"Soldati delle Nazioni Unite in Mozambico hanno reclutato ragazze dai 12 ai 18 anni come prostitute e molto spesso gli ufficiali hanno chiuso un occhio per i crimini di violenza sessuale dei propri subordinati". Così afferma il rapporto dell'ONU presentato da Graca Machel: impatto dei conflitti armati sui bambini. L'inchiesta, fatta propria dalle Nazioni Unite, in 28 pagine mette sul banco d'accusa i caschi blu italiani, in missione in Mozambico dal 1993 al 1994.
Reclutavano e organizzavano in loco ragazze dai 12 ai 18 anni per la prostituzione. L'inchiesta dedicata al capitolo Italia sottolinea che il contingente di 3.600 soldati del Battaglione Albatros, giunto in Mozambico, nelle località di Manica e Sofala, cominciarono ad avviare un vero mercato e traffico di bambine reclutate nelle scuole a 12 anni e poco più, coinvolte in attività di pornografia con la circolazione di video e foto nei ranghi del battaglione. Fu addirittura istituito un centro di smistamento di minori, con un ufficiale dell'esercito italiano che fungeva da mediatore fra i soldati (dai 18 ai 22 anni) e le ragazze dai 12 ai 18 anni.
"Quando usiamo il termine 'ragazze' vogliamo indicare che le più piccole avviate alla prostituzione avevano anche 12 anni", sottolinea l'inchiesta dell'ONU, redatta dall'organizzazione "Redd Barna" (Norvegian Save The Children). "I soldati italiani, nella trattativa, indicavano di preferire le bambine perché c'era maggior divertimento e minore pericolo di contrarre l'Aids. Le tariffe variavano da un dollaro per prestazioni con preservativo a 20 dollari per prestazioni senza preservativo. Vennero creati dei veri e propri bordelli nel raggio di 400 chilometri da Chimoio, dove erano di base. L'organizzazione della prostituzione infantile da parte dei soldati e superiori del Battaglione Albatros aveva creato una fioritura di 'protettori' locali per compiacere i desideri sessuali dei caschi blu (in missione di pace) italiani, con la creazione di club privati, l'affitto di locali dove avvenivano gli incontri. Spesso la polizia a Tetes, Beira, Inhambane faceva irruzioni in bar dove arrestava le ragazzine alle quali venivano somministrate combinazioni di alcol e droghe pesanti".
L'inchiesta delle Nazioni Unite sui caschi blu italiani sottolinea che nel febbraio 1994, dopo un anno di missione italiana in Mozambico, lo scandalo aveva assunto proporzioni tali che divenne insostenibile per le autorità del governo di Maputo e per tutte le organizzazioni non governative.
Le prime denunce dell'ONU furono pubblicate dai media del Mozambico e riprese dalle agenzie internazionali Reuter, France Presse e pubblicazioni di 31 Paesi. In Italia tutto questo non provocò reazioni dei media. Non solo, precisa il rapporto ONU: "il governo italiano, l'ambasciatore italiano in Mozambico, il generale Fontana (comandante del contingente italiano e responsabile della Regione militare) replicarono alle denunce della commissione d'inchiesta sostenendo che tali accuse erano false, offensive e dettate dal puritanesimo dell'organizzazione norvegese Redd Barna. I portavoce ufficiali del governo italiano (fra cui il ministro della Difesa Cesare Previti, ndr) risposero con minacce e intimidazioni nei confronti dei commissari d'inchiesta che svolgevano l'indagine in Mozambico con prove e testimonianze".
Fra le testimonianze, citiamo quella di Zaba, 15 anni: "Prima studiavo. Ora ho smesso di andare a scuola. Parlo anche un poco di italiano. Conosco molte ragazze di 14 anni e spesso le ho viste andare a fare le prostitute con i soldati italiani. Spesso si recano nei bar ancora in uniforme. Un mio amico (Antonio) prende la mancia perché tiene in deposito le loro uniformi sino a quando devono rientrare alla base militare. A volte, gli show sono costituiti dalla presenza di tre bambini e tre bambine tutti nudi. I soldati, fra il pubblico, urlano e chiedono di assumere varie posizioni sessuali. La scena è sempre stata filmata, da un ufficiale dei caschi blu. Man mano che la platea si scaldava i giochi sessuali diventavano sempre più violenti. Si faceva il gioco del 'Bingo'. Il militare che vinceva, veniva invitato a salire nello spazio del bar dove erano i sei bambini nudi. Il suo premio consisteva nello scegliere la posizione sessuale preferita utilizzando i bambini".
Nell'aprile del 1994 il contingente di 3.600 uomini arditi del battaglione Albatros fu fatto rientrare in Italia alla chetichella. I media non ne parlarono. La motivazione "ufficiale" addotta dal governo italiano fu lo scarso bilancio riservato alla missione italiana in Mozambico.
E pensare che il rapporto dell'ONU
termina con una nota di Desmond Tutu: "Noi vogliamo una società
in cui l'essere umano abbia più importanza del possesso
materiale, una società in cui i bambini costituiscano un
bene prezioso e dove possa regnare la compassione e il rispetto
per il prossimo".
Articolo tratto da il manifesto del 5 gennaio '97