DA la Repubblica nella cronaca cittadina:
‘Assalto’alla Regione contro la
Tav
Otto manifestanti "occupano" l'aula del consiglio
Il centro sociale Askatasuna e Rifondazione non vogliono i cantieri per
l'alta velocità in Val Susa
ARTURO BUZZOLAN
«No Tav, no Tac, no Tir»: ovvero no ai convogli ad «alta velocità» e
ad «alta capacità» nonché agli autotreni che, già ora, assediano la Valle
di Susa. C'erano queste parole, completate da due simboli di Rifondazione
comunista, sullo striscione che ieri, alle quattro del pomeriggio, otto aderenti
al «Comitato di lotta contro l'Alta velocità» hanno srotolato in pieno Consiglio
regionale provocando un putiferio: un assaggio delle manifestazioni di protesta
indette per domani mattina di fronte al Lingotto, dove si terrà il convegno
«Un treno da non perdere» organizzato dalla Transpadana, e per lunedì, quando
a Palazzo Reale i ministri d'Italia e Francia daranno con ogni probabilità
il via definitivo al doppio tunnel ferroviario di 52 chilometri che, passando
sotto il Moncenisio, dovrebbe collegare Torino con Lione. Gli autori del «blitz»
di palazzo Lascaris, sei del centro sociale Askatasuna e due di Rifondazione,
sono stati denunciati a piede libero per «turbativa dell'assemblea regionale»:
un reato per il quale la legge prevede da uno a cinque anni di reclusione.
I manifestanti, muniti di telecamera, sono entrati in Regione come normali
visitatori, consegnando i documenti all'ingresso. «Volevamo aprire lo striscione
nel settore riservato al pubblico, così come è avvenuto in passato senza conseguenze
hanno poi spiegato ma era irraggiungibile per lavori in corso. Così siamo
entrati nell'emiciclo &». L'«invasione» è durata un paio di minuti: il
presidente Roberto Cota ha sospeso i lavori e in aula è scoppiato il bailamme.
Il consigliere di An Roberto Salerno (che ora annuncia un esposto per minacce)
ha affrontato il gruppetto, mentre Pino Chiezzi (Pdci), Enrico Moriconi (Verdi)
e Mario Contu (Prc) hanno cercato di mettere pace. Il presidente Cota ha chiamato
il 113. Di fronte al palazzo, intanto, veniva srotolato un altro striscione,
«Contro il Tav azione diretta». Gli otto contestatori, tornati verso l'uscita
per recuperare le carte d'identità, sono stati bloccati, portati in Questura
e rilasciati tre ore più tardi. «Un fatto gravissimo per la dignità del consiglio
regionale» l'ha definito Cota. Agostino Ghiglia, di An, riferendosi ai simboli
di Rifondazione, parla di «evidenti responsabilità di qualcuno in quest'aula».
Un'accusa cui Mario Contu ribatte: «È stato un atto esemplificativo della
tensione che si vive in Val Susa, dove alla Tav si oppongono, compatti, sindaci
e consigli comunali: ma in Regione di tutto ciò non si discute». A Venaus,
venerdì scorso, si è svolta una movimentata assemblea pubblica con la partecipazione
di trecento cittadini e dei sindaci della bassa valle: un altro incontro si
è tenuto ieri sera a Caselette. In un volantino, distribuito ieri, Rifondazione
cita brani tratti dalla stessa relazione del Comitato Intergovernativo, che
sottolinea tra l'altro «rischi legati alla franosità degli imbocchi delle
gallerie e all'interferenza con le aree di esondazione fluviale e con le acque
sotterranee». Per lunedì il Comitato antiTav ha proclamato uno sciopero del
pubblico impiego in tutta la valle.
da la Stampa in cronaca cittadina
Mercoledì 24 Gennaio 2001
Irruzione di otto manifestanti dei centri sociali e
di Rifondazione. Domani nuove proteste
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Occupata l'aula del Consiglio
regionale Striscione contro l'Alta Velocità
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Maurizio Tropeano
«No Tav. No Tac. No Tir». Le scritte in rosso spiccano
sul bianco dello striscione che otto manifestanti espongono oltrepassando
la porta che permette l'accesso all'emiciclo del Consiglio regionale.
