CHOSSUDOVSKY E L'UCK


maggio 1999, di Michael Karadjis da "Green Left Review", del 12 maggio 1999, dal sito del Comitato di Solidarietà per il Kosova



[L'articolo originale di Chossudovsky, criticato dal presente testo di Karadjis, è archiviato (in inglese) nel sito web "I Balcani" all'URL: http://www.ecn.org/est/balcani/kosovo/chossudovsky.txt]

I bombardamenti della NATO hanno causato centinaia di vittime civili in Serbia, rafforzando il regime di Milosevic e dando luogo a una massiccia escalation dell'aggressione genocida del regime serbo contro la maggioranza albanese del Kosova.

Tutto ciò pone la sinistra di fronte a un doppio compito: opporsi allo stesso tempo a questo attacco imperialista e mantenere i principi socialisti fondamentali di un sostegno all'eguaglianza nazionale e all'opposizione al razzismo, che implicano un sostegno al diritto di autodeterminazione nazionale degli albanesi brutalmente oppressi del Kosova. Si tratta di un compito che molti a sinistra evadono, scegliendo invece di abbellire il regime di estrema destra di Slobodan Milosevic e del suo alleato neonazista, il Partito Radicale, come un bastione dell'"antimperialismo".

Attualmente, l'unica forza armata in grado di difendere i villaggi degli albanesi del Kosova che rimangono è l'Esercito di Liberazione del Kosova (UCK). Nonostante le carenze politiche generate dallo stato privo di ogni legalità nel quale la maggioranza albanese del 90% è stata gettata nel corso degli ultimi 10 anni, da quando Milosevic ha abolito l'autonomia del Kosova, l'UCK l'anno scorso è riuscito a organizzare un esercito che è arrivato fino a 40.000 combattenti.

Gran parte del dibattito all'interno della sinistra è incentrato sul suo potenziale e sul suo programma politico, nonché sulla desiderabilità della lotta armata in generale. Per esempio, Stephen Shalom, in un articolo pubblicato da ZNet (tra i suoi collaboratori regolari vi sono Noam Chomsky ed Edward Said) che riesce a fondere in maniera incisiva l'opposizione sia alla NATO che a Milosevic, afferma: "Sono favorevole all'argomento secondo il quale se un popolo vuole lottare per i propri diritti, se non chiede ad altri di farlo, dovrebbe potere disporre delle armi necessarie per avere successo. Un tale argomento, a mio parere, era persuasivo riguardo alla Bosnia".

Tuttavia, nel caso dell'UCK, Shalom punta l'indice contro la sua mancanza di chiarezza ideologica: "Non ho visto alcuna dichiarazione dell'UCK a favore di un Kosova multietnico" e mette in risalto la propria valutazione secondo cui l'UCK "non ha alcuna possibilità credibile di ottenere una vittoria militare". Di conseguenza, armarla porterebbe a delle "atrocità su scala molto pi ampia di quelle che i serbi avrebbero scatenato contro una popolazione civile ancora relativamente priva di difese".

Sfortunatamente, alcune delle persone che hanno contribuito a questo dibattito hanno fornito munizioni agli apologhi di Milosevic e delle sue atrocità concentrandosi sulle affermazioni secondo cui l'UCK non è altro se non la creazione della CIA e dei cartelli del crimine organizzato della regione. Michel Chossudovsky, un professore di economia presso l'Università di Ottawa, ha messo a punto uno dei balli in maschera più meticolosi in un pezzo intitolato "I combattenti della libertà finanziati dal crimine organizzato", che è ampiamente circolato in Internet. Pieno di mezze verità, supposizioni e insinuazioni sul presunto ricorso dell'UCK a fondi provenienti dal traffico di stupefacenti, l'articolo di Chossudovsky cerca di discreditare l'UCK come genuino movimento di liberazione che rappresenta le aspirazioni della maggioranza albanese oppressa.

Chossudovsky comincia facendo un raffronto tra la demonizzazione di Milosevic a opera dei media occidentali e il loro ritenere l'UCK un "rispettabile movimento nazionalista che lotta per i diritti dell'etnia albanese". Chossudovsky ha messo insieme questa falsità ininfluente basandosi sul nulla.

