CROAZIA: PARLA BORIS KUNST
INTERVISTA AL PRESIDENTE DELL'ASSOCIAZIONE DEI SINDACATI DEI LAVORATORI DELLA CROAZIA (URS)


febbraio 2000, da "Nacional" del 24 novembre 1999, traduzione di A. Ferrario

 

**In Croazia, ogni giorno perdono il lavoro 500 persone: per l'anno prossimo ci attendiamo grandi disordini sociali e temiamo una "romanizzazione" della Croazia**

Boris Kunst, presidente dell'Associazione dei Sindacati dei Lavoratori della Croazia (URS), una delle centrali sindacali più forti del paese, uscita nel 1994 dalla Associazione dei Sindacati Indipendenti della Croazia, ha dichiarato recentemente che le grandi proteste sindacali riprenderanno se il governo si indebiterà all'estero. Secondo Kunst, l'attuale debito estero della Croazia, che con gli interessi accumulatisi supera i 12 miliardi di dollari, minaccia gravemente la sicurezza nazionale, rischiando di portare a una catastrofe sociale e a una violazione della sovranità croata. Che le sue minacce di proteste pubbliche non verranno facilmente accettate dal governo è chiaro a tutti coloro che si ricordano la grande rivolta sociale organizzata dalla sua associazione sindacale nel febbraio [1999], quando, secondo le sue valutazioni, sono scesi in piazza 60.000 lavoratori.

NACIONAL: Oggi sareste in grado di mobilitare altrettante persone?

KUNST: In questa situazione sociale non dovrebbe essere un problema mobilitarli anche domani stesso, per non dire poi organizzare una parte della base. Decine di migliaia di persone sono pronte a tornare nuovamente in piazza, perché la strada è rimasta la loro unica salvezza. Tre settimane fa ci hanno visitato degli osservatori dell'UE e ci hanno chiesto perché quest'anno non abbiamo organizzato dimostrazioni simili, visto che la situazione è più pesante dell'anno scorso. Ho detto loro che secondo noi fino alle elezioni non bisogna portare la gente sulle strade, in modo tale da consentirle di esprimersi senza la nostra influenza. Se negli ultimi dieci anni non ha riacquistato la vista, noi non possiamo aiutarla. E' questa stessa gente che deve costruirsi il proprio destino. Quando, dopo le elezioni, vedremo quali saranno i rapporti di forza, intraprenderemo sicuramente qualcosa di concreto.

NACIONAL: Perché allora minacciate comunque proteste pubbliche?

KUNST: La Croazia non è mai stato tanto indebitata e il prossimo anno si dovranno pagare altri due miliardi di dollari, di cui circa 400 milioni solo nel primo trimestre. Quando il governo ha proposto alla Camera di approvare la delibera per un finanziamento temporaneo, prevedeva un nuovo indebitamento di due miliardi di kune, solo per gli interessi. Se a tutto questo si aggiunge un debito interno che, secondo i dati ufficiali, supera i 40 miliardi di kune, è difficile pensare chi e come provvederà al rimborso. La Croazia è ormai a tal punto gravata dall'indebitamento che tali debiti dovranno essere pagati anche dai bambini ancora non nati. Rabbrividisco per ogni nuovo indebitamento e temo davvero il peggio. La Croazia è già sottoposta a una forma di tacito protettorato e potrebbe facilmente perdere il controllo di parte del suo territorio, cadendo così in una specie di rapporto coloniali, al fine di rimborsare debiti che non potrà restituire in altro modo.

NACIONAL: Abbiamo ancora qualche "gioiello di famiglia"...

KUNST: Sì, il governo ormai sta vendendo tutto ciò che in questo paese ha qualche valore, in particolare le imprese pubbliche più redditizie, al fine di conservare la pace sociale fino alle elezioni. A causa della sua cattiva reputazione finanziaria, la Croazia può ottenere solo crediti a breve termine, e a condizioni molto poco vantaggiose, il cui onere ricade successivamente sulle spalle dei suoi cittadini. E' necessario porre fine a tutto questo, facendo cessare i nuovi indebitamenti e le svendite, e l'unico modo per farlo in maniera effettiva sono le proteste pubbliche. Il governo in questo momento non ascolta la voce del popolo e ha paura solo della piazza.

NACIONAL: Questo governo, allora, non ha il merito di essersi indebitato perché pensa ai bisogni delle future generazioni, come ha detto a suo tempo il presidente Tudjman?

