LO SPLENDORE LETALE
PSICOLOGIA DI MASSA ED ESTETICA DEL TURBOFOLK


aprile 2001, di Ivana Kronja, dal quotidiano serbo "Danas", 31 gennaio / 16 febbraio 2001, selezione e traduzione di A. Ferrario

 

Il turbofolk ha cominciato la sua conquista della nostra scena musicale e mediale all'inizio degli anni novanta come cultura di guerra "novokomponovana" e come divertimento popolare, attraverso la TV Palma (la MTV serba), con la sua serie infinita di spot "nazional-popolari" girati in base a standard incredibilmente bassi e spesso caratterizzati da toni patriottici. Successivamente, nel 1994-1995 si è trasformato in uno strumento di affermazione dello spirito urbano, dell'alta moda e del design contemporaneo attraverso nuovi spot, girati con alti budget, ispirati ai gusti dei nuovi ricchi, degli "alti" criminali e dei nuovi businessmen serbi, per l'entusiasmo dell'ampio pubblico desideroso di sfarzo e di fuga da una realtà tetra. Con il crescere della TV Pink fino a diventare la più potente emittente TV serba, il turbofolk è diventato un elemento stabile della rosea cultura "mainstream" serba, mirata a fissare gli standard più appetibili per il comportamento, l'abbigliamento, il modo di sentire e l'atteggiamento verso la vita, allo scopo di educare il proprio pubblico ad apprezzare il lusso, a fare propria una mentalità consumista e ad adorare le stelle del turbofolk, insediatosi ormai nella nuova élite serba. Alla fine degli anni '90 (1999-2000) il turbofolk è finito in un manierismo del proprio stesso stile, cioè nell'erotica banale e nell'amoralità più spoglia, poichè evidentemente la sua attrazione non è sufficientemente redditizia in una situazione di completo immiserimento del mercato e del pubblico. Il 5 ottobre e la caduta del regime di Milosevic hanno forse segnato anche la fine dell'era del turbofolk? Il turbofolk è l'elemento più importante di quell'insieme musicale costituito dalla musica popolare "novokomponovana", dal turbofolk e dalla dance music, che si può chiamare nel suo complesso Nuova Musica Serba per il fatto che questi tre generi hanno fatto tutti la loro comparsa sulla scena serba nel corso degli anni '90. Questi tre generi hanno uno spazio mediatico comune, dettano un'immagine uguale o simile, sfruttano delle forme musicali e stilistiche ibride e si dividono lo stesso pubblico - soprattutto i sottogeneri della "novokomponovana", cioè il turbofolk e il turbofolk-dance music. Tuttavia, la cosa più essenziale è che essi hanno un insieme di valori in comune ed è proprio per questo che si distinguono come modello specifico di cultura di massa in Serbia. La musica "novokomponavana" e la Nuova musica popolare sono i predecessori del turbofolk. Questi due tipi di musica hanno raggiunto un'enorme popolarità nella ex (seconda) Jugoslavia e nel periodo che va dagli anni sessanta agli anni novanta. Imitavano il folklore serbo, aggiungendovi tutta una serie di elementi ad effetto commerciale con sonorità turche e greche, della musica zingara e delle romanze russe e ungheresi, avvicinandosi in alcuni singoli casi alla musica leggera. All'inizio degli anni novanta, tuttavia, il folk si è trasformato. Nel turbofolk la matrice della musica folk viene fusa con un suono completamente diverso: con il rap e la dance music degli interpreti occidentali, neri e bianchi, e addirittura con la techno music. [...] Questo nuovo stile, il cosiddetto "chic di guerra", pieno di fascino, di aggressività e di esibizione di potere, così come la gerarchia di valori che lo accompagna, hanno segnato l'intera scena culturale e mediatica della Serbia degli anni '90.

