il mondo vi sono almeno 100.000 varietà di riso.

Purtroppo dalla Rivoluzione verde in avanti gli agricoltori sono stati spinti a sostituire le loro varietà originali con quelle provenienti dai laboratori. Questo renderà gli agricoltori più vulnerabili alle malattie poiché una malattia su queste varietà causerà danni su un gran numero di agricoltori che la utilizzano.

 

Cos'è un "sistema sui generis" ?

Questa è una bella domanda.

Mentre il TRIPS permette di escludere piante dalle leggi sui diritti, richiede una forma di protezione per le varietà. Le varietà di piante sono quelle che utilizzano normalmente i contadini.

Sui generis è l'espressione latina che indica qualcosa di specifico ed unico. Una legge sui generis è perciò una legge specificatamente creata per un obiettivo. Per esempio l'Europa ha definito un sistema per i diritti degli ibridatori (PBR) nel 1960.

Questo sistema si chiama UPOV, ed è un sui generis system per le varietà di piante. UPOV è la sigla della Convenzione Internazionale per la protezione delle Nuove Varietà Vegetali e vi aderiscono 43 Paesi. Anche nel campo dell'informatica l'Unione Europea ha recentemente definito un sistema sui generis di protezione dei diritti intellettuali per i database elettronici dal momento che le regole per il copyright avevano alcune carenze per questo settore.

 

Alcuni Stati e lo stesso WTO hanno fatto pressione perché i paesi del terzo Mondo adottassero l'UPOV come sistema sui generis. Da parte sua, l'UPOV, ha svolto nello scorso biennio una intensa campagna per convincere questi paesi che l'adesione alla Convenzione era l'unica possibilità per mettersi in regola col TRIPS.

Ma UPOV è un sistema nato per rispondere alle esigenze degli ibridatori occidentali ed introduce restrizioni legali ed economiche sull'operato dei contadini. L'ultima versione sviluppata, quella del 1991, da ad essi l'esclusiva dei diritti commerciali sui prodotti ottenuti utilizzando le loro varietà.

Rispetto alla precedente versione del 1978 è stata eliminata la possibilità per gli agricoltori di salvare le sementi per successive semine.

Tutto questo poco si adatta ai paesi in via di sviluppo che non vogliono finire nelle mani delle multinazionali delle sementi.

Il TRIPS non menziona l'UPOV perciò la pressione in atto perché i paesi lo adottino come sistema sui generis non è lecita.

E i diritti dei contadini e delle comunità indigene ?

Non sono considerati.

In passato erano stati sviluppati strumenti per proteggere i diritti dei piccoli agricoltori e dei popoli indigeni in relazione alla biodiversità: sia sottoforma di risorse genetiche che di conoscenza tradizionale.

Il testo più significativo è quello della Convenzione sulla Biodiversità (CBD), ratificato da 169 paesi, che definisce gli impegni per proteggere la biodiversità, impegni che non collimano con le leggi della proprietà intellettuale, tant'e' che gli Stati Uniti non hanno firmato la Convenzione.

L'articolo 8(j) indica agli Stati di "rispettare, preservare e mantenere le conoscenze, le innovazioni e le pratiche dei popoli indigeni e gli stili di vita delle comunità locali importanti per la conservazione e un uso sostenibile della diversità biologica e promuovere un più ampio utilizzo con l'approvazione dei proprietari di queste conoscenze, pratiche ed innovazioni incoraggiando una equa distribuzione dei benefici derivanti dalla loro utilizzazione".

Al di là dei termini usati, qualcuno senza una precisa definizione, l'articolo da una chiara indicazione sul sostegno che i Paesi devono dare, attraverso le loro legislazioni, ai popoli indigeni e alle comunità locali.

 

L'accordo TRIPS non prevede nulla di tutto questo, non permette il rispetto della sovranità nazionale sulle risorse biologiche poiche' obbliga i Paesi a emanare leggi sulla proprietà intellettuale per le varietà vegetali; non permette l'equa distribuzione dei benefici derivanti dalla patentabilità e non richiede di soddisfare alcun impegno per accedere alle risorse genetiche e quindi facilita la biopirateria delle società multinazionali.

 

La posizione della Comunità Europea

La posizione dell’Unione Europea è espressa nel testo distribuito in vista del meeting di Seattle, qui di seguito riportata.

L'accordo TRIPs costituisce un grande passo in avanti nella tutela dei diritti di proprietà intellettuale a livello mondiale, poiché ha stabilito dei diritti minimi per i titolari e istituito dei meccanismi adeguati di applicazione. Da allora si sono registrati progressi in direzione dello sviluppo di un consenso internazionale. Nuovi trattati sono stati conclusi nell'ambito dell'Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (OMPI) nel dicembre 1996, mentre la revisione del 1991 della convenzione internazionale per la protezione delle selezioni vegetali (UPOV) è entrata in vigore nell'aprile 1998. Sarebbe utile, di norma, integrare al momento opportuno, dopo la loro entrata in vigore, i risultati di quest'ultimo trattato e dei due trattati OMPI nell'accordo TRIPs, come pure esaminare la relazione tra l'accordo TRIPs e le disposizioni della convenzione sulla biodiversità relative ai diritti di proprietà industriale. In altri settori, in particolare per i brevetti e le indicazioni geografiche, occorrerebbe rivedere il livello di protezione offerto dall'accordo.