KUNST: Questo governo avrebbe dei meriti se non avesse mostrato anche la sua altra faccia, e cioè di non avere assolutamente alcun interesse per i destini del popolo. Si è posto i propri obiettivi politici, ha creato uno stato. Ma cosa se ne fa uno di uno stato se non riesce a sopravviverci, se non ne può sfuggire, se non si dà il giusto valore al lavoro e ai lavoratori, e se esso serve solo a un pugno di eletti che, mentre gli altri morivano in guerra, hanno saccheggiato tutto ciò che vale, esportando parte dei capitali dal paese. Questo potere ha ormai esaurito completamente la propria credibilità. In queste terre non c'è mai stata più povertà di oggi.

NACIONAL: A queste affermazioni i ministri Borislav Skegro e Joso Skara le risponderebbero subito con i dati relativi ai salari medi, affermando che essi sono di gran lunga superiori rispetto a quelli di altri paesi in transizione.

KUNST: Sono idiozie e durante una trasmissione della HTV [la televisione di stato croata - N.d.T.] ho risposto loro che non possiamo effettuare un raffronto tra noi e la Repubblica Ceca o la Slovacchia, perché il nostro potere di acquisto è di gran lunga inferiore a quello di tali paesi. Secondo le nostre analisi, per i fabbisogni di vita più fondamentali di un nucleo famigliare di quattro persone ci vogliono oggi 5800 kune. Ma in Croazia mediamente lavora solo un membro di tale nucleo famigliare standard, mentre circa il 70% degli occupati riceve uno stipendio inferiore alla media, che in settembre era di 3.016 kune. La gente per sopravvivere è costretta a indebitarsi presso istituzioni di credito e di risparmio che praticano l'usura, e gli interessi hanno ormai da soli superato le capacità di queste persone, tanto che non sono più in grado di restituire il prestito. Ne ho scritto al Ministero delle finanze e sapete cosa mi hanno risposto? Che ognuno è responsabile di verificare dove investirà e da chi prenderà crediti, e che loro non possono farci niente... Perfino banche estere si sono buttate in fretta e furia nella mischia del nostro sistema di interessi, abbandonando gli affari che avevano in corso nei propri paesi.

NACIONAL: Quale sarà il ruolo delle elezioni nel risolvere questi problemi?

KUNST: Spero che i cittadini comprendano che solo con un completo cambiamento dell'attuale gruppo al potere si riuscirà a cambiare qualcosa. Se tale gruppo continuerà ancora a controllare la situazione nella società, queste elezioni non avranno alcuno scopo. In questi giorni chiederemo ai sei partiti di opposizione se hanno l'intenzione, nel caso in cui dovessero ottenere la maggioranza in parlamento, di indire nuove elezioni entro un termine di due anni, perché in presenza di problemi sociali di una tale entità, non crediamo che una nuova configurazione del parlamento possa durare a lungo. Per questo ci attendiamo per il prossimo anno grandi disordini sociali e temo una "romanizzazione" della Croazia. Per questo la HDZ ha interesse a condividere comunque con l'opposizione le proprie responsabilità.

NACIONAL: Ma cosa accadrà se nessuno desidererà entrare in coalizione con la HDZ?

KUNST: Coinvolgeranno comunque in maniera subdola l'opposizione frammentata in qualche forma di condivisione del potere, in modo tale da condividere anche le responsabilità e indirizzare la rabbia del popolo anche contro i partiti di opposizione. Questi ultimi potrebbero impedirlo solo se prendessero definitivamente il potere nelle loro mani. Tutte le leggi approvate dopo il 1990 hanno diminuito i diritti dei lavoratori e se l'opposizione conquistasse la maggioranza alla Camera, dovrebbe modificarle tutte.

NACIONAL: Perché in tutti questi anni i lavoratori hanno dato il proprio sostegno elettorale a coloro che hanno approvato queste leggi?

KUNST: E' proprio così, e per questo i sindacati devono assumersi la propria parte di responsabilità. La maggiore parte della colpa è della maggiore centrale sindacale, che si è trasformata nell'attuale Unione dei Sindacati Indipendenti della Croazia (SSSH). Fino all'uscita di Dragutin Lesar dalla dirigenza dell'Unione, la HDZ la ha sfruttata al massimo, facendole molte concessioni.

NACIONAL: Può fornire qualche esempio concreto a sostegno di quello che afferma?