LO SVILUPPO E L'AFFERMAZIONE DEL TURBOFOLK
La comparsa del turbofolk è un fenomeno particolarmente interessante, così come lo è anche la sua continua presenza sulla scena meidale serba per un intero decennio (e se prendiamo in considerazione anche il permanere della musica popolare "novokomponovana", della quale il turbofolk è solo la variante più attuale, tale presenza dura ormai da 40 anni). E' chiaro che la musica popolare "novokomponovana" è emersa come conseguenza delle condizioni sociali della Jugoslavia del dopoguerra - come risposta all'urbanizzazione della campagna e alla ruralizzazione delle città, vale a dire della grande migrazione di popolazione dai villaggi alle città (non dimentichiamo che prima della Seconda guerra mondiale in Serbia l'87% della popolazione complessiva era composta da persone che abitavano nei villaggi). Tali migrazioni hanno dato vita tra le altre cose anche a una particolare categoria sociale, i cosiddetti "polutana" ["ibridi"], cioè persone che nel corso della settimana lavorativa vivevano in città, per trasferirsi nei villaggi durante il fine settimana. La loro base di vita era il villaggio, nel quale coltivavano la terra e dal quale ricavavano il cibo, ma allo stesso tempo il loro lavoro era in città, in qualche impresa pubblica. La posizione di queste persone viene descritta in maniera perfetta dai versi di una canzone della nuova musica popolare: "Vivo in città, ma adoro il villaggio". La musica popolare "novokomponovana", che attraverso i suoi testi si appellava alle usanze e al modo di vita dei villaggi, ma tentava allo stesso tempo di avvicinarsi alla città, era necessaria a tutte queste persone perché parlava della loro vita e rendeva meno pesante l'abisso che all'improvviso si erano trovate a dovere superare. [...] Lo stesso vale per gli emigranti, per i nostri operai trasferitisi temporaneamente all'estero a lavorare, oppure per coloro che tornavano dall'estero, da un ambiente altamente urbanizzato, dei quali l'etnologo Ines Prica ha giustificatamente detto che "hanno uno status ambiguo e un sistema di valori conflittuale". [...]

LA DISGREGAZIONE DELLA JUGOSLAVIA E L'ESPANSIONE DEL TURBOFOLK
Le cause della comparsa del turbofolk sono per la maggior parte identiche a quelle della comparsa della nuova musica popolare, ma vi sono alcuni elementi del tutto nuovi e specifici. Così come la nuova musica popolare, anche la comparsa del turbofolk all'inizio degli anni '90 è stata originata da un cambiamento specifico nelle condizioni sociali. Nel caso del turbofolk, queste nuove condizioni erano il perdurare della crisi economica, la guerra civile in Croazia e in Bosnia, il gran numero di vittime della guerra e di profughi, l'isolamento del paese a causa delle sanzioni, e infine il bombardamento della Jugoslavia da parte della NATO. Tutto questo ha portato a un crollo economico e a un estremo impoverimento della società, alla disgregazione dello stato e alla crescita della criminalità. Le circostanze di guerra e di crisi hanno marcato profondamente l'emergere del turbofolk, per il quale esisteva già la stessa base sociale e culturale che era stata anche il motivo della comparsa della nuova musica popolare, di cui il turbofolk è una versione più moderna e aggressiva. Queste nuove circostanze non sono state, quindi, l'unico motivo della comparsa del turbofolk, ma si possono sicuramente caratterizzare come condizioni che hanno favorito la sua espansione e il suo perdurare sulla scena serba. Sono variati i fattori che hanno influito sulla comparsa e sul perdurare del turbofolk. In primo luogo vi è il crollo dell'economia del paese, che è stato definitivamente portato a compimento dal bombardamento della Jugoslavia da parte dei 19 paesi membri della NATO nella prima metà del 1999, e che è stato accompagnato dal suo isolamento internazionale. La cattiva situazione economica ha reso impossibile effettuare maggiori investimenti nella cultura di qualità e nell'educazione, così come una continuazione dei contatti culturali con il mondo, resi difficili dalle sanzioni, mentre le azioni di guerra e di difesa, così come il numero eccezionalmente alto di forze di polizia, hanno consumato la maggior parte del bilancio dello stato, già ridotto. Una delle conseguenze di questa cattiva situazione economica è stata che le case di produzione mediatiche vicine al regime erano le più potenti, avevano il monopolio e la maggiore copertura dei telespettatori e degli ascoltatori, con il risultato che sono state così in grado di creare con efficacia superiore un'immagine mediatica completa, un'opinione pubblica, un sistema di valori e un modello di comportamento politicamente desiderabile. Questi media hanno promosso per un intero decennio proprio con questi obiettivi la musica turbofolk, che oltre ai summenzionati effetti ha dato loro anche grandissimi guadagni.

