Sun, 14 Jan 2001 |
manifestazione
antiTAV 29 gennaio 2001
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verso un’olimpionica rovina … ad alta velocità
In un tempo in cui le imprese più prospere del mondo sono quelle
più impegnate nel distruggerlo e il Potere per assolvere se stesso generalizza
le colpe e le responsabilità, il flauto magico della società del
consumo ci sta guidando alla rovina. AD ALTA VELOCITA'. I treni olimpici e le
olimpiadi ad alta velocità non sono più un'idea futuribile o un
progetto abbozzato su carta ma una tragica realtà che da qui al Febbraio
2006 trasformerà radicalmente i tempi e gli spazi della nostra città,
delle vallate e delle pianure che la circondano nonché, o forse innanzitutto,
i tempi e gli spazi della vita quotidiana di ognuno di noi. L'aggancio all'Europa,
la vetrina mondiale di Torino 2006, modernità e competitività:
tutte facce di una stessa medaglia che spesso scopriamo possedere soltanto il
suo rovescio. Da mesi ormai la propaganda mass-mediatica, che rasenta il limite
della guerra psicologica, è lanciata a pieno regime e sembra quasi impossibile
chiamarsi fuori dal coro che vede in questi mega-progetti un’opportunità
da non perdere, per il benessere e la ricchezza di tutti. O meglio il suo rovescio:
migliaia di miliardi di lire da spartire fra pochi, briciole per alcuni, sfruttamento
alienazione e disgrazie per molti.
Ma la pubblica opinione non deve essere toccata dal dissenso: "immunizzare la
società" è il compito principale di politici, imprenditori e giornalisti.
Tutto avviene quindi in silenzio, con sotterfugio, la locomotiva olimpica deve
poter viaggiare in tranquillità e arrivare puntuale. Se poi qualcuno,
nelle piazze o nelle aule, si oppone a tutto questo nel migliore dei casi viene
dipinto come un troglodita anti-moderno che non sa stare al passo con i tempi.
Nel peggiore, come un pericoloso terrorista da reprimere e arrestare, rinchiudere
e distruggere, possibilmente lontano dalle luci della ribalta di fronte alle
quali si alternano servi, portaborse e controfigure del Capitale criminale.
La società non deve sapere o quanto meno, non deve capire.
E allora tutto diventa normale.
Diventano normali problemi tecnici insolubili e magicamente il progetto T.A.V.
cambia nome e viene denominato T.A.C.; dai treni a trecento l'ora per il trasporto
passeggeri si passa al trasporto delle merci ma il progetto non cambia di una
virgola. Eppure anche i bambini sanno che non può essere la stessa cosa,
che le linee devono essere fatte in modo diverso. A meno che l'ingegneria sia
un'opinione.
Diventa normale sventrare e distruggere il territorio per costruire una nuova
linea ferroviaria, in una stretta valle alpina già "servita" da una linea
ferroviaria, due statali e un'autostrada per il cui ampliamento, oltretutto,
la finanziaria 2001 ha già stanziato 70 miliardi.
Diventa normale, ma questo si, è italicamente normale, insabbiare inchieste
su omicidi, traffico d’armi e corruzione che a vari livelli vedono coinvolte
grandi imprese intoccabili (le capo-commessa Fiat, IRI, ENI, Montedison e Ligresti),
servizi segreti e carabinieri riciclati nella Sitaf (l'impresa che gestisce
l'autostrada e il traforo del Frejus), nonché alcune delle tante camorre
pronte a riciclare denaro sporco nelle numerose gare di sub-appalto.
Diventa normale, nel nome della riduzione dell'inquinamento ambientale, costruire
una velocissima linea che comporta l’eliminazione di treni e stazioni per i
pendolari della Val Susa costretti così a usare per i loro spostamenti
mezzi di trasporto privati aumentando l'inquinamento atmosferico.
Ma con un po’ di ossido di carbonio in più nei polmoni e meno soldi in
tasca, gli abitanti della Valle, potranno essere orgogliosi del nuovo treno
super-veloce che a loro non serve ma arricchisce i boiardi d'Italia.
Diventa normale dopo aver garantito "costruiremo opere che serviranno anche
dopo le olimpiadi, non vogliamo che restino cattedrali nel deserto!!!", dare
il via alla costruzione di nove stadi per gli sport invernali ( 6 in montagna
e 3 a Torino ) e 24 nuovi alberghi solo nella nostra città. Uno di questi
ultimi, pari a una superficie di tremila metri quadrati, sarà costruito
all'interno del parco della collina di Superga, zona fino a ieri intoccabile
e off-limits.
Diventa normale che in un paese in cui la disoccupazione (o inoccupazione),
in base a dati governativi ottimistici e non veritieri, è strutturale
al 12% e in cui sopravvivono sette milioni di poveracci, il governo abbia già
stanziato oltre duemila miliardi per finanziare le olimpiadi di Torino 2006.
Diventa normale, buttando a mare di un sol colpo questione morale, democraticità
e trasparenza, che il Comitato Organizzatore di Torino 2006, pur maneggiando
migliaia di miliardi della collettività, assuma la forma giuridica di
fondazione privata, con il beneplacito di Stato, Regione e Provincia.
Tutto, tra i ghiacci e ad alta velocità, diventa normale.
Forse anche credere alle menzogne.
Ma a questo disastro generale è necessario opporsi; la strada è
lunga ma non solo per chi come noi vuole impedire tutto questo. Non sarà
mai normale la distruzione del territorio in cui viviamo oppure la probabile
lunga lista di "morti bianche" all'interno dei cantieri presenti e futuri assoggettati
al neo-schiavismo confindustriale. Il capitalismo è un crimine e questa
tragedia trans-padana né è solo l'ennesimo esempio; lasciamo alla
"nostrana" classe dirigente le future e demagogiche lacrime di coccodrillo.
Non c'è aggancio all'Europa o vetrina mondiale che tenga. E nell'attesa
di future inondazioni e immondazioni abbiamo poco da perdere e tutto da guadagnare.
Fermiamo i progetti T.A.V. e Torino 2006
ZONE DI CONFLITTO (to)
LE PROSSIME APPUNTAMENTI:
-SABATO 20 gennaio 2001 ORE 15.30 ASSEMBLEA PUBBLICA PRESSO C.S.O.A. ASKATASUNA
-GIOVEDì 25 gennaio 2001 ORE 09.30 PRESIDIO DAVANTI AL LINGOTTO CONTRO IL CONVEGNO DEL COMITATO PROMOTORE TRANSPADANA
-LUNEDì 29 gennaio 2001 ORE 09.30 MANIFESTAZIONE-PRESIDIO DIFRONTE ALLA SEDE DELL’INCONTRO ITALIA-FRANCIA-AZIENDE APPALTATRICI (P.ZZA CASTELLO DA CONFERMARE)