L'OSTILITA' OCCIDENTALE

I media occidentali e praticamente tutti i leader dell'Occidente sono rimasti essenzialmente ostili all'UCK. L'anno scorso, gli Stati Uniti hanno reagito con animosità alla comparsa dell'UCK. Durante le prime fasi dell'offensiva serba, il portavoce del Dipartimento di Stato USA, James Jolly, ha affermato che l'aumento della presenza dell'esercito serbo sul confine albanese era "legale e legittima", mentre l'inviato speciale degli USA per i Balcani, Richard Holbrooke, parlava della sua paura di una "pista di Ho Chi Minh" per il rifornimento di armi dall'Albania al Kosova. A Belgrado, l'inviato speciale degli USA Robert Gelbard, definiva l'UCK un'"organizzazione terrorista".

Più di recente, secondo un articolo pubblicato il 23 aprile dal Washington Post, "la NATO sta cercando di mantenere le distanze dall'UCK, rifiutando di fornire armi ai ribelli o di approvare il loro obiettivo di un Kosovo indipendente. L'UCK rimane oggetto dei sospetti dell'Occidente. Vi è preoccupazione per il ruolo del gruppo in un Kosovo post-conflitto". In maniera analoga, secondo il Christian Science Monitor, "vi è preoccupazione all'interno della NATO che una volta che le sue truppe saranno all'interno del Kosovo, l'UCK potrebbe essere uno dei problemi. E di conseguenza ai combattenti albanesi non sono state fornite nemmeno munizioni". Tutta una serie di articoli apparsi nei media imperialisti alla fine di aprile conteneva lo stesso messaggio.

I leader occidentali hanno continuato a insistere che non armeranno l'UCK, nonostante la drammatica escalation del genocidio dal momento in cui è cominciato l'attacco della NATO e nonostante il fatto che quasi nessuno degli attacchi NATO sia stato diretto contro gli aguzzini di Milosevic in Kosova. Secondo il Washington Post del 20 aprile, il governo albanese ha chiesto all'Occidente di armare l'UCK, ma il portavoce del Dipartimento di Stato James Rubin ha affermato che gli USA hanno sempre chiaramente sostenuto che si opporranno ala fornitura di armamenti o addestramento ai ribelli. L'Albania ha anche sollevato il problema con il comandante della NATO Wesley Clarke, il quale ha opposto il suo rifiuto, citando l'embargo contro le forniture di armi alla Jugoslavia come una barriera a una tale mossa. I leader imperialisti rimangono implacabilmente opposti all'obiettivo dell'UCK, della stragrande maggioranza della popolazione albanese del Kosova e di tutte le ali della sua leadership politica - un Kosova indipendente.

Nel recente "duro" discorso con cui il presidente USA Bill Clinton ha avvisato il mondo che avrebbe dovuto abituarsi a un maggiore numero di vittime civili in Serbia, si ribadiva che l'autonomia all'interno della Serbia, e non l'indipendenza, rimaneva l'obiettivo degli Stati Uniti/della NATO. Nel piano tedesco per offrire un'eventuale ammissione nell'UE e nella NATO a tutti i paesi balcanici, l'unica condizione era che l'UCK accettasse che non vi sarà alcun Kosova indipendente. Una delle "condizioni" ancora poste alla Serbia per porre termine alla guerra è quella della sua accettazione dell'accordo di Rambouillet, vale a dire l'impossibilità di un Kosova indipendente.

CRIMINE ORGANIZZATO?

Chossudovsky afferma che "l'UCK è sostenuta dal crimine organizzato... i collegamenti tra l'Esercito di Liberazione del Kosovo e i cartelli del crimine in Albania, Turchia e nell'Unione Europea erano noti ai governi e ai servizi segreti occidentali fin dalla metà degli anni '90".

Prima di prendere in considerazione le prove di Chossudovsky, bisogna chiedersi: è cosÏ inusuale che i movimenti di liberazione, affamati di fondi, raccolgano parte dei loro fondi attraverso fonti illegali, e addirittura dal denaro proveniente dal traffico di stupefacenti? Accuse simili sono state mosse contro molti altri movimenti, come l'Esercito Repubblicano Irlandese, l'ETA e il PPK kurdo, da parte di esponenti di destra e di governi che cercavano di discreditarli. L'UCK non può certo raccogliere fondi presentando una richiesta di finanziamento!

E' noto che la maggior parte dei fondi dell'UCK vengono dalla tassa del 3% che l'organizzazione "La patria chiama" riscuote sui redditi di molti tra le centinaia di migliaia di kosovari che lavorano in Europa. Chossudovsky non ne fa menzione. [Gli albanesi stabilitisi nell'Europa Occidentale e negli Stati Uniti sono complessivamente 700.000 - N.d.T.]

