DAMPYR
ANALISI DI
UN FUMETTO POPOLARE ITALIANO CHE PARLA DI BALCANI
novembre
2000 di Michele Corsi
La casa editrice Bonelli stampa ogni mese centinaia di migliaia di albi a fumetti. Tra le testate di successo: Dylan Dog, Tex, Mister No, Zagor, Martin Mystere, ecc. Il fumetto popolare ha una vasta diffusione in Italia e costituisce spesso il modo attraverso il quale bambini ("coperti" dalla casa editrice Walt Disney), adolescenti e giovani si avvicinano alla lettura. Un fumetto come Dylan Dog arriva a tirature anche superiori a 500.000 copie. Una tale diffusione di massa è sconosciuta in altri Paesi con l'eccezione del Giappone e degli USA. Una parte essenziale dell'immaginario giovanile si forma attraverso i fumetti, ed essi modellano la propria forma mescolando la "domanda" che viene dal pubblico con elementi consolidati della cultura dominante, e che in questa maniera viene rivitalizzata e riproposta alle nuove generazioni.
Ad esempio alla base del successo di un fumetto come Dylan Dog vi è una domanda adolescenziale di identificazione con i mostri, visti come vittime e perdenti, ma la forma che prende questa domanda è costituita da elementi (mitologici, letterari, folklorici, ecc.) precedenti a volte di secoli la data di nascita dei lettori. In questa maniera questi elementi si perpetuano, così come una volta si tramandavano attraverso il racconto orale.
Ci occuperemo brevemente qui di Dampyr una nuova testata della Bonelli, il cui primo numero è uscito nell'aprile di quest'anno (e che già sta riscuotendo un discreto successo di pubblico), perché si tratta del primo eroe del fumetto italiano "balcanico". L'autore è Mauro Boselli.
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Non è semplice trovare tra i fumetti popolari italiani un'ambientazione che non sia statunitense. A cominciare da Blek Macigno e Comandante Mark per arrivare a Tex il territorio di appartenenza è stato gran parte delle volte il West. Del resto anche tutti gli eroi Disney, pur essendo italianissimi (i fumetti come Topolino, ecc. vengono sceneggiati, disegnati e prodotti in Italia per poi essere esportati in tutto il mondo) sono ambientati sempre negli USA. Sino a una decina di anni fa persino i Paesi europei erano considerati troppo esotici (una delle poche eccezioni: Diabolik). Poi è sorta una nuova generazione di fumetti che alcune volte ha scelto l'Europa come proprio territorio (ma mai l'Italia, considerata nell'immaginario collettivo nostrano, poco avventurosa): Dylan Dog e Brendon in Gran Bretagna, Napoleone in Svizzera. Dampyr è slavo, e più precisamente, anche se non se ne specifica mai la nazionalità, da vari elementi immaginiamo che sia serbo bosniaco. Un'altra novità (nel campo del fumetto popolare) di Dampyr è che le avventure si svolgono in contesti legati all'attualità.
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Il personaggio si chiama in realtà Harlan Draka. La testata segue un filone narrativo non classico (cioè non legato a Bram Stoker, per intenderci) e che distingue i vampiri in due categorie: i Maestri della Notte che si nutrono di sangue e carne umana, possono anche vedere la luce del giorno e trasformare il proprio corpo; e i non-morti, i loro schiavi, che si nutrono pure di sangue e carne umana ma sono assolutamente asserviti al proprio signore e non possono sopravvivere alla luce solare. I Maestri della Notte sono sempre esistiti, sono cacciatori che considerano gli umani bestiame di cui cibarsi, ma, dato che non possono manifestarsi apertamente, si fanno passare per umani dediti ad attività che consentono loro comunque di procacciarsi ciò che desiderano: commercianti d'armi, criminali, generali, ecc. Lavorano dunque instancabilmente per provocare morti e distruzioni e sono terribilmente felici quando scoppia una qualche guerra, che offre loro l'opportunità di irripetibili banchetti.
