TANTI KURDISTAN UN SOLO POPOLO

Il Kurdistan (parola usata per la prima volta nel secolo XII da Marco Polo), con una superficie di circa 500 mila kmq e' costituito da una zona montagnosa che comprende il monte Ararat (5.198 m) e dall'altipiano iranico fino alle steppe della Mesopotamia, diviso tra Turchia , Iran, Iraq, Siria. Nel nod del paese nascono i fiumi Tigri e Eufrate , il lago Van ,il piu' grande del territorio Turco, e il lago Urmia.

L'acqua e' abbondante ma il suo sfruttamento crea gia' gravi contrasti con gli altri paesi confinanti, Siria , Iraq e Turchia.

Proprio in Kurdistan (Anatolia sud orientale) il governo Turco sta realizzando un gigantesco progetto di sviluppo, il Gap: 13 dighe, 7 delle quali sull'Eufrate, per la produzione di energia elettrica e per l'irrigazione di 1,6 milioni di ettari.

Il Kurdistan Iracheno e' invece ricco di petrolio, nella regione di Mossul e Kirkuk . Il Kurdistan possiede inoltre giacimenti di cromo, rame, ferro e carbone. Le principali attivita' della popolazione kurda sono l'agricoltura

( tabacco recentemente il cotone) e solo marginalmente l'allevamento.

I kurdi nel mondo sono circa 40 milioni, secondo le stime dell'istituto kurdo di cultura di Parigi. Non esistono infatti censimenti attendibili, dato che i paesi che si spartiscono il territorio non hanno alcun interesse a farne. Oltre 12 milioni vivono in Turchia, 4 milioni in Iraq, 7 milioni in Iran, 1 milione in Siria, a questi vanno aggiunti i kurdi della diaspora.

La lingua di origine indoeuropea è di ceppo iranico,unisce tutti i kurdi e rappresenta la loro identita' nazionale. I principali dialetti sono: il kurmandji, parlato ad ovest, in Turchia, Siria, parte dell'Iraq e nell'ex URSS, il Sorani, parlato ad ovest, in Iran ed Iraq, lo Zaziki, nel nord della Turchia.

CENNI DI STORIA

La storia di questo popolo e' antichissima . E' il risultato della sovrapposizione e della fusione di molti popoli, dagli Ittiti ai Mitami, dalla gente del regno Urartu all' ultima grande invasione dei popoli indoeuropei attraverso il Caucaso e dagli altipiani iranici. Discendono comunque dai Medi, che nel 612 a.c. distrussero l'impero degli Assiri, fondando un proprio impero con capitale Ecbatana, l'attuale Hamadan in Iran. E' del VII secolo il primo scritto in lingua kurda. Un breve testo che narra dell'invasione araba, la distruzione degli antichi templi del fuoco con la conseguente persecuzione del seguaci del mazdeismo .

Ufficialmente i Kurdi sono mussulmani in prevalenza sunniti. In realta' furono islamizzati a forza dopo l'invasione araba e restano comunque nella pratica un popolo prevalentemente laico.

La sua antica religione e' il Mazdeismo i cui sacerdoti sono i magi, culto indoeuropeo legato al profeta Zoroastro nato forse nel 600 a.c. Vi e' anche chi professa un culto sunnita privo comunque di fanatismo .

Questo popolo dara' un contributo notevole alla civilta' mussulmana. E' un kurdo a creare a Baghdad il primo conservatorio di musica mussulmana.

Tra il X e il XII secolo nascono i principati kurdi indipendenti . Il 1169 segna l'inizio della dinastia kurda degli Ayyubidi che regnera' sul grande Medio Oriente Mussulmano fino a circa il 1250. L'esponente piu' noto e' Saladino.

Nel XV e XVI secolo lo scontro politico-religioso tra due imperi, quello ottomano (sunnita) e quello Persiano (sciita) trasforma il Kurdista, alleato dei sunniti, in un campo di battaglia .

La vittoria dell'impero Ottomano contro la Persia a Cialdiran, nel kurdistan settentrionale, sancira' con il trattato di Qesra Serin tra l'impero Ottomano e la Persia, del 1639, la prima spartizione del Kurdistan (alleato tra l'altro degli ottomani) . La parte orientale sara' sotto la dominazione persiana ,

il restante territorio sara' sotto l'influenza ottomana e anche se si avranno i primi stati Kurdi a cui sara' imposto una legislazione di tipo islamica con un organizzazione di tipo feudale, cio' ha mantenuto la societa' divisa e frantumata ritardando lo svilupparsi di una coscienza nazionale.

Soltando nel XIX secolo si avranno le prime rivolte kurde che si esprimono attraverso il tentativo di costruire degli e mirati indipendenti dal potere centrale Persiano e Ottomano.