E' stupefacente che, in un articolo di otto pagine, l'unica prova menzionata da Chossudovsky per giustificare il suo titolo è il fatto che secondo il Times di Londra, l'Interpol, l'ente di polizia europeo, "sta preparando una rapporto sui collegamenti tra l'UCK e i trafficanti di droga albanesi". Chossudovsky poi descrive come la droga passa dalla Mafia in Italia, attraverso i cartelli del crimine in Albania, fino in Turchia. Il ruolo dell'UCK in tutto questo è unicamente un'asserzione di Chossudovsky, non supportata da alcuna prova.

Il principale nesso sembra essere il fatto che i criminali albanesi e i combattenti per la libertà albanese sono della stessa etnia. Secondo Chossudovsky, che quota l'Agenzia Federale Anticrimine della Germania, "gli albanesi sono oggi il gruppo pi prominente nella distribuzione di eroina nei paesi consumatori dell'Occidente". I razzisti dell'organizzazione "One Nation", in Australia, utilizzano la stessa logica quando affermano che i libanesi e i vietnamiti sono i maggiori spacciatori di droga in Australia. Evidentemente, Chossudovsky non si accorge che se le cose stanno cosÏ, forse la cosa ha semplicemente qualcosa a che fare con il fatto che gli albanesi sono il popolo pi povero d'Europa, cosa che a sua volta è legata tra le altre cose anche al fatto che il Kosova da 85 anni è una colonia della Serbia.

Svariate pagine sono dedicate ai racket su grande scala per il contrabbando di stupefacenti, armi e petrolio gestiti dal regime albanese di destra di Berisha fino a quando è stato rovesciato nel 1997. Anche se gli albanesi hanno approfittato del traffico di droga, lo stesso vale per molti altri nella regione. Va notato che Chossudovsky trascura completamente questo particolare.

Citando un articolo di due anni fa, "Il regime di gangster che abbiamo finanziato", scritto da Andrew Gumbel sui racket del regime di Berisha, Chossudovsky omette che Gumbel ha scritto anche che "fino alla fine della guerra in Bosnia questi racket includevano contrabbandi su vasta scala, in violazione dell'embargo, attraverso la vendita di petrolio a Serbia e Montenegro". Ciò porta in luce che i trafficanti di droga e il regime di Berisha non hanno particolari pregiudizi etnici. Lungo tutta quella guerra, la Grecia e l'Italia hanno venduto all'Albania pi del doppio della quantità di petrolio di cui aveva bisogno - il resto veniva rivenduto alla Serbia (New York Times, 15 e 30 aprile 1995). Poiché la Serbia aveva una sua propria piccola industria petrolifera, queste eccedenze sono andate a finanziare la macchina da guerra di Milosevic in Bosnia.

BERISHA

In tutte le pagine sul regime di Berisha, Chossudovsky non offre nemmeno un briciolo di prova che lo colleghi all'UCK, eppure alla fine conclude la relativa sezione affermando che "i proventi del traffico di droga hanno consentito all'UCK di organizzare rapidamente una forza di circa 30.000 uomini". Si tratta di uno straordinario inganno.

Berisha ha governato tra il 1992 e il 1997. L'UCK è comparso nel 1996 come piccolo gruppo di militanti. Se avesse dovuto costruire il proprio esercito grazie ai proventi del regime di Berisha, è strano che non abbia praticamente avuto armi fino a quando quest'ultimo è caduto. L'UCK si è evoluto in una forza di 30.000 uomini solo nel 1998. E' stata una sollevazione rivoluzionaria di massa contro Berisha nel 1997 che ha liberato quasi un milione di fucili e mitragliatori dagli arsenali albanesi, consentendo all'UCK, scarseggiante di fondi, di mettere le mani su una grande quantità di armi a basso prezzo.

Chossudovsky non è l'unico esponente di sinistra colpevole di assegnare in tal modo "colpe etniche" per semplice associazione. Alex Callinicos, il leader del Partito Socialista dei Lavoratori britannico ha scritto di recente che l'UCK "si è addestrata su terreni appartenenti a Sali Berisha". Anche se Callinicos non dà alcun riferimento per questa sua affermazione, è noto che le basi dell'UCK sono per la maggior parte nel Nord dell'Albania, che è stata anche la base di potere di Berisha. Tuttavia, il Nord è un'ampia regione e il collegamento è ancora una volta solamente etnico: la nazione albanese è divisa tra i gheghi dell'Albania settentrionale e del Kosova e i Toschi del sud. Ma i gruppi etnici non corrispondono alle correnti politiche. Berisha ha denunciato l'UCK come "uomini di Arkan", riferendosi al killer di massa sciovinista serbo, sostenendo implicitamente che l'UCK sia composto da agenti provocatori finanziati dalla Serbia. Fino a quando i bombardamenti della NATO sono cominciati, il giornale dei sostenitori dell'UCK in Germania promuoveva le opere dei leader maoisti albanesi Enver Hoxha e Ramiz Alia, quest'ultimo rovesciato da Berisha.

