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L'ESEMPIO DELLA FIGURA DEL CHE IN AMERICA LATINA

Una pagina di Omar Cabezas (La montaña es algo mas che una immensa estepa verde, Managua, Editorial Nueva Nicaragua, 1983) illustra concretamente la capacità di attrazione della figura del Che nella formazione delle nuove generazioni.
Un gruppo di giovani guerriglieri, sotto la direzione di "Tello", deve portare del mais per il pasto della gente dell'accampamento. Ciascuno di loro cammina con un carico tra le 75 e le 85 libbre. Ad un certo punto non ce la fanno più. "Con Tello - dice Omar Cabezas - viene a crearsi una situazione di estrema tensione; ci fermammo in 30 e dicemmo, no". È allora che Tello rivolge loro un lungo discorso sull'uomo nuovo: "Compagni - afferma - voi avete sentito parlare dell'uomo nuovo". Ci fermammo a guardarlo. "Ma sapete dov'è l'uomo nuovo? È forse nel futuro? L'uomo nuovo è forse ciò che vogliamo creare con la nuova società, quando trionferà la rivoluzione...? " Rimase a guardarci, e poi continuò: "No, fratelli. Sapete dov'è? È la sul crinale, in cima al colle che stiamo salendo... È là, cercatelo, prendetelo, raggiungetelo. L'uomo nuovo è più avanti dell'uomo normale. L'uomo nuovo è al di là della stanchezza delle gambe... L'uomo nuovo è al di là della pioggia, al di là degli insetti che ci molestano, al di là della solitudine. L'uomo nuovo è qui, nel di più del coraggio. È qui, dove l'uomo normale comincia a dare di più dell'uomo normale. È dove l'uomo inizia a dare di più di ciò che è comune tra gli uomini. Quando l'uomo comincia a dimenticare la sua stanchezza, a dimenticare se stesso, a negare se stesso... L'uomo nuovo è qui. dunque se siete stanchi, se vi sentite vinti, dimenticate di esserlo. Salite la collina, perché quando sarete arrivati alla cima avrete conquistato un pezzetto dell'uomo nuovo. L'uomo nuovo iniziamo a crearlo qui. Qui comincia l'uomo nuovo, perché il Fronte dev'essere un'organizzazione di uomini nuovi, che dopo aver trionfato sappiano generare una società di uomini nuovi. Se volete essere uomini nuovi nella realtà e non nella teoria, andate avanti..." Ci fermammo a guardarci l'un l'altro. Perbacco, ma certo che è questo l'uomo nuovo! Come se non sapessimo che per essere uomini nuovi e per uccidere l'uomo vecchio bisogna affrontare un sacco di difficoltà! Allora io mi ricordai del Che e compresi la grandezza di ciò che il Che voleva dire quando parlava dell'uomo nuovo: l'uomo che dà di più degli altri uomini, a costo di sacrifici, a costo della distruzione dei propri difetti, dei propri vizi.
Rimanemmo a guardarci, convinti che Tello aveva ragione. Aveva toccato il nostro punto debole, perché tutti noi credevamo di essere come il Che o come Julio Buitrago o come Rigoberto. Così ci siamo messi gli zaini in spalla, ci siamo guardati e ci siamo detti: questo benedetto uomo nuovo dobbiamo acciuffarlo oggi a tutti i costi! Iniziammo a salire. Verso mezzogiorno, mi tornavano alla mente le immagini dell'uomo nuovo: essere come il Che, diventare come lui... e ti giuro che non ci siamo riposati per tutto un tratto uguale a quello che avevamo già percorso e durante il quale ci eravamo fermati per riposarci almeno cinque volte.
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