Wed, 24 Jan 2001
I media torinesi sull'occupazione del cons.regionale

 

DA la Repubblica nella cronaca cittadina:

‘Assalto’alla Regione contro la Tav

Otto manifestanti "occupano" l'aula del consiglio
Il centro sociale Askatasuna e Rifondazione non vogliono i cantieri per l'alta velocità in Val Susa

ARTURO BUZZOLAN

«No Tav, no Tac, no Tir»: ovvero no ai convogli ad «alta velocità» e ad «alta capacità» nonché agli autotreni che, già ora, assediano la Valle di Susa. C'erano queste parole, completate da due simboli di Rifondazione comunista, sullo striscione che ieri, alle quattro del pomeriggio, otto aderenti al «Comitato di lotta contro l'Alta velocità» hanno srotolato in pieno Consiglio regionale provocando un putiferio: un assaggio delle manifestazioni di protesta indette per domani mattina di fronte al Lingotto, dove si terrà il convegno «Un treno da non perdere» organizzato dalla Transpadana, e per lunedì, quando a Palazzo Reale i ministri d'Italia e Francia daranno con ogni probabilità il via definitivo al doppio tunnel ferroviario di 52 chilometri che, passando sotto il Moncenisio, dovrebbe collegare Torino con Lione. Gli autori del «blitz» di palazzo Lascaris, sei del centro sociale Askatasuna e due di Rifondazione, sono stati denunciati a piede libero per «turbativa dell'assemblea regionale»: un reato per il quale la legge prevede da uno a cinque anni di reclusione.
I manifestanti, muniti di telecamera, sono entrati in Regione come normali visitatori, consegnando i documenti all'ingresso. «Volevamo aprire lo striscione nel settore riservato al pubblico, così come è avvenuto in passato senza conseguenze hanno poi spiegato ma era irraggiungibile per lavori in corso. Così siamo entrati nell'emiciclo &». L'«invasione» è durata un paio di minuti: il presidente Roberto Cota ha sospeso i lavori e in aula è scoppiato il bailamme. Il consigliere di An Roberto Salerno (che ora annuncia un esposto per minacce) ha affrontato il gruppetto, mentre Pino Chiezzi (Pdci), Enrico Moriconi (Verdi) e Mario Contu (Prc) hanno cercato di mettere pace. Il presidente Cota ha chiamato il 113. Di fronte al palazzo, intanto, veniva srotolato un altro striscione, «Contro il Tav azione diretta». Gli otto contestatori, tornati verso l'uscita per recuperare le carte d'identità, sono stati bloccati, portati in Questura e rilasciati tre ore più tardi. «Un fatto gravissimo per la dignità del consiglio regionale» l'ha definito Cota. Agostino Ghiglia, di An, riferendosi ai simboli di Rifondazione, parla di «evidenti responsabilità di qualcuno in quest'aula». Un'accusa cui Mario Contu ribatte: «È stato un atto esemplificativo della tensione che si vive in Val Susa, dove alla Tav si oppongono, compatti, sindaci e consigli comunali: ma in Regione di tutto ciò non si discute». A Venaus, venerdì scorso, si è svolta una movimentata assemblea pubblica con la partecipazione di trecento cittadini e dei sindaci della bassa valle: un altro incontro si è tenuto ieri sera a Caselette. In un volantino, distribuito ieri, Rifondazione cita brani tratti dalla stessa relazione del Comitato Intergovernativo, che sottolinea tra l'altro «rischi legati alla franosità degli imbocchi delle gallerie e all'interferenza con le aree di esondazione fluviale e con le acque sotterranee». Per lunedì il Comitato antiTav ha proclamato uno sciopero del pubblico impiego in tutta la valle.
 
da la Stampa in cronaca cittadina
 
Mercoledì 24 Gennaio 2001

Irruzione di otto manifestanti dei centri sociali e di Rifondazione. Domani nuove proteste

