comunicato: 
                  Nicola è ognuno di noi, contro il fascismo
                 Nicola è ognuno di noi. La mano che ha ucciso Nicola 
                  è una mano fascista. Una palese verità che nè 
                  distorsioni mediatiche, nè mistificazioni giudiziarie 
                  possono cancellare.  
                Una verità che da il segno, con il dramma dell'assassinio 
                  di un altro
                  ragazzo a Verona, ma come anche a Roma, Milano ed in altre parti 
                  del
                  territorio nazionale, della presenza e del radicamento di formazioni
                  squadriste neofasciste, di un'allarmante estensione delle aree 
                  di influenza
                  di una cultura e di una società che attorno agli assiomi 
                  di odio ed
                  intolleranza costruiscono e legittimano sè stesse. In 
                  una crisi
                  altrettanto duratura della guerra permanente, laddove il movimento
                  antagonista e quello dei centri sociali restano indietro sulla 
                  capacità di
                  costruire attorno a sè una conflittualità sociale 
                  di parte, la destra
                  radicale affina strumenti d'azione, sperimenta nella società 
                  il suo agire
                  e riversa nelle istituzioni la sua presenza territoriale. La 
                  composizione
                  dell'attuale governo, così come la vittoria di Alemanno 
                  a Roma, ne sono
                  chiaro simbolo e sintomo. 
                Una destra che si fa blocco sociale attorno all'allarme securitario 
                  non
                  può essere considerata meno "fascista" in virtù 
                  di approdi e presenze
                  istituzionali. A nessuno sfuggono, nei vuoti lasciati dal movimento
                  antagonista e dai centri sociali, le capacità che nell'ultimo 
                  decennio la
                  destra radicale ha espresso nella costruzione attorno a sè 
                  di comunità.
                  La "protezione" del territorio dal diverso, l'affermazione 
                  su base
                  differenziale di un sistema di garanzie sociali per gli "italiani", 
                  sono
                  paradigmi attorno ai quali la destra radicale ha saputo agire 
                  tatticamente
                  nella fase di crisi inaugurata dalla guerra permanente. Ergendosi 
                  di nuovo
                  a spalla del capitalismo la destra fascista ha potuto, laddove 
                  è mancata
                  una conflittualità di parte antagonista, articolarsi 
                  come strutturazione
                  territoriale di istanze immediatamente raccolte su un piano 
                  istituzionale e
                  di stato. Il proliferare delle "ronde per la sicurezza", 
                  la caccia
                  all'immigrato e le deportazioni di massa, la criminalizzazione 
                  del migrante
                  clandestino, un patriottico senso di "onore e fedeltà" 
                  sono tutti piani
                  nei quali l'azione delle realtà neofasciste diventa immediatamente 
                  oggetto
                  di normazione e nuova "legalità", appiglio 
                  e pretesto per l'azione di
                  governo su livelli locali e nazionali. 
                Come del resto subito stanno a ricordarci le parole del presidente 
                  del
                  consiglio Fini all'indomani dell'assassinio di Nicola... Con 
                  un immediato
                  recupero istituzionale, la morte per mano fascista di un ragazzo 
                  veronese
                  diventa subito pretesto per colpire ed attaccare il conflitto 
                  che si muove
                  su altri piani, in altri orizzonti. La campagna di boicottaggio 
                  della Fiera
                  del Libro torinese dedicata ad Israele diviene oggetto di una 
                  improbabile
                  equiparazione, di un'inesistente dicotomia.
                  Ma come d'altronde è facile andare a leggere così 
                  nell'azione del
                  precedente governo Prodi, come nelle amministrazioni locali 
                  del
                  centrosinistra: il pacchetto Amato per la sicurezza, scagliato 
                  contro le
                  componenti migranti e precarie della società, ha fatto 
                  da naturale seguito
                  ad un lavoro di puntiglioso revisionismo storico e culturale,
                  specificatamente mirato ad ostracizzare l'antifascismo; difficile 
                  leggere
                  diversità tra le ronde di un sinistro Cofferati e di 
                  un verde Tosi. 
                L'urgenza di aprire a tutto campo, di dare nuovo spazio, ad 
                  una pratica
                  antifascista resta priorità del movimento antagonista, 
                  ben al di sopra di
                  quanto si cerchino di dare per "superate" la contrapposizione 
                  al fascismo,
                  la necessità di un continuo rinnovamento delle pratiche 
                  antifasciste. La
                  risposta deve essere chiara ed unitaria, determinata, altrettanto 
                  capillare
                  quanto la presenza di queste squadracce nelle varie città. 
                  La
                  segmentazione che colpisce e fiacca il movimento va, di fronte 
                  ad atti di
                  tale gravità, invertita: inutile trincerarsi dietro particolari
                  appartenenze, dannoso delegittimare percorsi di liberazione 
                  collettiva e di
                  ricerca della massima visibilità. 
                Per questo Sabato 17 Maggio saremo a Verona, per essere parte 
                  di un CORTEO
                  ANTIFASCISTA, che in questa appartenenza legga la necessità 
                  assoluta di
                  negare al neofascismo ogni ambito di legittimità e presenza, 
                  di rilanciare
                  un conflitto culturale e politico partigiano, di porre le basi 
                  per una
                  de-fascistizzazione della società. 
                Da Bologna, appuntamento alle ore 11:00 in 
                  stazione FS per muoversi assieme verso Verona.
                Laboratorio Crash!, Collettivo Universitario 
                  Autonomo 
                  
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