KUNST: Per esempio, quando è stata approvata la Legge sul lavoro, che ha gettato nel fango la dignità dei lavoratori, tale centrale aveva proposto un centinaio di emendamenti al testo della legge. Allora il premier Nikica Valentic ha organizzato una cena presso il ristorante di Dragec Vukusic e già in passato avevo ricordato che non a caso è stato offerto loro del vitello "impalato" [allo spiedo - N.d.T.]. La SSSH ha infatti nel giro di una notte rinunciato ai propri emendamenti e li ha ritirati dalle procedure della Camera, perché durante quella sera sono riusciti ad accordarsi con la HDZ. Il Presidente del Consiglio ha successivamente accettato i nostri suggerimenti ed è stata preparata una proposta di modifica della legge. Anche se il governo ha dimostrato di potere manipolare i sindacati come più gli conviene, fa sempre grande attenzione alla controparte con cui trattare e a chi indicare come proprio partner sindacale dal quale ha ottenuto sostegno. Basta guardare agli ultimi dieci anni e si vedrà che la SSSH in questo periodo di tempo non ha mai organizzato alcuna manifestazione incisiva alla quale partecipassero più di due o tre migliaia di persone.

NACIONAL: Per quali motivi ritiene che la SSSH collabori con la HDZ?

KUNST: E' l'unica centrale sindacale privilegiata nel paese, perché la HDZ ha le ha consentito di registrare a proprio favore, per intero, le proprietà dei precedenti sindacati. In ogni città di importante dispone di propri spazi rappresentativi e spende circa il 40% in affitti. Solo presso il governo si possono vedere uffici arredati così lussuosamente come i suoi e non è possibile che sia riuscita a trovarne i mezzi solo attraverso le quote versate dalla sua base impoverita. La nostra URS combatte ormai da dieci anni, purtroppo senza successo, una battaglia per la suddivisione di queste proprietà.

NACIONAL: Come vi spiegate allora la firma di una collaborazione preelettorale tra SSSH, da una parte, e SDP e HSLS [i due maggiori partiti dell'opposizione - N.d.T.], nonché con la coalizione degli altri quattro partiti di opposizione, dall'altra?

KUNST: La SSSH ha sempre servito il regime. Il fatto che per la prima volta si sia orientata verso la SDP, dimostra che sta bene attenta alla direzione in cui soffia il vento. La SDP la ha accolta a braccia aperte perché questo partito vuole avere un suo sindacato, e come non potrebbe gradire che non fosse proprio il sindacato più forte. La HDZ ha fondato a suo tempo la HUS, Anton Vujic, sotto l'ala protettrice del Partito Socialdemocratico della Croazia, ha fondato la confederazione dei sindacati, la HSS ha fondato l'Unione dei Lavoratori Croati (HRS)... In un tale contesto si perde il rapporto di opposizione nei confronti del potere e la SSSH, se la SDP arriverà al potere, sarà vincolata e non potrà lottare a fondo per i diritti dei lavoratori.

NACIONAL: A cosa è dovuta una tale frammentazione della scena sindacale, per cui esistono più di un centinaio di organizzazioni sindacali?

KUNST: L'interesse dei sindacati, in una tale situazione sociale, dovrebbe essere quello di opporsi a coloro che oggi svendono le proprietà di maggiore valore per poi riderci in faccia, che hanno creato le attuali differenze sociali e hanno distrutto l'economia, mentre noi conduciamo delle lotte tra diversi sindacati e non riusciamo a unirci. Si tratta di una politica intenzionale della HDZ, che quest'ultima riesce a condurre con successo contro i partiti di opposizione e contro i sindacati. Guadagnandosi i favori di singoli esponenti, riesce a prendere il controllo di ogni possibile collaborazione e a farla fallire, perché tali singoli esponenti a causa della generale povertà sono diventati facilmente corrompibili. E' difficile dire se si riuscirà ad arrivare a un'unione delle centrali sindacali a livello nazionale, mentre proprio di questa frammentazione si vanta l'attuale potere, affermando come in Croazia ci siano 830 sindacati.

NACIONAL: La Croazia indubbiamente si può vantare di una legislazione molto liberale nel campo delle organizzazioni sindacali. Lo ritiene un fatto positivo?

KUNST: Oggi sono sufficienti dieci membri per fare un sindacato e il potere ha intenzionalmente scelto questo metodo per dividere i lavoratori e riuscire così a manipolarli meglio. L'ideale sarebbe che in Croazia ci fossero tre centrali sindacali che si presentassero unite, con un accordo nazionale, di fronte al potere. Allora i lavoratori potrebbero ottenere dal sindacato quello che si aspettano.