Secondo il giornalista albanese Bardhyl Minxhozi, l'UCK è collegato al Partito Socialista Albanese, che è arrivato al potere dopo il rovesciamento di Berisha: "Ora i due poli sono chiari: il governo albanese e l'UCK da una parte, e l'opposizione guidata da Berisha, [il leader moderato kosovaro] Rugova e il governo (in esilio) di Bukoshi dall'altra".

Chossudovsky cita solo due fonti per la sua asserzione che la CIA finanzia l'UCK. La prima è il sempre affidabile governo di Belgrado! La seconda è l'affermazione non supportata da alcuna prova dell'"esperto di servizi segreti" John Whitley, secondo cui la CIA e i servizi segreti tedeschi hanno congiuntamente finanziato l'UCK. Secondo Stephen Shalom, Whitley è noto per essere "un esponente della destra fanatica delle teorie della cospirazione".

BONN E WASHINGTON

Chossudovsky ha bisogno del comfort offerto dalle teorie della cospirazione promosse dalla destra per giustificare la sua linea costantemente ribadita secondo cui l'"America e la Germania hanno unito i loro sforzi" nei Balcani a partire dai primi anni '90. Questa affermazione ignora la notevole rivalità tra queste due potenze imperialiste nei Balcani. Essa è contraddetta addirittura da un suo stesso articolo in cui egli richiama l'attenzione sull'accordo tra Berisha e le società tedesche che controllano le miniere di cromo dell'Albania "contro la concorrenza di un consorzio guidato dagli Stati Uniti".

L'affermazione di Chossudovsky secondo cui la Germania ha smembrato la Jugoslavia incoraggiando la "secessione" della Croazia non ha alcun fondamento storico ed è in contraddizione con la sua teoria di una cospirazione americano-tedesca. Fino al 1993, il Segretario di Stato USA Warren Christopher ha criticato pubblicamente la Germania, accusandola di essere il principale responsabile della carneficina in Bosnia a causa del suo "riconoscimento precoce" (cioè sei mesi dopo continui massacri da parte dell'esercito jugoslavo) della Croazia.

Va notato che l'UCK in Germania è nella lista delle organizzazioni "terroristiche" vietate e che Bonn impedisce all'organizzazione di raccogliere denaro e le ha sequestrato tutti i fondi. Gli autobus che trasportano centinaia di kosovari dalla Germania per combattere in Kosova sono stati mandati indietro al confine con l'Austria. [Nel 1996, inoltre, Bonn ha firmato con Belgrado un accordo ufficiale per il rimpatrio di 90.000 profughi kosovari "illegalmente" in Germania. Molti di essi erano profughi politici o giovani sfuggiti al servizio militare e sono stati arrestati non appena hanno messo piede in Jugoslavia (sugli accordi per il rimpatrio si veda B. Abazi, "Repatrijacija ili deportacija", AIM, 23.09.1996) - N.d.T.]. In realtà, secondo un articolo pubblicato dal Washington Post il 23 aprile, i presunti collegamenti dell'UCK con i trafficanti di droga vengono citati dall'Occidente per gli stessi fini che si pone Chossudovsky: come un'altra scusa per non sostenerlo.

Secondo il Sydney Morning Herald del 6 maggio, i servizi segreti occidentali stanno indagando sulla rete di sostegno finanziario all'UCK, dopo le accuse di collegamenti con il crimine organizzato, avanzate "principalmente da Belgrado". Secondo l'articolo, "è stato constatato che alcuni conti violavano le norme bancarie svizzere e sono stati chiusi", anche se "non si sa se sono stati provati collegamenti con il crimine organizzato".

Proprio come la CIA e Milosevic, Chossudovsky è molto preoccupato della minaccia "fondamentalista islamica" che l'UCK pone alla regione. Denunciando i presunti contatti con "terroristi islamici", Chossudovsky afferma che" mujaheddin mercenari provenienti da vari paesi islamici a quanto pare stanno combattendo a fianco dell'UCK in Kosovo". La sua fonte è Truth in Media, uno sgangherato sito web statunitense della destra sostenitrice della teoria della cospirazione [per avere un'idea della paranoicità e delle tendenze reazionarie di questa fonte, sulla quale si basa buona parte dell'articolo di Chossudovsky, che si guarda bene dallo spiegare di che tipo di fonte si tratti, basta visitarne il sito: http://www.truthinmedia.org/ - N.d.T.].