Le basi su cui si fonda il nazionalismo Kurdo derivano dal primo sritto di storia pan-kurda, "Sharafnama", scritto nel 1597 da Sharaf al-Din di Bitlisi.

Le prime rivolte Kurde negli anni venti e trenta (soprattutto in Turchia e Iraq) non sono supportate da organizzazioni politiche, che cominciarono a prendere forma soltanto dagli anni quaranta, restando spesso segnate da divisioni tribali o da rivalita' personali. Solo Mustafa Barzani e' considerato un eroe nazionale e dopo la sua morte, avvenuta nel marzo del 1979 negli Stati Uniti, la sua famiglia ha giocato un ruolo importante nel movimento nazionalista kurdo . Anche alcuni leader del movimento discendono da grandi famiglie (Massud Blzani e' figlio di Mustafa).

Con la fine della prima guerra mondiale si consuma la tragedia del popolo kurdo. Nel 1916 i rappresentanti di Francia, Inghilterra e Russia (alleata dei kurdi), ancor prima della vittoria contro l'impero ottomano, si erano spartiti le zone di influenza, dividendo il territorio in tre parti: Kurdistan meridionale tra Francia e Inghilterra e i distretti nord orientali alla Russia zarista. Nel 1919 sia gli Armeni che i Kurdi presentarono le loro rivendicazioni di autonomia alla Conferenza di Parigi.

Col trattato di Sevres, negli articoli 62,63, e 64, ai Kurdi viene riconosciuta l'indipendenza, dato che alle grandi potenze interessava costruire uno stato cuscinetto tra la Russia e la Turchia. Il trattato fu molto fragile e scateno' la guerra turca contro i Greci. Con la vittoria Turca nel 1922 tutte le scelte precedenti furono messe in discussione . In seguito il trattato di Losanna del 1923 cancellera' gli "stati kurdi " ; il Kurdistan scompare dalle carte geografiche e viene diviso tra Turchia, Siria, Iraq e Iran . Questa divisione fu successivamente confermata nel 1925 dal Consiglio della Societa' delle Nazioni .

 

 

LE RIVOLTE.

Nel 1924, a nord di Bitlis, una rivolta viene domata nel sangue da un esercito di 80 mila turchi; la popolazione civile viene massacrata e circa mezzo milione di kurdi sono deportati; i capi della rivolta (52) vengono impiccati. In seguito un altro milione di kurdi sara' deportato.

Tra il 1925 e il 1928 vi saranno altre rivolte che costeranno la vita ad altri 40 mila kurdi e la distruzione di interi villaggi .

Nel 1929 tutte le forze kurde alleate agli armeni liberano la zona del monte Ararat a nord del lago Van. Saranno sconfitti nel 1930. La deportazione che ne seguira' disperdera' nella steppa dell' Anatolia migliaia di kurdi e solo la mancanza di mezzi impedira' al regime turco di deportare, come era previsto, l'intera popolazione.

Nel 1937 la grande rivolta di Dersin sara' uno dei capitoli peggiori .

La rivolta viene sconfitta da 3 corpi d'armata Turchi. Vengono adoperati gas tossici, donne e bambini vengono murati vivi nelle grotte o arsi vivi nelle foreste. La citta' di Dersin (Porta D'argento) e' distrutta e i turchi cambiano il suo nome in Turceli (in Turco Pugno di Ferro).

Il 22 gennaio 1946 alla fine della 2° guerra mondiale a Mahaba nel Kurdistan-Iran viene proclamata la prima repubblica Kurda indipendente. Sara' distrutta nel dicembre dello stesso anno. Restera' comunque il simbolo dell'indipendenza.

Con l'entrata della Turchia nella NATO (1952) il territorio assume una grande importanza politico militare (blocco orientale ai confini dell'URSS).

Nel 1953 Turchia , Iran e Iraq firmano il patto di Bagdad, sostituito in seguito con quello di Cento, patto che prevede la repressione di tutte le forze ostili ai governi firmatari. Manco a dirlo Iran reprime, insieme all'Iraq, una rivolta Kurda.

Nel 1961 un' insurrezione armata si trasforma in movimento di liberazione.

Nel 1965 si autorizza l'accesso agli stranieri in Kurdistan vietato dal 1952.

Nel 1965 nasce il Partito Democratico del Kurdistan. Non riconosciuto.

Nel 1971 in Turchia c'e' un nuovo golpe militare, dopo quello del 1960; i partiti e le organizzazioni di sinistra sono fuori legge. Dopo pochi anni in Iraq una nuova rivolta kurda guidata da Moustafa Balzani si concludera' con un massacro.

Tutti gli anni 80 sono caratterizzati dall'ascesa al potere in Iran di Khomeini e dall' emanazione della guerra santa contro i kurdi che culminera' con la strage chimica di Halabja.