Harlan è un dampyr cioè un vampiro a metà: figlio di un Maestro della Notte e di una umana. Normalmente un Maestro della Notte non dovrebbe accoppiarsi con una umana, ma evidentemente questi esseri posseggono un senso del dovere piuttosto labile, per cui cadono nelle tentazioni della carne, e se da ciò ne nasce un figlio, questo è un dampyr. Un dampyr è un essere dotato di molti dei poteri dei Maestri della Notte (ad esempio ha doti extrasensoriali, invecchia lentamente - Harlan è nato nel 1945, ma dimostra trent'anni- ecc.), ma può benissimo campare facendo a meno di andare in giro a succhiare sangue, e soprattutto ha la facoltà di uccidere Maestri della notte e non-morti grazie al potere venefico del proprio sangue. Per questo Harlan può uccidere i suoi nemici con pallottole e lame intrise nel suo sangue. Il padre di Harlan è vivo, ed è il destinatario di molti accidenti indirizzatigli dagli altri Maestri della Notte, che Harlan si è impegnato ad eliminare dalla faccia della terra. Ma la sua doppia natura non manca di suscitare in lui un qualche conflitto psicologico. Il personaggio non è ancora in realtà perfettamente caratterizzato dal punto di vista psicologico. Ogni nuova serie ci mette un po' di tempo a stabilizzare l'identità dell'eroe, che spesso si modella anche grazie agli interventi dei lettori (basti pensare all'evoluzione di Diabolik da sadico criminale a romantico cattivello-ma-giusto). Per ora lo vediamo ondeggiare tra il dark di Brendon e un più leggero Dylan Dog (come nell'albo "Dalle Tenebre").
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Harlan vanta un'infanzia in grado di captare le simpatie adolescenziali: dai suoi coetanei era considerato un diverso (perché la madre veniva ritenuta una strega) e dunque deriso ed emarginato. Per questo aveva abbandonato la scuola. Ha un conflitto irrisolto con il padre che vorrebbe portarlo dalla parte del Male. La madre è morta dandolo alla luce, e per questo si sente in colpa.
Il primo episodio ci mostra Harlan che vive girovagando nei villaggi bosniaci nelle vesti del dampyr (gli autori del fumetto, dei veri esperti in "vampirologia", assicurano che quella del dampyr è una leggenda effettivamente popolare nelle campagne serbe), ma immaginando di essere un impostore. Siamo ai tempi della guerra di Bosnia. In effetti l'ottimo disegnatore bresciano Majo (pseudonimo di Mario Rossi) cominciò a disegnare l'albo nel 1995 a guerra in corso e terminò il primo episodio nel '97.
Harlan viene però prelevato dal reparto di una milizia serba che ha per capo Kurjak, ingegnere, figlio di contadini, che dichiara di odiare i propri nemici a causa della morte sotto i bombardamenti della moglie e del figlio. Questo reparto aveva il compito di tenere in mano il villaggio di Yorvolak. Ma quando entrano nel villaggio semidistrutto, trovano una gran quantità di miliziani morti dilaniati. Nella notte appare un branco di non-morti che fa fuori un bel po' di soldati di Kurjak che dunque, anche se scettico, decide di far ricorso al Dampyr. Per farla breve Harlan si rende conto di essere sul serio un dampyr e riesce a sconfiggere il suo primo Maestro della Notte, Garko, con il relativo branco di non-morti. Da questa avventura che si snoda in due albi ("Il figlio del diavolo" e "La stirpe della Notte") ricava i suoi due compagni fissi di avventura. E' tradizione di ogni eroe infatti disporre di alcune "spalle" (per Tex è Kit Carson, per Dylan è Groucho, per Zagor è Chico, ecc.). Kurjak viene mostrato come un soldato duro, scettico nei confronti della guerra, ma che sino in fondo intende compiere il proprio dovere. Si distingue nettamente dai componenti della milizia di cui è a capo e che pare formata solo da sadici stupratori. Harlan si mostra ancora più scettico verso le ragioni della guerra e dichiara: "Perché diavolo fate questa guerra? Per soldi? Per odio contro quei poveracci che hanno il solo torto di essere nati dall'altra parte delle montagne? Io non ho niente a che fare con la vostra schifosa guerra". Chiama "banda di assassini" la milizia di Kurjak.
Nel secondo album, dopo che il reparto di Kurjak gli si è ammutinato preferendo abbandonare la posizione (verrà poi sterminato da Gorka), i due giungono a Sarajevo alla ricerca del loro nemico. Qui viene mostrata con realismo la famosa strage del mercato, ad opera degli assedianti serbi (i due erano potuti entrare perché Kurjak era stato riconosciuto dai suoi). Harlan commenta: "I tuoi è così che rispettano la tregua?" E lui replica amaro: "Le guerre non si vincono rispettando le regole ma ammazzando più gente possibile. E mi sembra che ci stiamo riuscendo." In un'altra vignetta Harlan si ferma ad osservare le lapidi dei bogomili, una setta cristiana che alcuni ritengono all'origine della formazione culturale dei musulmani bosniaci, circondate dai sacchi di sabbia.