(…)

In ogni modo, nessuna iniziativa di negoziato dovrebbe portare ad un abbassamento delle norme o influire sui lavori che il Consiglio TRIPs prosegue attualmente nel quadro del cosiddetto programma "implicito". I risultati conseguiti finora e i periodi transitori attuali non devono essere rimessi in discussione in occasione dei nuovi negoziati.

 

 

Ecco le posizioni ufficiali di altri Pesi sulla revisione del TRIPS espresse nel corso del 1999 in vista del meeting di Seattle:

Paese Relativamente alla brevettabilità … Relativamente alla clausola Sui Generis (varietà vegetali)
Kenya Estendere di cinque anni il periodo transitorio

Armonizzare TRIPS con la CBD

Modificare l’art. 27.3(b) per proteggere le conoscenze dei popoli indigeni
Venezuela Introdurre la protezione della conoscenza delle comunità indigene per riconoscere i diritti collettivi delle comunità
Gruppo Paesi Africani Allungare il periodo transitorio di 5 anni;

La revisione dovrà chiarire che piante, animali, microorganismi, loro parti e processi naturali non possono essere brevettati

Le leggi sui generis dovranno permettere la protezione dei diritti delle comunità e la prosecuzione delle tradizionali pratiche contadine;

Armonizzazione del TRIPS con la Convenzione sulla Biodiversità e la FAO

Gruppo dei paesi meno sviluppati (LDC Group) Necessità di una dichiarazione formale che piante, animali, loro parti (sequenze genetiche) processi biologici essenziali non sono brevettabili;

incorporare la regola che i brevetti prevedano il consenso del paese di origine;

Non ammissibilità dei brevetti in contrasto con l’Art. 15 della Convenzione sulla Biodiversità;

Estensione del periodo transitorio

Le leggi sui generis dovranno essere flessibili per permettere ad ogni paese di soddisfare le proprie necessità sulle sementi;

Estensione del periodo transitorio.

Giamaica, Sri Lanka, Tanzania, Uganda, Zambia Non brevettabilità delle piante senza il consenso del governo e delle comunità d’origine (delle risorse)
USA Nessun indebolimento degli impegni dell’accordo;

no all’estensione del periodo transitorio

Sostegno all’incorporazione dell’UPOV (‘91) nel TRIPS

SAARC (Associazione Sud Asiatica per la Cooperazione) Il WTO deve correggere il TRIPS per prevenire la biopirateria e non danneggiare i diritti degli agricoltori.

 

Cosa si può fare ?

Relativamente alla patentabilità delle forme viventi le possibili soluzioni sono:

  1. Rivedere l’art. 27.3(b) in modo che piante, animali, micro-organismi, loro parti e i processi biologici necessari alla loro produzione non siano brevettabili, oppure
  2. Inserire nel TRIPS impegni che permettano una maggiore (equa) distribuzione dei benefici derivanti dai brevetti.

Per quanto riguarda la protezione delle varietà vegetali (sui generis system)

  1. Eliminare l’obbligo di protezione delle varietà, oppure
  2. Definire un sui generis system che permetta la protezione dei diritti delle comunità e le conoscenze e culture tradizionali.

Considerando l’accordo nella sua totalità, i grossi problemi di conpatibilità con la Convenzione sulla Biodiversità, il fatto che i paesi del terzo mondo necessitano di tempo e conoscenze per adeguarvisi e che nel TRIPS di legato al commercio ("trade-related") c’e’ poco …

possibili soluzioni sono:

  1. Estendere i tempi transitori di applicazione dell’accordo
  2. Eliminare il TRIPS dal WTO
  3. Correggere l’accordo per renderlo compatibile con la Convenzione sulla Biodiversità.

 

Attualmente, dopo il fiasco dell’incontro di Seattle, nel WTO si nota un’aria di sbandamento e la revisione dell’art.27.3(b), dopo un anno di discussioni, non è ancora giunta a un punto di consistenza. Sarà importante che i paesi in via di sviluppo mantengano le loro posizioni, supportati dalla società civile internazionale, messasi in mostra all’ultimo meeting ministeriale, perché qualsiasi forma vivente non sia brevettabile. C’e’ un limite a tutto.

gennaio 2000.

Fonti utilizzate: "Patenting Life?" - Grain Foundation; "Ten reasons not to join UPOV" – Grain Foundation; "TRIPS versus biodiversity" – Gain Foundation; "The limited (but not sufficiently so) role of the WTO", J.Michael Finger (World Bank) for Cato Institute’s Center; "Signposts to sui generis rights" – Grain Foundation; materiale vario disponibile sul sito internet del WTO e vari numeri del BRIDGES Weekly Trade News Digest.

Roberto Meregalli (robertomeregalli@usa.net) Rete di Lilliput per un'economia di giustizia - (info: Paolo Lucchesi amfut@tin.it)