NACIONAL: Quanti sono in questo momento i disoccupati e coloro che non ricevono lo stipendio?

KUNST: Gli indicatori sociali sono catastrofici. Secondo i dati ufficiali dello stato, i disoccupati erano, a fine agosto, 318.000 e solo un mese più tardi erano già 333.000. Ciò significa che ogni giorno rimangono in media senza posto di lavoro 500 persone. Secondo i nostri dati, i disoccupati sono 480.000. La differenza sta nel fatto che l'Ufficio di collocamento non registra tutti i disoccupati e inoltre li segue solo per un periodo limitato. Il tasso di disoccupazione in Croazia è all'incirca del 32% ed è superiore a quello di altri paesi in transizione, probabilmente è il più alto in Europa. Oltre a ciò, altre 180.000 persone non ricevono lo stipendio, anche se conservano il loro posto. Il Fondo pensioni è sull'orlo del collasso perché l'82,3% delle persone giuridiche del settore privato, che dovrebbero effettuare versamenti a suo favore, hanno i conti bloccati. Attualmente le pensioni vengono ancora pagate grazie al denaro incassato con la vendita della Telekomunikacija [la Telecom croata - N.d.T.], ma penso che dopo le elezioni, all'inizio dell'anno [si sono svolte il 3 gennaio 2000 - N.d.T.], non verranno più pagate. Il portafoglio del Fondo pensioni è stato completamente distrutto. Da 4,2 miliardi di marchi nel 1992 è stato ridotto quest'anno a 2,5 miliardi. Tutto ciò che aveva di più prezioso è stato svenduto con svariate manipolazioni. Abbiamo cercato di avviare una procedura che colpisca le responsabilità del direttore del Fondo, perché non ci sono più né soldi né azioni. In Croazia non c'è mai stato in passato un numero così alto di pensionati e il loro numero supera ormai il milione. Ogni cento lavoratori ci sono 70 pensionati, mentre nel 1990 erano 37 e negli anni ottanta solo 25. Il potere ha spinto la gente alla pensione, temendo le tensioni sociali, scaricando così tutto il peso della disoccupazione sul Fondo pensioni.

NACIONAL: Cosa accadrà dopo le elezioni quando ci sarà un'escalation di questi problemi?

KUNST: Non a caso ho detto che la Croazia è minacciata dalla "romanizzazione" e che è possibile attendersi cambiamenti solo attraverso la rimozione definitiva dell'attuale potere. Dubito che la kuna possa rimanere stabile e fino alle elezioni ci si atterrà alla regola del "tappare il buco nella diga con un dito". Affinché la gente possa cominciare ad avere nuovamente fiducia nel potere, deve accadere quello che è successo in Slovacchia - molti devono finire in prigione, confessare dove hanno nascosto i soldi e restituirli al paese.

NACIONAL: Cosa ha fatto il vostro sindacato per risolvere questi problemi?

KUNST: Per non limitarci sempre e solo alle critiche, abbiamo raccolto un gruppo di esperti in economia con i quali abbiamo preparato delle misure per la soluzione dei problemi economici e sociali. Abbiamo inviato il relativo studio al governo affinché lo esamini, ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. In una discussione con il premier Matesa, quest'ultimo ha valutato come buona la proposta. Ha detto addirittura che in alcuni punti coincide con il programma di strategia per lo sviluppo economico a quanto pare messo a punto dal governo, ma quando ho chiesto una copia o estratti di quest'ultimo per analizzarlo, ha detto che un gruppo di esperti lo sta perfezionando per pubblicarlo e fino a oggi non ci è stato consegnato.

NACIONAL: Questo programma verrà presentato al pubblico dal governo, oppure sarà la HDZ a sfruttarlo a scopi propagandistici prima delle elezioni?

KUNST: Ho fatto la stessa domanda al premier Matesa, ma lui non mi ha potuto rispondere, limitandosi ad affermare che in merito a ciò deciderà il vertice, quindi lo stesso presidente Tudjman. Tuttavia, noi come URS ci rifiuteremo assolutamente di discutere di tale proposta nell'ambito della Camera economico-sociale, se si rivelerà come un documento partitico, perché altrimenti dovremmo discutere i programmi di tutti gli altri partiti. Il premier ha accettato la nostra spiegazione e poiché tale strategia non ha ancora visto la luce del giorno, vi sono fondati dubbi che essa in realtà non sia mai stata elaborata.