Un blitz di due minuti che porta alla sospensione per oltre due ore
dei lavori dell'Assemblea; alla denuncia di sei giovani del centro
sociale Askatasuna e di due militanti di Rifondazione Comunista; e
alla mobilitazione preventiva dell'apparato di sicurezza in vista
del vertice intergovernativo italo-francese che dovrebbe dare il via
libera al collegamento tra Torino e Lione. Per lunedì 29 è annunciato
un controvertice. E domani al Lingotto, in occasione del convegno
organizzato dall'associazione Transpadana, si preannuncia una nuova
protesta. Sono le 16 di ieri quando otto manifestanti, sei giovanissimi,
irrompono nell'aula del Consiglio regionale. Tirano fuori lo striscione
contro l'Alta Velocità firmato con piccolo simbolo di Rifondazione
Comunista. Fuori, quattro loro compagni distribuiscono volantini ed
espongono un altro striscione: «Contro l'alta velocità. Azione diretta».
In aula scoppia la bagarre. Il presidente del Consiglio, Roberto Cota,
interrompe la seduta. Chiede l'intervento dei commessi e dei consiglieri
questori. Il gruppetto resiste. Cota, allora, chiama le forze dell'ordine
mentre Mario Contu, capogruppo di Rifondazione Comunista, ed Enrico
Moriconi capogruppo dei Verdi cercano di calmare le acque che stanno
diventando sempre più tempestose. Tra alcuni manifestanti e il consigliere
regionale di An, Roberto Salerno, volano insulti, anche qualche spinta.
Una piccola telecamera riprende la scena. Il consigliere di An non
gradisce. Salerno alla fine presenterà una denuncia: «Mi hanno minacciato»,
spiega in un comunicato.
Secondo Salerno qualche «consigliere ha aiutato gli autonomi ad arrivare
in aula». Il presidente Cota parla di «un fatto gravissimo per il
ruolo e la dignità dell'Assemblea regionale». Aggiunge: «Oggi l'Ufficio
di presidenza esaminerà i provvedimenti necessari atti a garantire
una maggiore sicurezza dell'Aula. I consiglieri questori sono incaricati
di procedere ad un'indagine per verificare il comportamento dei consiglieri
e il contesto in cui è avvenuta l'interruzione della seduta». In realtà
gli otto manifestanti sono entrati in Regione consegnando la loro
carta di identità. Sono saliti al primo piano nella sala Viglione
dove è possibile assistere ai lavori grazie alle immagini delle tv
a circuito chiuso. Anche Ghigo li ha visti. Poi commenterà: «E chiaro
che bisogna prendere dei provvedimenti. Se qualche consigliere li
avesse aiutati sarebbe un fatto gravissimo». Per i manifestanti scatta
la denuncia penale. Contu chiede una riflessione: «Si è trattato di
una protesta civile. Molte altre volte il Consiglio regionale è stato
sospeso a causa delle intemperanze e gli atti folcloristici dei consiglieri
che praticamente non sono stati puniti. Il presidente Cota rifletta».
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Ieri sera si è tenuta un'assemblea sul tema del Tav a Caselette, nella
bassa Val di Susa. La partecipazione degli abitanti è stata molto alta (400),
significativo dell'interesse che la gente ha nei confronti del Tav, significativo
anche il dato di opposizione della popolazione nei confronti del progetto.
Domani alle ore 9.30 ci sarà un presidio indetto dalla Comunità montana
bassa val di susa davnti al Lingotto dove la Transpadana, lobby governata
da Pininfarina e Mercedes Bresso, darà il suo contributo al vertice di lunedì
al fine di rafforzare l'idea e l'invito alla realizzazione della linea veloce
Torino-Lione.
Il comitato sarà presente al presidio invitando tutti e tutte a partecipare
alla manifestazione del 29.