Antipsichiatria
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Circa quindici anni fa, per varie e complesse ragioni, i burocrati e i politici della psichiatria decisero che gli ospedali psichiatrici erano luoghi dannosi per i malati di mente. Questa idea è il colmo dell'ironia, infatti è proprio quanto i pazienti psichiatrici coatti sostengono da duecento anni. La questione, però, è un'altra: finché la maggior parte di coloro che si trovano negli ospedali psichiatrici è più o meno inabile socialmente, non può essere semplicemente scaricata. Per di più, molti pazienti psichiatrici, anche se entrati in ospedale contro la propria volontà, finiscono per trovarsi bene nell'istituzione, che fornisce loro non solo il vitto e l'alloggio, ma anche una scappatoia dalle responsabilità della vita quotidiana. In poche parole, la deistituzionalizzazione è soltanto un'ennesima, fasulla, riforma o trattamento. Eccone le ragioni. Come altre riforme e trattamenti psichiatrici, si suppone che la deistituzionalizzazione sia qualcosa che gli psichiatri, le persone sane, la società fanno per i malati di mente. Non è vero. Esattamente come anni fa i pazzi venivano reclusi negli ospedali psichiatrici contro la loro volontà, ora ne vengono espulsi sempre contro la loro volontà. Non viene loro lasciata la scelta fra le istituzioni, divenute ormai la loro casa, e gli scalcinati alberghi dei bassifondi. Con il pretesto di fare loro del bene, ancora una volta, viene fatto loro qualcosa di terribile. Nonostante la deistituzionalizzazione, gli psichiatri, gli avvocati e le persone sane continuano a trattarli come hanno sempre fatto: come pazzi, malati e irresponsabili. Il circolo vizioso creato da una psichiatria basata sulla malattia mentale e sul trattamento psichiatrico resta intatto: volenti o nolenti i pazienti vengono posti sotto il controllo psichiatrico, stigmatizzati come pazzi e, qualora commettano reati, non vengono punit. Dopotutto, sono malati di mente, perciò non responsabili delle proprie azioni. E' sicuro che così non funzionerà neanche la deistituzionalizzazione. Perché dovrebbe? E' un'altra cortina di fumo, un altro modo, da parte delle professioni mediche e giuridiche come pure della gente, di eludere i fatti brutali del destino umano: non tutti ce la fanno, nella vita; quelli che non ce la fanno non sono malati; e una società libera non può permettersi di giudicare matto o irresponsabile chi voglia sottrarsi alla propria responsabilità, considerando la società troppo esigente; né chi la società voglia espellere, considerandolo troppo esigente. Avere istituzionalizzato gli umani in nome della cura è stata una vergogna, come quasi tutti, oggi, ammettono. Deistituzionalizzarli in nome del progresso psichiatrico è un'impostura.
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