IL KITSCH COME ARTE DI STATO
I motivi politici vengono considerati come il fattore più significativo nella comparsa e nel perdurare del turbofolk. In relazione a ciò, si pone la seguente domanda: forse qualcuno che sta dietro l'élite politica al governo in Serbia ha escogitato in maniera prepianificata e geniale un piano per l'indottrinamento e la seduzione della popolazione del paese con l'aiuto del turbofolk, che all'inizio degli anni '90 ha fatto la sua comparsa anche come "cultura neokomponovana di guerra" e come tale ha dato il proprio sostegno alla politica espansionista e nazionalistica delle autorità serbe, per poi sostenere alla fine degli anni '90, con l'abuso degli elementi erotici, l'erosione dei valori morali? Oppure il turbofolk è un fenomeno spontaneo, che le strutture di governo hanno sostenuto quando lo hanno individuato come un mezzo aggiuntivo per l'esercizio del loro potere? Forse il ruolo politico del turbofolk, in quanto fenomeno estremamente irritante, è stato in una certa misura sopravvalutato da parte dell'élite intellettuale indipendente serba, e forse, nonostante questo, non è stato compreso in maniera sufficiente dalla nostra opinione pubblica. Quello che è risaputo è che ogni kitsch è allo stesso tempo anche un prodotto ideologico per eccellenza. Sia come sia, questa musica, aiutata dal design occidentale, o più precisamente da un design che cerca di imitare l'Occidente, è diventata una specie di "arte di stato". Una tale impressione, almeno, la si ha ogni volta che si guarda un programma dei nostri media sponsorizzati da parte di forze politiche al governo, che nel corso degli anni '90 hanno dato prova di una tolleranza pressoché immodificata nei confronti dei contenuti del turbofolk. Il turbofolk è un divertimento per il popolino, ma non è solo un "divertimento per i poveri". E' un divertimento anche per i ricchi, per l'élite al governo, per i profughi facoltosi e per gli emigrati ricchi, che riconoscono il proprio sistema di valori nel lusso "novokomponovan" come simbolo di potere e nel preteso legame tra questa musica e la tradizione serba. Il legame di questa musica con la tradizione serba è purtroppo solo un'illusione, perché questa musica altera le usanze popolari. Ha abbandonato la tradizione e il conservatismo che erano propri della musica popolare originale. Alcune sue caratteristiche, come la dissolutezza e la banalità, la lascivia e l'adorazione per tutto ciò che è di moda, sono estranee alle canzoni popolari originali. Questi elementi sono presenti in particolare nelle modalità di esecuzione di tale musica, forse ancora di più che nelle canzoni stesse. Il fatto che la presentazione visiva che accompagna il turbofolk, gli spot e le esibizioni delle stelle del folk, abbia molti elementi della moda occidentale più spicciola e della cultura consumista occidentale, facilita al suo pubblico l'entrata nella vita "contemporanea", nel tentativo di superare l'abisso tra il modo di vita rurale o provinciale e quello moderno, consumista, che esso dovrebbe saltare in una generazione. [...]