La Turchia sara' caratterizzata dai continui golpe che non fermeranno la repressione contro i kurdi e la sinistra in genere. L'ultimo colpo di stato coincidera' con la ventottesima rivolta.

Nel 1984 il PKK (Partito dei Lavoratori Kurdi) va in clandestinita' e inizia la lotta armata.

Nel 1988 i mass-media iniziano a parlare dei kurdi (anche se la loro causa e le loro rivolte durano da 70 anni), non a caso, per far vedere le immagini di una strage, quella di HALABJA, sud kurdistan-Iran: 5 mila abitanti inermi sono massacrati dall'aviazione irachena con iprite e gas nervini.

Si iniziera' a parlare dei kurdi, non per ricordare i massacri perpetrati dai paesi che hanno smembrato il territorio e disperso, massacrato nei modi piu' barbari e inconcepibili un intero popolo, ma solo ed esclusivamente perche' Saddam non offriva delle garanzie di fedelta' e lealta' .

Con la fine della guerra Iran - Iraq, durata otto anni e conclusasi senza vincitori, i paesi che fino al giorno prima (occidente e paesi arabi) avevano foraggiato di armi Saddam Hussein, con l'unico obbiettivo di fermare l'integralismo sciita e la relativa guerra santa lanciata da Komeini contro i sunniti e l'occidente, si trovano ad aver costruito una potenza militare che non sono più tanto in grado di controllare. Per azzerare il suo potenziale bellico si rendera' necessario modificare l'immagine di Saddam, da leadere progressista amico dell'occidente a dittatore sanguinario e pericoloso per il mondo intero. Non si dira' ad esempio, che durante la guerra del golfo le rivolte kurde furono represse dalla guardia repubblicana di Saddam e che i kurdi mandati a forza in prima linea o venivano massacrati quando indietreggiavano di fronte alla alla macchina da guerra USA , dai fedelissimi di Saddam posti alle loro spalle, o venivano a volte interrati vivi nelle trincee dove si barricavano, dai carri armati USA. Circa 15-20mila kurdi hanno perso la vita nell' operazione chiamata "Vergogna nel Deserto".

Con il dilagare delle proteste internazionali l'ONU e' costretto ad intervenire e per la prima volta sancisce "IL DIRITTO DI INGERENZA UMANITARIA" nella politica interna di uno stato e pone le basi dell'operazione "provide confort" sul Kurdistan-Iraq, per proteggere la popolazione dagli attacchi compiuti dall'Iraq, ma non dalla Turchia. Per tutta risposta l'Iraq impone il blocco economico totale . Da allora l'intera popolazione del nord-Iraq vive in uno stato di "parziale autonomia", se così si puo' considerare un enorme campo di concentramento dove milioni di persone, quando sono fortunate , sopravvivono a stento.

Nel frattempo si consolida la figura della Turchia nel contesto mediorientale. Sara' sempre piu' aggressiva e con forti ambizioni imperialiste sia nei confronti dei paesi dell'area che nei paesi verso occidente come la Bosnia o verso oriente nel Caucaso e Asia Sovietica. Propaganda e vagheggia il vecchio impero ottomano e il "grande Turkestan che prevede l'espulsione dei cittadini russi dall'Asia centrale e pulizie etniche ovunque. Da non sottovalutare che il governo Turco e' appoggiato e sostenuto dall'organizzazione di estrema destra dei LUPI GRIGI.

I paesi occidentali danno il pieno appoggio alla Turchia in quanto e' passato, da essere il gendarme della NATO contro i regimi comunisti a baluardo contro la presunta invasione islamica dell' occidente. Per questo e' divenuta la seconda potenza militare nella NATO e si e' inoltre alleata militarmente con Israele concedendogli le proprie basi aeree per l'addestramento dei piloti militari.

Non a caso si pensa che nella vendita di Ocialan da parte dell'occidente ci sia un coinvolgimento anche dei servizi segreti USA e Israeliani. Il problema piu' grande di questo popolo e' quello di essere un elemento di disturbo nel ruolo dell'economia mondiale. Con il crollo dei paesi Sovietici si e' scatenata una corsa all'appropiazione e sfruttamento delle enormi ricchezze presenti nei paesi rivieraschi del mar Caspio. Si calcolano all'incirca 850 milioni di tonnellate di petrolio e 8700metri cubi di gas (calcoli approssimativi).Si scatenano quindi gli interessi di mezzo mondo, dagli USA all'Europa, alla Russia e ,ovviamente, ai paesi che si sono divisi il Kurdista, sulla gestione e il trasporto di queste ricchezze.