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Lo scontro finale con Gorka avviene sotto l'antica biblioteca di Sarajevo, distrutta dai bombardamenti. Kurjak, ormai redento, commenta: "I miei ex commilitoni hanno voluto distruggere non solo questa città, ma anche il suo passato, i suoi ricordi, la sua umanità". Gorka si serve anche di Stanko Radek, un ex capo di una sanguinaria milizia, dalla vaga somiglianza con Mladic, trasformandolo in non-morto, mutazione di cui lui pare molto soddisfatto. La completa trasformazione di Kurjak si ha quando un cecchino serbo colpisce una vecchietta. Kurjak raggiunge il cecchino che gli dice: "Tu e io stiamo dalla stessa parte"; e Kurjak prima di buttarlo dal terzo piano: "Tu credi? Sì sono Kurjak ma adesso combatto un'altra guerra e io non sarò più dalla parte dei vermi come te." Dopo commenta con Harlan: "I miei ex camerati non hanno neanche la scusa di essere dei vampiri per fare quello che fanno, d'ora in poi farò la mia guerra personale, quella giusta."
La terza componente del trio è Tesla, una non-morta del branco di Garko che si ribella. Era studentessa a Berlino, ora si trova a penare non poco per continuare a nutrirsi pur rimanendo dalla parte dei "buoni". Deve sempre aspettare che Harlan e Kurjak facciano fuori un po' di cattivi, dovere al quale comunque non mancano mai di adempiere con una certa abbondanza.
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Che immagine viene veicolata della guerra di Bosnia da Dampyr? Beh, diciamo che il fumetto individua chiaramente i "buoni" e i "cattivi", cioè, per non usare un linguaggio fumettistico, la nazione dominante e quella dominata, dato che noi, rifacendoci anche alle migliori tradizioni del marxismo, in una guerra tra nazioni riteniamo nostro dovere distinguere con una certa esattezza chi è l'oppressore e chi è l'oppresso. Questa esatta identificazione è anche merito probabilmente del fatto che il fumetto è stato scritto proprio in quei giorni, in cui i mezzi televisivi testimoniavano con una certa evidenza quali erano le responsabilità di quella guerra. Non ci sfugge comunque che la scelta di non utilizzare mai i nomi veri (Sarajevo viene mostrata, ma non nominata, così come le parole "serbi" o "musulmani", ecc.) sia dovuta, come dichiarano gli stessi autori in una risposta ad un lettore che domandava più notizie sulla guerra di Bosnia (e gli veniva consigliato Noel Malcom, Bosnia, a short history), ad una concezione secondo la quale: "La guerra che vi è rappresentata è sicuramente una guerra balcanica, ma volevamo che simboleggiasse un po' tutte le guerre, la loro assurdità, disperazione e morte, al di là della cronaca, della Storia, di tutti i "distinguo", le appartenenze politiche, le prese di posizione". E' un tipo di impostazione pacifista che rispettiamo, ma che potrebbe far incorrere in gravi fraintendimenti: la guerra è di per sé un fatto crudele, non vi è alcun dubbio, ma non ci pare di secondaria importanza, proprio al fine di farla cessare, individuare chi sono le vittime e quali i carnefici. Ed infatti nell'albo "Notturno in rosso", ambientato in Cecenia, ci viene mostrato il conflitto come se questo fosse alimentato da ambo le parti, russi e guerriglieri ceceni, visti ambedue come animati da un'ansiosa brama di potere e soldi, quando a noi pare che vi siano pochi dubbi sul fatto che i ceceni siano le vittime dell'imperialismo russo. Il capo della formazione cecena afferma: "Non badate alla divisa e neanche alla causa per cui stiamo combattendo io e i miei le usiamo perché ci permettono di fare quel che ci pare con il pretesto dell'indipendenza e della libertà!". E' vero che un altro risponde: "Già, se lo sapessero i veri patrioti". Ma l'effetto è lo stesso perché i veri patrioti non vengono mostrati. In altri albi invece troviamo una posizione "politicamente corretta" ad esempio riguardo alla Namibia ("La costa degli scheletri" e "Zona proibita") dove la causa dei neri viene vista in maniera positiva e si critica l'eredità del colonialismo. Forse apparirà irrimediabilmente poco alla moda la nostra preoccupazione per il "politically correct", sappiamo che persino molti militanti di sinistra di fronte a simili attenzioni si infastidiscono, dichiarando la propria noia per i limiti imposti da una posizione antirazzista, non sessista, ecc. Lo riteniamo un atteggiamento snob ed autolesionista. La mente della massa dei giovani non è certo formata ed educata dai piccoli fogli della sinistra, ma dai media di massa, tra i quali il fumetto: una attenzione critica riguardo ai contenuti veicolati da questi mezzi di comunicazione dovrebbe essere un dovere elementare non solo della sinistra, ma dei democratici in generale.