LA PROMOZIONE DELLA NUOVA ELITE SERBA
L'irruzione del turbofolk nello spazio mediatico è avvenuta in parallelo all'espansione dei mass media in Serbia. L'espansione del turbofolk all'inizio degli anni '90 ha consentito anche l'emergere di emittenti TV private, ma in realtà parastatali, specializzate in musica popolare - TV Palma nel 1991, TV Pink nel 1994. La RTS [televisione di stato serba - N.d.T.], naturalmente, non ha tardato molto a seguirle, ma tale tipo di contenuti costituiva solo un segmento della sua programmazione, mentre l'"attacco totale" dei suoni "popolari" è stato reso possibile innanzitutto dalla TV Palma, alla quale in seguito si sono aggiunte la TV Pink, le case produttrici ZAM e Grand e sicuramente la maggior parte delle emittenti TV locali della Serbia. Anche altri mezzi di comunicazione di massa - i programmi radio, le riviste, la stampa scandalistica, hanno spalancato le loro porte al neofolk. Dopo un avvio dai toni modesti e ingenui, la TV Palma ha cominciato a introdurre a viva forza un suono turbofolk più moderno, accompagnato dallo stile sfarzoso e ultramoderno delle stelle del folk. Molto più potente da un punto di vista finanziario, la TV Pink, dalla sua creazione nel 1994 fino a oggi, è rimasta il principale generatore della rosea immagine mediatica della cultura neofolk, che ha imposto come modello culturale dominante in Serbia. Radio Pink ha cominciato a trasmettere un anno prima (1993) della omonima televisione. I programmi della Radio e della TV Pink vengono emessi da uno studio che si trova nell'edificio dove un tempo aveva sede l'ex Comitato Centrale della ex Lega dei Comunisti della ex Jugoslavia, a Novi Beograd. Alla fine degli anni '90 la RTV Pink è diventata un gigante e ha cominciato a investire ingenti somme nella costruzione di nuovi studi televisivi: lo studio di Zemun, nell'edificio della NU "Braca Stamenkovic" (che verrà distrutto da un incendio nel 1999 in circostanze non chiarite) e lo studio a Dedinije. Della struttura della TV Pink fanno parte, oltre a Radio Pink, anche Radio-Pingvin e l'etichetta musicale City Records (tra i comproprietari di questa struttura mediatica vi è anche il SKPJ [Lega dei Comunisti - Movimento per la Jugoslavia], membro della JUL [ne è tuttavia uscito già da anni - N.d.T.], un partito politico di minoranza, ma che è stato l'erede effettivo, fino alla disgregazione della Jugoslavia, della potente Lega dei Comunisti della Jugoslavia). La trasmissione "Maksovizija", condotta dal noto presentatore Milovan Ilic Minimaks, è un marchio di fabbrica della televisione Pink. Gli ospiti di "Maksovizija" sono personalità note della scena pubblica, del palcoscenico e dello sport, così come rappresentanti della nuova élite serba, e l'atteggiamento che il presentatore ha nei loro confronti esprime, e allo stesso tempo trasmette ai telespettatori, un'adorazione e una stima incondizionate nei confronti di tali personalità, un atteggiamento che, secondo i criteri promossi dalla TV Pink, dovrebbe essere proprio di tutta la società. La TV Pink, e in particolare tale trasmissione, è stata a suo tempo il più fedele indicatore della gerarchia sociale nel regime di Slobodan Milosevic. In prima fila sedevano le personalità note, che di norma avevano qualche legame con gli ospiti di ogni singola trasmissione - marito, compare, manager o simili - nonché gli sponsor; di solito qualcuno del pubblico vinceva una torta messa in palio dalla società di pasticceria che fa da sponsor. Tale dono fa parte dell'indottrinamento impartito attraverso la TV Pink, che evidentemente propone ai suoi spettatori una "dolce vita". Minimaks, da parte sua, provoca i propri ospiti, ma tenendo rigorosamente conto della loro gerarchia: la stella del folk Ceca, moglie dell'influente businessman Arkan, è sempre stata rispettata come una vera dama, mentre delle personalità meno note era consentito prendersi gioco in misura di gran lunga maggiore. Nel frattempo Milovan Ilic - Minimaks è stato licenziato dalla TV Pink, dopo che alla trasmissione "Maksovizija" ha preso parte il gruppo "Indeksovo radio-pozoriste" (nel corso della trasmissione sono stati trasmessi brani di una canzone con la quale si critica la situazione nel paese, "Pensa una vita in cui ti puoi comprare una scarpa", eseguita da tale gruppo). Minimaks è così passato a una televisione dai programmi analoghi, la TV Palma. Un altro posto significativo nel firmamento dei media serbi è stato conquistato anche dalla TV Kosava, che ha cominciato le sue attività nel 1998. Tale TV (che in questo momento è senza una frequenza) basa la sua offerta sui programmi di intrattenimento, sui film e i videoclip di produzione estera e nazionale, ma anche sulle trasmissioni musicali dedicate alla dance music locale, come per esempio "Kosava klub". Questa emittente TV fa parte di un sistema che comprende anche Radio-Kosava e la Muzicka industrija Kosava (la sua proprietaria è la figlia dell'ex presidente Milosevic, Marija). La programmazione della Radio e quella della TV Kosava sono simili ed sono composte soprattutto da dance music e musica pop straniera (o da spot) e da dance music nazionale, la maggior parte della quale viene incisa nell'ambito della Muzicka industrija Kosava. Viene quindi promosso un suono commerciale che, nelle condizioni del paese, risulta prodotto pressoché in serie, senza particolari qualità artistiche. [...] [Questi canali TV] sono sempre stati solo [espressione di una] subcultura, sostenuta tuttavia per motivi politici, al fine di sanare l'insoddisfazione popolare mediante contenuti apolitici. Ma quando i media si sono resi conto dell'enorme potenziale economico di questo fenomeno, e quando le televisioni statali e parastatali sono diventate produttrici di neofolk, il neofolk si è trasformato in una grande industria culturale e nella cultura di massa dominante in Serbia. Come tale, esso prende in prestito elementi della cultura di massa occidentale e aggiunge all'estetica kitsch della musica "novokomponovana" la sensibilità urbana degli anni '90, propria della subcultura dello "chic di guerra". La transizione della Serbia verso una società consumistica è impersonificata dallo stile e dalle preoccupazioni del turbofolk per tutto quello che è occidentale, costoso, moderno. Il turbofolk, allo stesso tempo, ha anche una vernice nazionale e lo stile che lo accompagna è ibrido, ambiguo, ed è trattato come prioritario dai media, che lo accolgono e impongono in tutta serietà.