Infatti sullo sfondo del caso Ocialan, scaricato anche dal governo di Mosca, ci sarebbe la "guerra degli oleodotti" che dovrebbero portare il petrolio dei nuovi immensi giacimenti del Caspio verso occidente: Uno dei due, gia' esistente, passa attraverso la Russia e puo' dare a Mosca un ruolo chiave .Il secondo, un progetto Turco-Americano, prevede una rotta alternativa attraverso la Georgia e la Turchia che taglierebbe fuori la Russia, passando necessariamente attraverso i territori del Kurdistan dove vi e' la netta opposizione del PKK e dell'intera popolazione.

Il dramma del popolo Kurdo come quello di altre popolazioni sparse per il mondo, dimostra come la vita di milioni di persone conta meno di niente di fronte alla logica del profitto o alle politiche di globalizzazione neoliberiste.

RAPPORTI ITALIA TURCHIA

La Turchia rappresenta innanzitutto un grande mercato per l'industria Italiana. Secondo i dati forniti dall' Ice, Istituto per il commercio estero, i rapporti economici fra Italia e Turchia sono triplicati nel periodo che va dal 1989 al 1997, con esportazioni nell'ultimo anno pari a 7.500 miliardi e importazioni per 2.560 miliardi e relativo saldo attivo di quasi 5.000 miliardi. In particolare crescono le esportazioni del settore alimentare (+55%), tessile (+24,7%) e del legno (+17,4%). Tra le principali aziende italiane presenti in Turchia spiccano Fiat, Eridania, Merloni, Pirelli, Barilla e Benetton, oltre a piu' di 150 piccole imprese e medie inprese, con un fatturato globale di 8.000 miliardi, 5.000 dipendenti e una quota di export verso Ankara oscillante fra il 4 e il 35 per cento. Circa un terzo delle macchine che circolano in Turchia sono Tofas, una joint venture (accordi di produzione) tra la FIAT e la KOCH turca, che produce 100.000 vetture l'anno.

Ma c'e' chi per produrre si avvale di ditte appaltatrici o subappaltatrici, non assumendo in questo caso nessuna responsabilita' sulle condizioni di lavoro; lo ha rilevato recentemente uno scandalo sollevato dai sindacati turchi sullo sfruttamento del lavoro minorile, da parte di una ditta subappaltatrice di una azienda che lavorava per la Benetton. Altre aziende sono impegnate negli appalti del megaprogetto GAP, nell'Anatolia sudorientale , abitata da popolazione kurda in gran parte deportata. Tra queste non bisogna dimenticare come l'ENI conti proprio sulla collaborazione Turca per portare in occidente le risorse energetiche del Mar Caspio attraverso il Bosforo o l'oleodotto di Ceyhan. Il settore piu' ricco di commesse e' la cooperazione militare.

All'inizio di novembre 98 la Rinaldo Piaggio Aereonautica, storica azienda genovese con sedi a Sestri Ponente e Finale Ligure, viene ceduta a una cordata di imprese, formata dalle italiane Ferrari (47%) e C.s.c. (2%) ma guidata dalla Turkish Aviation Foundation, che detiene il 51% delle azioni ed è a sua volta controllata dalla Tushav, una sorta di fondazione che coordina le attivita' civile e militari turche. La vendita e stata valutata e approvata, tra una decine di offerte, dal ministro ulivista Bersani.

La TAF - Tushav con l'aquisto per 67 miliardi (pari al 51%) entra con questo affare nelle coproduzioni strategiche di Falcon, Amx e Tornado. A cio' si aggiunga che i primi lavori sicuri per la Piaggio Turchizzata saranno tutti di carattere militare e riguarderanno propio l'esercito turco, come la costruzione di 20 veicoli "P180" e "P166" adatti alla ricognizione al suolo, creazione di un centro di revisione per veicoli a corto raggio, modifica a jet del " P180 ".

Di recente il consorzio Sarsilmaz ha acquistato all'asta la Bernardelli di Gordone Val Trompia (Brescia), fallita ma che disponeva dei progetti per la produzione di armi leggere e antisommossa. Sono prodotti direttamente in Turchia gli aerei da addestramento SF-260 della Siae Marchetti, mentre l'Augusta e' in gara per una fornitura di 145 elicotteri d'assalto.

Il parlamento Italiano nel 1990 ha approvato la legge 185 che regola il commercio di armi. Questa legge vieta esplicitamente all'Art.1 comma 6 la vendita di armi a Paesi responsabili di violazione dei diritti umani o interessatida situazioni di conflitto (concetti ribaditi anche nel Codice di Condotta Europei approvato il 25 maggio 97 a Bruxelle.

La Turchia, come denuncia Amnesty International, usa nelle stazioni di polizia e nelle gendarmerie strumenti per l'elettro-shock, e stanno valutando la possibilita' di acquistare dagli Stati Uniti le famigerate pistole

Taser che, sparando nel corpo della vittima piccoli ganci metallici simili ad ami da pesca, sono in grado di emettere a distanza scariche elettriche .