Opporsi agli sfratti
Siamo sempre più vicini ai festeggiamenti per il 2000, ci rompono i coglioni con il giubileo, mentre il futuro ci prospetta la devastazione delle olimpiadi.
Il comune di Torino pare sapersi preparare molto bene a questi grandi eventi, una pioggia di miliardi arricchirà sempre i soliti noti, strutture inutili devasteranno l’equilibrio naturale e sociale delle nostre valli già deturpate da troppo cemento, pranzi faraonici accoglieranno le celebrità nazionali ed estere, migliaia di cittadini saranno espulse dalle zone centrali della città verso i ghetti periferici, per preparare la vetrina delle merci in vendita, delle luci colorate, dell’omologazione sociale e culturale.
Ci dipingono Torino come città d’arte e cultura, dimenticandosi delle genuflessioni che da sempre gli amministratori volgono a padron Agnelli, spacciandoci un’immagine ad uso e consumo dei pochi benestanti e dei turisti che vorrebbero portare.
Ma la realtà è fuori di questo spettacolo preconfezionato, il mondo reale è ad esempio altre cifre: come i 5 MILA sfratti esecutivi che devono essere eseguiti. Si prevedono oltre 100 esecuzioni al mese, di cui 40 già eseguite a Novembre; è terrificante pensare che centinaia di persone e di nuclei famigliari si troveranno dall’oggi al domani senza un tetto.
Tutto questo alla luce del fatto che esistono migliaia d’appartamenti vuoti di proprietà sia comunale sia di enti benefici o religiosi, senza contare che ci sono circa 30 mila appartamenti privati sfitti. Intanto sono spesi inutilmente miliardi per abbellire il solo “bel salotto” di una città che vive mille contraddizioni, dove la repressione e l’omologazione sono le vie scelte per risolvere le “questioni sociali”, i problemi sociali che loro stessi creano perseguendo le infami politiche neoliberiste.
Siamo stufi della vostra gestione della città, vogliamo gestire noi in prima persona le nostre vite, i nostri desideri e i nostri bisogni.
Pretendiamo una casa per tutti: italiani e migranti
Tutti devono avere un posto accogliente dove poter vivere bene, a prescindere dal reddito che percepiamo, dal colore della nostre pelle e della lingua che parliamo.
Anche per questi motivi abbiamo deciso di essere al fianco degli sfrattati e di tutte le persone che vogliono prendersi una casa secondo i loro bisogni. Crediamo nell’azione diretta come forma di lotta fondamentale per migliorare la nostra vita, e per questo continueremo ad usarla praticando l’occupazione d’appartamenti, scuole o immobili abbandonati da anni.
IMPEDIAMO GLI SFRATTI
Casa occupata
BLIGNY 18