EDITORIALE

Appunti per una ricerca possibile sulla produttività del non lavoro sociale

tre domande a Toni Negri

1° domanda:

la riflessione del pensiero critico parte dal concetto marxiano di disoccupazione come esercito industriale di riserva fino ad arrivare alla produttività del tempo libero. In mezzo, alcune folgoranti intuizioni interne ai cicli di lotta in cui si abbandona una visione esclusivamente pauperistica della disoccupazione.
Lavoro Zero, giornale dell'assemblea autonoma di Porto Marghera (1976), parla di disoccupazione come nuovo modo di lavorare. Sulla stessa lunghezza d'onda, Piperno (in Preprint 1978) afferma: "Bisogna cominciare a pensare alla disoccupazione non come "mancanza", come difetto, ma come "presenza", come pienezza."
Tu, in J. M. Keynes e la teoria capitalistica dello Stato nel '29, sostieni che "Il problema della classe operaia tende, nell'ottica di Keynes, a presentarsi secondo la scienza economica, a definirsi nei termini della mistificazione professionale come problema della disoccupazione in un orizzonte di gretto oggettivismo classico."
Come riformuleresti oggi questa critica?


2° domanda:

L'ideologia della disoccupazione, letta esclusivamente come miseria crescente, è attaccata oggi da destra e da sinistra. Da destra dai teorici neoliberali, che vedono nel "povero sud" un territorio fitto di lavoro sommerso e in cui si assiste al pieno scollamento tra economia formale e informale.
Da sinistra Piperno esalta l'economia del non lavoro: "L'enrgia libera dal lavoro salariato costituisce la sorgente di una nuova ricchezza, una ricchezza concreta fatta da desideri passioni, condotte, forme di comunicazione, scambi, abitudini, temporalità da rievocare o da inventare; e che nel loro insieme disegnano la terra promessa di questo fine secolo." (F. Piperno, Elogio dello spirito pubblico meridionale)
Quali ulteriori sviluppi potrebbe avere il pensiero autonomo circa la questione della produttività del non lavoro sociale?


3° domanda:

il capitalismo ha da sempre fatto un uso politico della disoccupazione. Per Kalecki (Aspetti politici della piena occupazione, 1943) la disoccupazione è parte integrante di un sistema capitalistico normale in quanto assolve alla funzione di controllo sociale, di salvaguardia dei valori e dei rapporti su cui si fonda; oggi sempre più evidente è l'uso ideologico che i teorici della concertazione "labour saving" compiono del concetto di disoccupazione.
Quale lo spazio per "un uso operaio" della disoccupazione?

 

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