IL TURBOFOLK E' MORTO?
Il turbofolk, un'invenzione incredibilmente efficace dei media serbi sotto il regime di Slobodan Milosevic, si è dimostrato un ottimo ammortizzatore degli sconvolgimenti sociali. Il concetto di turbofolk includeva all'inizio degli anni '90 la già esistente musica popolare "novokomponovana" e la sua nuova variante turbo e techno, così come le nuove canzoni "novokomponovane" nazionaliste e di guerra, che aiutavano a tenere alto il morale dei combattenti serbi durante le guerre civili in Croazia e in Bosnia (1991-1995). Le nuove canzoni di guerra sono emerse contemporaneamente anche tra i croati e i musulmani dell'ex Jugoslavia, differenziandosi dalle canzoni di guerra serbe spesso solo nei testi (e a volte addirittura in maniera insignificante, come per esempio, al posto di "Oh Serbia, amata madre" nella versione croata si trova "O Croazia, madre, non affliggerti"), poiché hanno attinto abbondantemente alle melodie già note delle marce militari, delle canzoni patriottiche d'anteguerra, delle canzoni partigiane e popolari della ex Jugoslavia, elementi che hanno dato vita a un fenomeno particolare. Mentre la musica dei guerrieri serbi, come per esempio quella dei noti cantanti popolari fratelli Bajic, a causa del fatto che la Serbia ufficialmente "non ha partecipato a queste guerre", era presente soprattutto nelle radio, nelle cassette-pirata, e solo in piccole dosi alla TV, cioè il media a diffusione più martellante, i programmi televisivi sono stati inondati dal turbofolk. Questo progetto musicale nazionale dalla sfarzosa concezione doveva distrarre l'attenzione della popolazione dalla politica, dalla miseria e dalle guerre per indirizzarla verso l'immagine affascinante e irraggiungibile delle stelle del turbofolk, che si presentavano sul piccolo schermo con il loro abbigliamento lussuoso e alla guida delle autovetture più moderne, in spot che suscitavano l'ammirazione e l'identificazione del pubblico. La musica turbofolk e la sua presentazione mediatica hanno così svolto negli anni '90 la funzione di divertimento politicamente conveniente destinato alle masse, sostenuto a suon di milioni, nonché di rosea cultura ufficiale di fuga dalla tetra realtà. L'aggressivo turbo, e il più "roseo" folk, hanno dato la nota di avvio all'estetica kitsch che ha dominato i media serbi. [...] Dopo il 5 ottobre 2000, la TV Pink e la TV Palma hanno continuato il loro lavoro. La retorica della violenza e dell'odio presente nella TV Palma a partire dai bombardamenti NATO è in buona misura cessata. La TV Pink non ha cambiato di molto il suo modello di televisione per l'intrattenimento di massa, ma il problema di questa televisione non consisteva solo nel suo modello. Le televisioni musicali e di intrattenimento esisteranno sempre. Il problema consiste nel monopolio che la TV Pink ha avuto come unico modello possibile di televisione durante il regime di Milosevic, ma anche nella preoccupante amoralità che la TV Pink continua a diffondere anche dopo la caduta di quest'ultimo, continuando a indottrinare in tal senso i giovani della Serbia. La TV Pink rimane un'industria culturale eccezionalmente professionale, che fabbrica con successo stelle di sesso femminile semisvestite (che rimandano al trauma ancora fresco della recente trasformazione mediatica delle donne in prostitute) e fa dei docili presentatori i promotori dello show-business nazionale. In un tale contesto, la comparsa del controverso politico d'opposizione della Vojvodina, Nenad Canak, dopo il 5 ottobre, in un videoclip della TV Pink con la canzone di Frank Sinatra "My way", il tutto nell'iconografia kitsch del turbofolk, non è stata solo una divertente spiritosaggine (come la ha definita lo stesso Canak), ma anche il segno di un'evidente attrazione dei politici per questo tipo di promozione di se stessi. Rimane quindi la domanda: quando riusciremo a raccontare questo fenomeno in maniera più intelligente, senza cedere alla tentazione della sua seduzione?

 

Ivana Kronja (1970) si è diplomata in filmologia presso l'Università di Belgrado e si occupa di teoria dei media e del cinema. Ha pubblicato di recente, nel febbraio 2001, il libro (accompagnato da CD) "Lo splendore letale - Psicologia di massa ed estetica del turbofolk", uno studio socioculturale sui media, lo stile, le sensibilità e il sistema di valori del turbofolk. Il quotidiano "Danas" ha pubblicato ampi estratti di tale libro, di cui abbiamo riportato qui sopra una selezione.