Un'osservazione finale. Il materiale "primordiale" che utilizza questa nuova testata è a volte intriso di elementi ambigui. Non pensiamo decisamente che ciò sia voluto. Il problema è che tutto l'armamentario horror classico è costituito da elementi che spesso hanno a che fare con l'ideologia dominante delle nazioni dominanti. E' nel racconto di paura trasmesso oralmente che spesso le nazionalità dominanti hanno proiettato la paura del diverso e cercato di alimentare le proprie ragioni di discriminazione verso gli oppressi. Tuttora vi sono innumerevoli leggende metropolitane che nascono e muoiono anche nel giro di una settimana sul rapimento di bambini da parte degli zingari, ad esempio. La moda dei vampiri del resto si diffuse in Europa occidentale nella seconda metà del XXVIII secolo e ciò aveva certamente a che fare con il disgelamento della questione balcanica dove l'Impero Ottomano non riusciva più a dominare quelle terre, terre che si rendevano così disponibili all'influenza e alle mire occidentali. Le aspettative delle grandi potenze erano accompagnate dagli inevitabili stereotipi razzisti sulla barbarie di quelle regioni. A livello dell'immaginario della nazione dominante le ragioni imperiali prendono la forma del mito negativo.
Del resto non occorre andare molto lontano per osservare questo fenomeno. La violenta penetrazione economica e politica dell'imperialismo italiano in Albania è accompagnata a livello popolare dal più bieco razzismo nei confronti degli albanesi, riguardo ai quali è arduo trovare un solo italiano senza un bagaglio di leggende metropolitane ed aneddoti negativi circolati di bocca in bocca e destituiti da qualsiasi fondamento. Dunque Dracula è anche la "forma" che prende in Occidente la rappresentazione dell'Est, territorio di conquista, perché selvaggio e primitivo, estraneo e dunque inquietante.
Da questo punto di vista Dampyr mostrandoci un eroe slavo, compie un'operazione, dal punto di vista dell'immaginario collettivo, molto positiva. Dicevamo però che spesso è costretto a servirsi di un armamentario ambiguo. Come in altre collane (Martine Mystere e Dylan Dog) anche qui troviamo tracce dell'antichissima mitologia antisemita, che in questo modo trova il modo per reiterarsi anche in generazioni che con la fine del racconto orale l'ignoravano. Ad esempio in "Sotto il ponte di pietra", un albo, sia detto di passata, splendidamente illustrato "alla Breccia" da Luca Rossi, Harlan è alle prese con il vecchio ghetto ebraico di Praga, ritornato in vita e con personaggi cattivissimi dediti alla cabala e con stelle di David bene in vista. Allo stesso armamentario fa riferimento l'albo "Dalle tenebre" dove i cattivi di turno indossano nei loro riti satanici tuniche con simbologie semitiche. Siamo assolutamente certi che non vi sia antisemitismo negli autori: i non-morti sono spesso raffigurati negativamente come dei naziskin pieni di svastiche ed simbologia SS in ogni dove. Semplicemente l'armamentario orrorifico occidentale è costituito in gran parte da questi elementi, ai quali il fumetto popolare fa ricorso. Speriamo dunque che i nostri autori sappiano inventarsi fantasmi e mostri nuovi di zecca e politicamente corretti. Di notte avremo più o meno gli stessi incubi, ma di giorno potremo rilassarci identificandoci con eroi che combattono cattivi veri.