L'anno scorso, il Sydney Morning Herald ha citato la dichiarazione di un alto consulente americano secondo cui gli "aiuti musulmani destinati agli albanesi" sono "una minaccia per la pace" e potrebbero trasformare l'UCK in una "forza militare pi pericolosa". Si è addirittura arrivati a dire che Osama Bin Laden lavorava con l'UCK! I timori da parte degli Stati Uniti di un influenza mediorientale sono stati uno dei motivi per cui gli Stati Uniti hanno cercato di frustrare l'UCK. Israele, che ha assunto una posizione ambivalente riguardo agli attacchi della NATO a causa dei suoi buoni rapporti con Milosevic, afferma che vi sono stati finanziamenti iraniani per l'UCK.

L'unica prova concreta di "aiuti" occidentali all'UCK sono i telefoni satellitari con i quali le forze dell'UCK comunicano alla NATO informazioni sulle posizioni serbe nel Kosova. Sono state date ad alcune unità dell'UCK l'anno scorso per mantenere le comunicazioni tra i guerriglieri e gli osservatori europei che nello scorso ottobre sono stati inviati a verificare il cessate il fuoco negoziato tra Holbrooke e Milosevic.

In cambi di questo aiuto che l'UCK ingenuamente dà alla NATO, l'esercito kosovaro non ha ricevuto nessuna munizione o arma anticarro delle quali ha bisogno. Inoltre, mentre le informazioni cosÏ passate possono essere utili alla NATO, quest'ultima non ha dimostrato molto interesse verso di esse. Un combattente dell'UCK citato dal Sydney Morning Herald ha affermato: "Andrà benissimo far saltare i ponti e le raffinerie a Novi Sad, ma la loro lotta per proteggere i villaggi del Kosovo sarebbe pi efficace se la NATO si concentrasse nel colpire le forze serbe nel Kosova". Tali opinioni andranno sicuramente crescendo con il chiarirsi dell'entità del tradimento.

A causa della "riluttanza della NATO a trattare direttamente con l'UCK, le informazioni devono essere innanzitutto riferite a un diplomatico occidentale in Macedonia, prima di essere valutate e infine utilizzate, dopo essere passate nuovamente attraverso un'altra serie di filtri dei vari comandi", scriveva Anthony Lloyd nel Times di Londra del 20 aprile.

Il motivo per cui un milione di albanesi del Kosovo sono stati espulsi dagli squadroni della morte del regime serbo dal momento in cui gli attacchi della NATO sono cominciati, a parole per proteggerli, è la drammatica carenza di armi da parte dell'UCK e delle sue guardie di villaggio in Kosova.

Ci sono segni che Milosevic e Clinton si stiano sempre pi avvicinando a un accordo. Milosevic ha dichiarato l'avvenuto "conseguimento" dell'obiettivo di schiacciare l'UCK. Se i famosi elicotteri Apache degli USA cominceranno qualche azione simbolica contro Belgrado, tanto per salvare la faccia, sarà dopo che l'UCK sarà stato chiaramente schiacciato.

Le differenze tra la NATO e Milosevic si sono ridotte alla composizione di una forza armata straniera nel Kosova. Se il piano di un'autonomia fasulla prevista a Rambouillet fosse stato messo in atto prima della guerra, pur rendendo esso impossibile l'indipendenza del Kosova, sarebbe rimasta almeno una vasta popolazione albanese, con le sue organizzazioni intatte per mettere in atto una lotta. Dopo la guerra, ci saranno molto meno albanesi, l'UCK sarà schiacciata e quei profughi kosovari che riusciranno a tornare saranno sconfitti e traumatizzati.

Anche se alcuni accademici occidentali oggi possono sentirsi soddisfatti di denigrare, dalle loro comode poltrone, il movimento di liberazione di un popolo che sta soffrendo la sua maggiore catastrofe, verrà il giorno in cui essi dovranno affrontare il fatto che le potenze imperialiste non hanno commesso un enorme errore, né sono talmente stupide da continuare tale errore ininterrottamente per delle settimane. Gli Stati Uniti/la NATO hanno dato mano libera alle forze serbe contro l'UCK perché la distruzione dell'UCK come forza armata indipendente che opera nella regione è uno degli obiettivi chiave degli imperialisti.