Occupata l'aula del Consiglio regionale Striscione contro l'Alta Velocità
 
Maurizio Tropeano
«No Tav. No Tac. No Tir». Le scritte in rosso spiccano sul bianco dello striscione che otto manifestanti espongono oltrepassando la porta che permette l'accesso all'emiciclo del Consiglio regionale. Un blitz di due minuti che porta alla sospensione per oltre due ore dei lavori dell'Assemblea; alla denuncia di sei giovani del centro sociale Askatasuna e di due militanti di Rifondazione Comunista; e alla mobilitazione preventiva dell'apparato di sicurezza in vista del vertice intergovernativo italo-francese che dovrebbe dare il via libera al collegamento tra Torino e Lione. Per lunedì 29 è annunciato un controvertice. E domani al Lingotto, in occasione del convegno organizzato dall'associazione Transpadana, si preannuncia una nuova protesta. Sono le 16 di ieri quando otto manifestanti, sei giovanissimi, irrompono nell'aula del Consiglio regionale. Tirano fuori lo striscione contro l'Alta Velocità firmato con piccolo simbolo di Rifondazione Comunista. Fuori, quattro loro compagni distribuiscono volantini ed espongono un altro striscione: «Contro l'alta velocità. Azione diretta». In aula scoppia la bagarre. Il presidente del Consiglio, Roberto Cota, interrompe la seduta. Chiede l'intervento dei commessi e dei consiglieri questori. Il gruppetto resiste. Cota, allora, chiama le forze dell'ordine mentre Mario Contu, capogruppo di Rifondazione Comunista, ed Enrico Moriconi capogruppo dei Verdi cercano di calmare le acque che stanno diventando sempre più tempestose. Tra alcuni manifestanti e il consigliere regionale di An, Roberto Salerno, volano insulti, anche qualche spinta. Una piccola telecamera riprende la scena. Il consigliere di An non gradisce. Salerno alla fine presenterà una denuncia: «Mi hanno minacciato», spiega in un comunicato.
Secondo Salerno qualche «consigliere ha aiutato gli autonomi ad arrivare in aula». Il presidente Cota parla di «un fatto gravissimo per il ruolo e la dignità dell'Assemblea regionale». Aggiunge: «Oggi l'Ufficio di presidenza esaminerà i provvedimenti necessari atti a garantire una maggiore sicurezza dell'Aula. I consiglieri questori sono incaricati di procedere ad un'indagine per verificare il comportamento dei consiglieri e il contesto in cui è avvenuta l'interruzione della seduta». In realtà gli otto manifestanti sono entrati in Regione consegnando la loro carta di identità. Sono saliti al primo piano nella sala Viglione dove è possibile assistere ai lavori grazie alle immagini delle tv a circuito chiuso. Anche Ghigo li ha visti. Poi commenterà: «E chiaro che bisogna prendere dei provvedimenti. Se qualche consigliere li avesse aiutati sarebbe un fatto gravissimo». Per i manifestanti scatta la denuncia penale. Contu chiede una riflessione: «Si è trattato di una protesta civile. Molte altre volte il Consiglio regionale è stato sospeso a causa delle intemperanze e gli atti folcloristici dei consiglieri che praticamente non sono stati puniti. Il presidente Cota rifletta».
 
 

 

Ieri sera si è tenuta un'assemblea sul tema del Tav a Caselette, nella bassa Val di Susa. La partecipazione degli abitanti è stata molto alta (400), significativo dell'interesse che la gente ha nei confronti del Tav, significativo anche il dato di opposizione della popolazione nei confronti del progetto.

Domani alle ore 9.30 ci sarà un presidio indetto dalla Comunità montana bassa val di susa davnti al Lingotto dove la Transpadana, lobby governata da Pininfarina e Mercedes Bresso, darà il suo contributo al vertice di lunedì al fine di rafforzare l'idea e l'invito alla realizzazione della linea veloce Torino-Lione.

Il comitato sarà presente al presidio invitando tutti e tutte a partecipare alla manifestazione del 29.